Corpus juris o Corpus Christi?
Gv 6,52-59
"Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda".
Il contesto eucaristico di questo capitolo viene formulato con maggior chiarezza. Giovanni presenta l'Eucaristia con due punti focali: come nuova manna, cioè come alimento che dà forza e vita e veicola il dono dello Spirito; come nuova legge che non assume più le caratteristiche di un corpus esterno cui obbedire, ma come identificazione/assimilazione (ho usato la parola "corpus" per sottolineare una certa ambiguità… Eucaristia/vita… Eucaristia/precetto) con Gesù in una dedizione simile alla sua.
Detto altrimenti: vista dal "lato Gesù", l'Eucaristia, memoriale della sua vita e morte, è dono che comunica la sua stessa vita e il suo amore; vista dal "lato discepolo" è accettazione del dono offerto dal "Signore e Maestro". Da qui, da questa accettazione nasce quell'esperienza di vita che è normativa per la nostra condotta. Accettando il dono, rinnoviamo il nostro impegno con Lui, come Lui e in Lui a favore dell'uomo, di ogni uomo, senza distinzione alcuna, financo si presentasse davanti a noi come nemico e persecutore.
Nella logica eucaristica evangelicamente intesa, i discepoli non si preoccupano di salvaguardare i sacri confini della patria (a spese di altri, come sempre), ma di costruire una patria senza confini, dove ogni uomo è mio fratello e ogni terra è la nostra terra, la casa comune da custodire e nella quale far vivere nella convivialità delle differenze. Se poi per Eucaristia si intendesse altro, questo al momento mi appartiene poco.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
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