Otri/cuori nuovi
" (…) Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi (…)".
Gesù non dice: "Ma forse, guardate, forse è meglio versare il vino nuovo in contenitori nuovi… ma forse si potrebbe, oddio, non voglio imporre la mia idea, ma magari urge un'ulteriore riflessione circa il vino nuovo… che poi bisogna vedere se è davvero nuovo… a mio parere sì… ma per carità, forse mi sbaglio…".
No! Gesù afferma con assoluta chiarezza che il "vino nuovo", cioè il suo messaggio, il Felice Annuncio, non può essere infilato dentro i vecchi contenitori della religione.
Si tratta di qualcosa di talmente nuovo, di talmente rivoluzionario che cercare di metterlo dentro i vecchi schemi religiosi significa farlo morire, annacquarlo, renderlo un'insulsa bevanda che non potrebbe competere nemmeno con la semplice acqua.
Accogliere il Felice Annuncio con cuori vecchi, ridurlo a un insieme di pie pratiche, costringerlo dentro uno schema in cui l'osservanza formale (contenitore) diventa l'essenziale (contenuto) significa mortificarlo e renderlo innocuo.
Purtroppo è quanto abbiamo fatto, e dopo duemila anni ora ci rendiamo conto che la novità evangelica langue, non dice più nulla, non affascina più né attira. E, "popolo dalla dura cervice", imploriamo Dio che mandi vocazioni perché altri possano continuare questa opera di demolizione.
Siamo "stolti e tardi di cuore", chiusi alla novità del Felice Annuncio che abbiamo ridotto a messe, sacramenti e precetti pur di non cambiare i nostri vecchi otri.
Il vino nuovo ha bisogno di otri nuovi: se non ora e se non noi, quando e chi?
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
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