Buongiorno mondo!
Parola e parolai
Lc 14,1-6
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano ad osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisia.
Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: "E' lecito o no guarire di sabato?" Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò.
Poi disse loro: "Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?". E non potevano rispondere nulla a queste parole.
Ormai il Maestro ci ha abituato: pranzare con Lui spesso comporta il rischio di vedersi andare il pranzo di traverso, soprattutto se si fa parte di certe cerchie religiose.
Anche oggi accade e anche oggi il motivo è il bene di una persona di fronte alle esigenze del precetto: si passa sopra il precetto o sopra la persona? Molti fra noi, anche in questi giorni, hanno fornito la risposta: il precetto, la dottrina, anzitutto.
Quando Gesù smaschera l'ipocrisia che abita questa risposta, la reazione è sorprendentemente chiara: gli astanti restano muti, senza parola.
Come i defunti, cui la morte ha tolto l'uso della parola, cioè della relazione che passa anche e soprattutto per il tramite della parola, così i convitati restano muti. Muti perché, in fondo, sono morti dentro: l'osservanza formale del precetto fa di loro delle mummie spirituali incapaci di costruire e mantenere relazioni vitali con l'Altro e l'altro. E di questi esemplari mummificati nella chiesa attuale ve ne sono molti. Molti che vorrebbero rinchiudere le vite altrui dentro gabbie spirituali per poterle meglio controllare e da esse farsi servire. Sono morti talmente gonfi di se stessi da aver bisogno di riempire tutto e tutti per potersi sentire vivi: praticamente degli zombi religiosi.
Sorella, fratello: "È lecito o no guarire di sabato?".
Rispondendo a questa domanda scoprirai quale è il tuo posto a quella tavola.
Rispondendo alla domanda scoprirai se possiedi ancora l'uso della parola, se sei una donna o un uomo di parola e della Parola, o sei un "morto che cammina ma non parla", la cui vita non dice nulla, la cui vita non è ancora parola di guarigione e liberazione per chi ogni giorno ti incontra. Coraggio, rispondi…
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
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