sabato 7 novembre 2020

“Portatori sani” di Vangelo (II Avvento 2020)




Se la prima domenica era un invito a non addormentarsi e a restare svegli, a farsi sentinelle, questa seconda tappa del percorso di Avvento invita ad un atteggiamento di accoglienza, di apertura. È come se dicesse: “state svegli perché sta accadendo qualcosa: non perdete l’occasione, il kairòs, un tempo di opportunità”.

Dio, per un lunghissimo tempo, ha cercato di educare il suo popolo liberandolo dalla schiavitù, dapprima, è stipulando poi con esso un patto fondato su una legge di libertà. In questo percorso, irto di ostacoli, Israele, l’uomo, ha finito, purtroppo, per confondere Dio con la legge facendolo diventare una sorta di padre-padrone, giudice che tutto vede e tutto conosce, spietato nel suo giudizio.

Ora che è chiamato a diventare “vigile come una sentinella”, l’uomo ha la possibilità di cogliere un nuovo “inizio”, un capitolo completamente nuovo in quella che definiamo comunemente come storia della salvezza.

Giovanni il Battezzatore è il crinale posto tra la prima e la nuova alleanza, il punto di svolta di questa relazione in cui Dio stesso decide di “rifare ordine” (come nel processo della creazione narrato nel libro della Genesi) e finalmente mostrare all’umanità il suo autentico volto.
Quel “Volto” che nessuno poteva vedere senza poi morire ora si prepara ad entrare di persona nella storia attraverso la carne di Gesù di Nazareth, Colui “che immergerà nello Spirito Santo”, cioè colui che ci farà entrare, se siamo disposti a seguirlo, nel respiro stesso di Dio.

E cosa è mai questo Spirito, questo soffio se non la stessa parola che risuona da sempre sul mondo e nei cuori di ciascuno e che incessantemente chiede: “Dove sei?”. Alla sentinella che “veglia” è richiesto ora di prestare ascolto e di offrire apertura perché nella carne di Colui che viene la Parola avrà finalmente un volto, unico e definitivo, che chiede di essere riconosciuto. Giovanni è la voce che prelude alla Parola. Gesù è la Parola che dà carne al volto di un Dio che “passa oltre” il criterio dell’osservanza e propone all’umanità la via della somiglianza.

Il nuovo “inizio”, il Vangelo, la buona notizia, il felice annuncio consiste proprio in questo: ogni uomo può partecipare del “soffio divino” e attraversare il percorso della storia facendosi somiglianza di Lui. In questo modo si realizza quel primissimo compito affidato fin dagli albori della creazione: realizzare quella somiglianza della cui immagine siamo portatori.

Giovanni, ultimo e nuovo Elia, si fa porta-Voce di questo annuncio. Con lui occorre entrare di nuovo nel deserto affinché si possa compiere quel nuovo esodo capace di dare la luce il nuovo popolo costituito non più da pii osservanti ma da figli assomiglianti.
Assomiglianti a chi? A Colui che, in Gesù, si rivela Padre e Madre, principio di vita continuamente donata, offerta a tutti e che chiede di essere da tutti condivisa.

L’invito sconvolgente di cui il Battista si fa inconsapevole portatore è l’entrata di Dio nella storia. Giovanni crede ancora che con il suo arrivo ci sia qualcosa da meritare per il tramite di opere e azioni che riescano a commuovere il cuore irato del Signore delle Schiere. Il Dio che si rivela in Gesù polverizza la categoria religiosa del “merito” e apre la storia all’accoglienza del valore della gratuità.
Il merito bisogna guadagnarselo, la grazia è semplicemente da accogliere e da condividere con un stile di vita che ci faccia entrare nella storia e nel mondo non da padroni ma da servi e custodi (così come il Creatore ha fatto fin dall’inizio dei tempi).


Siamo entrati nel tempo in cui l’invito ad aprire il cuore per ricominciare è ormai pressante: aprirsi a Colui che viene a visitare il suo popolo significa riscoprire la novità del Felice Annuncio e diventarne così “portatori sani”, cioè non inquinati da tutta quelle serie di pratiche e devozioni che ci hanno inculcato per assicuraci che “Dio vuole così”.
Non dobbiamo preoccuparci di piacere a Dio, ma accogliere il fatto che Dio ci vuole talmente bene che si prepara, nel Figlio, ad indicarci la strada per diventare come Lui.

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