Tralci fruttuosi
Gv 15,1-8
"Io sono la vera vite e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto (…)".
Chiariti i ruoli (Gesù è la vite, il Padre il vignaiolo, e noi i tralci), questo testo infonde serenità. I tralci che "non portano frutto" vengono tolti. Da chi? Sempre e solamente dal Padre. Non da Gesù, non da noi, non da altre istanze. È “l’agricoltore” che si sobbarca questa incombenza (qualcuno abituato "troppo bene" ora comincerà a chiedersi: "E ora che faccio? Non ho più un lavoro!!!".) E quelli che portano frutto, attenzione, non "li pota" ma "li purifica". Non vedo per qual misterioso motivo qui si traduca con "potare" quel che subito dopo si traduce con purificare ("Voi siete già puri per la parola....). Sono proprio queste parole che mi danno serenità. Ci hanno sempre insegnato a "potarci", a migliorare, a fare sforzi per cambiare, a perfezionarci, mentre Gesù non ha mai chiesto tutto questo. Infatti quali risultati abbiamo ottenuto? Nulla o quasi. Anzi, più tendiamo a perfezionarci più siamo scornati e frustrati dalla nostra incapacità (quante volte in confessione ho sentito parole come queste: "Cosa vuole, don, sono ancora qui, sono sempre gli stessi, quelli dell'altra volta e un po' mi vergogno..."). Abituati a impietosi esami di coscienza, abbiamo perso di vista il fine della nostra esistenza: portare frutto. Non ci è richiesto di migliorarci agli occhi di Dio. Per questo ci pensa Lui a purificarci, a togliere dalla nostra vita quelle imperfezioni, quelle impurità che ci impediscono di fare frutto. E "portare frutto" cosa significa? Significa diffondere la linfa che riceviamo dalla vite, significa accogliere il dono del Pane per farci pane a nostra volta. E colui che non lo fa? E chi si limita ad accogliere il Pane e a tenerlo per sé? Gesù è chiaro: come il legno della vite, che è l'unico legno inutile, così chi non fa frutto finisce nel nulla. Se "sterilizzi" la forza dell'Eucaristia fermandola a te, sei un tralcio che intralcia, un "parassita" eucaristico che nulla ha da spartire con il Regno.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
Purtroppo da poco, grazie all’ascolto e alla lettura di alcune spiegazioni del Vangelo, fatte da preti in odore di eresia, incomincio a “gustare” il sapore genuino dell’Eucaristia che mi nutre,perché io a mia volta diventi nutrimento per gli altri!
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