Buongiorno
mondo! " Il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a
due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi" (Lc 10,1-9).
È un chiaro segnale che le cose stanno cambiando, che Israele non sarà più la "segullah"
di Yavhé, la sua proprietà ma proprio personale, quella che si guarda con
quell’occhio di riguardo che non si usa verso nessun altro e nessun altra cosa.
I settantadue sono il segno che il Regno si apre ad ogni uomo e ad ogni donna senza
distinzioni (72 erano le nazioni citate nel Genesi che indicavano la
popolazione dell'intero orbe terracqueo, secondo le credenze dell'epoca). È
finito il tempo in cui un unico popolo sta nelle grazie di un Dio che chiede di
sterminare il pagano. Inizia il tempo del Regno, dove Dio non è più padrone ma
Padre; dove questo Padre non chiede di obbedire a una serie di precetti, ma di
accogliere un amore che è regalato non per merito ma per i nostri bisogni, dove
la nostra miseria è la misura della sua misericordia, dove accogliendo questo
amore ci viene chiesto di assomigliare a Lui che "fa piovere sugli
ingiusti e sui giusti".È un Regno che non conosce esclusioni di sorta, un
Regno dove l'essere figli è verificato dal vivere in fraternità, dove la
presenza di Dio ormai passa dall'umanità di Gesù che chiede a noi di fare
altrettanto. Non siamo chiusi in sacrestia, non stiamo ben seduti in chiesa,
non restiamo impantanati nei nostri begli uffici curiali come quasi fossimo
"addetti allo sportello del buon Dio", o peggio ancora, addetti alla
"cassa del tempio"!. Siamo mandati fuori, nel mondo, a dire e ridire
la novità del Regno che cresce in mezzo a noi. Un abbraccio a tutte e a tutti.
Buona vita.
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