Buongiorno
mondo! "In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città
della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo
della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria" (Lc
1,26-38). Cominciamo bene: per la sua "entrata in scena" nel mondo
Dio non poteva scegliere di peggio: Nazareth. Villaggio oscuro, nominato forse
una volta nell'AT e per di più in quella regione di teste calde, nazionalisti
all'estremo, che era la Galilea. Niente Gerusalemme, niente tempio, niente
sacerdoti: solo gentaglia che di suo aveva anche un dialetto che li faceva
subito riconoscere. Fin dall'inizio Dio ha le idee ben chiare: se passo da
Gerusalemme mi "ingabbiano" ancor prima che pronunci una parola, mi
mettono nei loro schemi religiosi e addio buona notizia. Ma ancor di più, al
suo arrivo sceglie una coppia che già aveva fatto i suoi progetti (o quanto
meno le famiglie già avevano siglato il patto per le nozze) e sbaraglia tutto
infilandoci un figlio, il Figlio, che stravolgerà non solo le loro, ma anche le
vite di quanti lo incontreranno e decideranno di seguirlo. Ecco come è fatto il
nostro Dio: non parte da persone religiose, perfette, pronte all'uso, ricche di
spiritualità e ripiene di santa teologia. Parte da chi noi non degneremmo di
uno sguardo e da lì apre una storia che si fa sorgente di vita per chi sa
accogliere senza pregiudizio il suo messaggio, senza la puzza sotto il naso di
chi, dal'alto della sua religiosità, può permettersi di dire: "Cosa può
mai venire di buono da Nazareth?". Ecco quello che può venire di buono: un
Dio che sceglie di farsi uno di noi per farci come Lui. Un abbraccio a tutte e
a tutti. Buona vita.
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