Buongiorno mondo! "Se uno viene a me e non odia suo padre,
sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria
vita, non può essere mio discepolo" (Lc 14,25-33). Qualcuno alza le mani
scandalizzato a causa della crudezza del verbo "odiare", ma sappiamo
essere un semitismo per dire di "amare meno", per cui potremmo anche
tradurre con la CEI così "Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami
suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la
propria vita, non può essere mio discepolo”. il Maestro ci ricorda che la
famiglia, le relazioni familiari, nel Regno, assumono caratteristiche diverse,
diventano spazi che aprono al Regno e alle sue evangeliche "follie",
si trasformano in percorsi che aprono alla comunità evangelica, dove "tra
loro non vi era nessuno che fosse nel bisogno"; le relazioni familiari
hanno bisogno di essere umanizzate dalla presenza di persone che sanno dare la
vita, cioè comunicare vita, facendo saltare quegli schemi spesso soffocanti
fatti di immagini fisse e immutabili nel tempo, immagini che vedono un padre
spesso padrone, una madre non sempre valorizzata nella sua dignità di donna, e
via discorrendo. Essere una famiglia evangelica è saper creare dentro e attorno
a sé stessa dei percorsi dove le Beatitudini diventano possibilità di vita
nuova e il Regno una costante presenza visibile che chiama alla vita e fa
crescere l'umanità. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
P.S. Slogan quali “Dio-Patria-Famiglia” fanno parte di quelle
offerte pseudo-politiche che sono come i pellegrinaggi con vendita di materassi
e padelle: nulla a che vedere con il messaggio e lo stile di vita di Gesù.
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