Coltivare un'attesa "altra"
Lc7,19-23
"(…) “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”».
In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: (…)".
Giovanni ha dato voce all'attesa… l'attesa del "Veniente" che "purificherà" dal male il popolo di Dio. Davanti a quanto opera Gesù anche l'attesa del Battista è chiamata a cambiare, anche Giovanni è chiamato a "convertirsi", a cambiare "attesa".
Già, perché la questione fondamentale è: che Cristo, che Messia attendo? Che Cristo abbiamo in mente noi? Quello delle crociate, degli integrismi, degli integralismi, dei fanatismi, dei settarismi, di tutti gli “ismi” che soggiacciono ai tanti messianismi? Un Cristo che abbia in mano il mondo, che regga la storia, che guardi con benevolenza a noi e fulmini tutti gli altri?
La risposta di Gesù, in opere prima e in parole poi, lascia senza fiato, allora e oggi. Infatti Lui riempie l'attesa in maniera "altra": lui non fa un mondo diverso, non costruisce un mondo migliore bensì in questo mondo, così com’è, con tutta la sua miseria e la sua cattiveria, lui si prende cura di tutti: dei malati, dei poveri, anche dei peccatori. Si prende cura di tutti e di ogni male dell’uomo, portandolo su di sé.
Questo è il suo modo di agire nella storia. Gesù non liquida la storia, non ci toglie la libertà, non rifà il mondo perché è uscito sbagliato, non lo distrugge, no. Sta in questo mondo così com’è, con la sua miseria, con le sue contraddizioni. Non quell’altro mondo che pensiamo sempre di fare, ma questo mondo è quel luogo, quell’ora, quel momento in cui vive la compassione e la misericordia verso ogni miseria, verso ogni empietà e situazione negativa. Qui e ora, Gesù si fa vicino.
Dio non conosce altro modo di operare perché non vuole distruggere il mondo e farne un altro, ma vuole salvare questo mondo che è perduto, con la sua storia reale, non con una storia migliore. Vuole salvare noi e ciò che siamo, facendo di ciò che siamo, anche del nostro negativo, il luogo dell’amore e della misericordia, il luogo della comunione.
Per oggi la Parola ci chiama a coltivare attese "altre".
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
Buona giornata!
RispondiEliminaUn abbraccio. Grazie.
RispondiEliminaGrazie.
RispondiEliminaGrazie.. "facendo di me, di noi il luogo della misericordia e della comunione" grazie don Luciano buona vita, un abbraccio Anna socci
RispondiEliminaNon mi sono mai piaciuti gli "ismi". Ultimamente, però, facendo gli esami di coscienza mi accorgo che, a volte, anche io faccio parte di questi gruppi e me ne pento. Spero di "guarire". Prego anche per questo.
RispondiEliminaBuona giornata a tutti.
Un Dio meraviglioso!
RispondiEliminaBuongiorno.Il Cristo che ho in mente è simile ad un compagno di strada.fratello e Signore,che in me e negli altri è reso tale dalla nostra fede e dal suo essere umanità altra insieme.Buona giornata don Luciano,Renato.
RispondiEliminagrazie, abbiamo necessità di attese altre
RispondiEliminaCommento oggi particolarmente bello. Grazie!
RispondiEliminaSperiamo di esserne all'altezza...
Grazie don Luciano buona giornata.
RispondiEliminaBuona giornata don, sono giornate pesanti per noi infermieri, ma su va avanti nella consapevolezza di fare tutto il meglio per tutti.
RispondiEliminaComplimenti e grazie per il vostro lavoro
EliminaGrazie don Luciano..
RispondiEliminaGrazie don Luciano buona vita a tutti E Ciappi
RispondiEliminaMeglio tardi che mai…giornata durissima…confido nelle nuove attese, certa che anche oggi Gesù si sia preso cura di me! Grazie Don Luciano…sempre spunto di crescita!
RispondiEliminaGrazie
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