Ripartire daccapo
In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret]: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo, ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All'udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Questo testo chiude la "prima predica" di Gesù a Nazareth. Di fatto un fiasco. Aveva acceso speranze nel cuore dei suoi concittadini citando il famoso passo messianico di Isaia per poi chiudere ricordando due dolorosi eventi della storia d'Israele. Due fatti che "bruciavano" dentro perché ricordavano le resistenze e la durezza di cuore dei padri.
È lo stesso messaggio che arriva a noi oggi: ci vantiamo delle nostre belle tradizioni religiose, magari restauriamo "macchine e apparati" religiosi di cui andavano fieri i nostri padri, sventoliamo rosari, ma alla fine il nostro cuore appartiene agli idoli mascherati da Dio che serviamo in realtà.
Anche noi usiamo la Parola a nostro piacimento, piegandola alle nostre esigenze, ma essa non scalfisce minimamente nemmeno la superficie dei nostri cuori. Invece di lasciarci "possedere" da Dio e dalla sua misericordia ci vantiamo di essere possessori di Dio e del suo cuore.
E se per caso scopriamo che Dio non ha il volto che noi immaginiamo e desideriamo, subito decidiamo di "gettarlo giù" insieme ai profeti che lo rappresentano e scuotono le nostre coscienze addormentate.
Anche oggi la Parola ci chiama a conversione. Avanti, allora, "mettiamoci in cammino" dietro al Maestro.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
R come RITORNO. Abbi il coraggio di tornare a chi da tempo ti attende. Smussa gli spigoli del tuo orgoglio, abbassa le creste della tua superbia e imbocca la via del ritorno. Se ti ascolti sentirai le voci di coloro e di Colui che ti sta attendendo: non temere. Faranno male i piedi, forse si piagheranno, ma tu intraprendi e percorri la Via.
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