L'Altro e l'altro: un cuore indiviso
Mc 12,28b-34
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: "Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l'unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza". Il secondo è questo: "Amerai il tuo prossimo come te stesso". Non c'è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all'infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l'intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocàusti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
È stato detto che l'uomo contemporaneo ha perso la fiducia nell'amore. Non vuole "sentimentalismi" o compassioni a buon mercato. Bisogna essere efficienti e produttivi. La cultura moderna sembra optare per la razionalità economica e il rendimento materiale. Ha una sorta di paura del cuore. E tale paura si manifesta con il timore verso le persone malate, deboli o bisognose. Persino le rughe naturali fanno paura: la chirurgia estetica è il rimedio capace di scacciare, almeno per un poco e a prezzo altissimo, questa paura.
Il ricco ha paura del povero. Chi ha un lavoro non desidera incontrare chi è disoccupato. Nascono così barriere invisibili (ma non troppo) che escludono i rom perché ritenuti culturalmente orientati al furto e all'inganno, gli immigrati africani che "ci rubano il lavoro" (grazie al quale noi abbiamo la scatoletta di conserva a 99 cents… e guai se costa di più…!)
Amare Dio e il fratello, è un amore unico e inscindibile per Gesù, anzi, di più: l'amore per il fratello è verifica di quello a Dio. Questo significa affermare e battersi per i diritti dei disoccupati anziché per quelli del nostro profitto. Significa rinunciare a piccoli vantaggi per contribuire al riconoscimento sociale e umano di tutti. Significa ridurre i nostri bilanci per solidarizzare con cause che favoriscono i meno privilegiati. Significa regalare parte del nostro tempo libero (sacrosanto ma libero perché spesso pagato da altri) a coloro che non hanno voce né nome.
Amare Dio si concretizza nel far sì che nessuno più nella nostra società e nel nostro tempo sia considerato indesiderabile. Significa smetterla di fare chirurgia estetica nei luoghi che rappresentano le rughe e i difetti del nostro mondo: nessuno deve essere eliminato come una ruga. Nessuno deve essere fatto sparire come un'imperfezione. Ognuno ha il sacrosanto diritto di essere e sentirsi amato per il semplice fatto di essere e di esserci in mezzo a noi.
Perché? Perché il Padre fa così con ciascuno di noi. E il Figlio ce lo ha rivelato così. Così si è cristiani o non lo si è. Punto.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
I come INCONTRO. Ritrova la via dell'incontro e abbandona la facile strada dell'apparenza. Coltiva ogni incontro; accoglilo e custodiscilo come un dono prezioso capace di svelarti qualcosa di te. Il Maestro ha "perso tempo" nei suoi incontri! L'incontro è prezioso, non sprecarlo: regalati e regala tempo.
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