Sfebbrati
Mc 1,29-39
"In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva (…)".
Gesù esce dalla sinagoga (è un'uscita estremamente carica di significato … è un lasciare …) ed entra in una casa, anzi, in quella che ora sarà "la casa". In effetti c'è uno scivolamento tra la sinagoga e la casa: d'ora innanzi la casa, nel percorso di Gesù, sostituisce la sinagoga, o il Tempio. È la casa, il luogo delle relazioni, dove avviene e si costruisce la relazione con l'Altro e con l'altro.
Per vivere questa relazione occorre farsi guarire dalla febbre primordiale, primitiva, che mi tiene prigioniero: è la febbre del possesso, del farsi padroni di tutto e di tutti, che mi immobilizza e mi costringe nella posizione di chi beve la vita degli altri per mantenere la propria.
Occorre uscire dalla "sinagoga", cioè da un certo modo di intendere la relazione con Dio, costruita sul "do ut des", per avviare una relazione nuova, dove la gratuità si esplicita nel servizio, dove l'unico potere è quello del servire.
Siamo risorti, siamo donne e uomini nuovi se comprendiamo che l'unico potere che condividiamo è quello del servizio e del servizio alla vita.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
Buongiorno
RispondiEliminaNel servire si sta in pace, lì non ci sono dubbi! La tentazione del pensiero è forte! Grazie Don Luciano
Grazie Don Luciano! Buona vita a tutti ❤️
RispondiEliminaGrazie Luciano ❣️ buona giornata a tutti ❣️
RispondiEliminaPer imparare a entrare nella pienezza di vita occorre sia prendere sia essere presi per mano. Misericordia data e misericordia ricevuta.
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