Vedere la vita
Gv 3,31-36
"Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio rimane su di lui".
La fine del capitolo terzo coincide con la fine della permanenza di Gesù in Giudea, terra dove ha sperimentato il rifiuto. La nota finale che suona come una minaccia: il rifiuto di Gesù, l'ostinazione nel permanere "nelle tenebre di morte" avrà per gli oppositori delle conseguenze disastrose. Quella che pare una minaccia non è altro però che la constatazione amara di quanto succederà: chi rifiuta ostinatamente, opponendo sempre e solo le proprie convinzioni alla novità del Regno, sceglie di restare in quell'ambito di morte contro il quale Dio, Colui che è vita e la comunica, lotta da sempre.
Gesù, il portatore dello Spirito, con il dono di sé crea la zona della vita, intrisa dell'amore di Dio che non resta inerte davanti al rifiuto di coloro che scelgono la tenebra/morte.
Il Creatore, se mi si passa l'espressione, "odia"la morte e fa di tutto perché l'umanità possa entrare nella vita. Ecco perché chi si rifiuta resta sotto il peso della riprovazione divina, che, ripeto, non ha tanto il sapore di una condanna quanto piuttosto di un'amara constatazione delle scelte distruttive di cui l'uomo è capace.
A noi resta il compito di continuare ad aprire, ad allargare questa zona di vita perché l'umanità intera possa davvero "vedere la vita", sperimentarla in pienezza nel condividerla, rifiutando ogni logica di tenebra e di morte. Come e con il Creatore lavoriamo per questo, in ogni istante, in ogni ambito, senza escludere nessuno.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
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