Il Dio degli "sbagliati"
Mt 9,9-13
(…) Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: "Misericordia io voglio e non sacrifici". Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Il testo e il suo significato è noto e non avrebbe bisogno di tante parole per essere commentato (sebbene oggi una certa parte di cristiani cattolici ponga sul testo una serie di "ma", "però", "sebbene", sì, ma, …: va bene: c'è chi oggi è più Gesù di Gesù stesso, quelli e quelle del "noi sappiamo").
Che "cura" propone Gesù a coloro che sono considerati "malati" e quindi esclusi (da tutti e da Dio)?
La prossimità, il restare vicino, il prendersi cura delle parti più fragili e deboli del corpo.
Noi normalmente le "mele marce" le mettiamo fuori dal cesto. Gesù sceglie di stare con loro, senza pregiudizi, senza "indici puntati": così come sono.
In questo modo ci dice qualcosa del suo Dio: non è il Dio dei giusti, non è quello dei perfetti, non è quello della sicurezza della legge e della religione. È il Dio di quelli "sbagliati", di quelli che noi lasciamo volentieri "fuori" e possibilmente "più lontano possibile", a "pascolare i porci".
Che bisogno può avere il giusto, il perfetto, di Dio? Ha bisogno di un Dio che certifichi la sua bontà e la sua perfezione.
Il Dio di Gesù sceglie invece chi ha bisogno di sentirsi amabile e quindi amato. Sceglie colei/colui cui offrire una ennesima possibilità per ricominciare rispetto a chi non ne ha bisogno perché già si sente arrivato ed è in attesa del "giusto premio".
Io ho fatto la mia scelta. Auguri per la vostra.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
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