Validità o autenticità?
Lc 11,37-41
“In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro»”.
Potremmo titolare così: "Quando la religione sostituisce la fede". La religione staccata dalla fede crea ritualità vuote, completamente staccate dalla vita, dalla profondità della vita quotidiana. Situazione da cui non siamo immuni noi e tanto meno le nostre comunità. Fin quando non riusciremo a superare quella mentalità "magica" che spesso inquina i nostri sacramenti, resteremo a livello di "abluzioni" formalmente corrette ma lontane dal cuore di Dio, anzi, spesso pure conviventi con stili di ingiustizia e indifferenza. Come successe a quel sacerdote e a quel levita sulla strada di Gerico, così può succedere a noi ogni volta che siamo più preoccupati della validità di un atto di culto che della sua autenticità. Gesù oggi indica in maniera dura a quel fariseo che la formalità accurata nel culto reso a Dio, pur in osservanza delle sue prescrizioni, non è sinonimo di autenticità e disponibilità all'incontro con Lui nel servizio ai fratelli. Per dirla con un'espressione molto colorita di un vecchio parroco di queste mie parti: nelle nostre Messe i nostri cristiani mangiano ostie e cacano diavoli! Forse qualcuno potrà trovare disdicevole il detto nella sua crudezza. A me pare chiaro e limpido: è un modo concreto di "incarnare" la Parola e ridirla al cuore della gente con cui si vive.
A ciascuno, come sempre, la scelta: sedersi alla tavola del Maestro, anche con "mani" non "lavate", o alla mensa del fariseo, alla scuola del galateo del perfetto religioso.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
Sto vivendo un momento di idiosincrasia verso i riti religiosi, processioni, festa della Madonna o dei santi con luminarie e fuochi pirotecnici, culti etc. La mia domanda è,non sto esagerando ?Ho paura di sfrondare troppo.Come in alternativa ringraziare e incontrare Gesù/Dio ? Facendomi prossimo di chi mi circonda, familiari e non , poveri e immigrati, umili e piccoli ? Non è semplice farlo e soprattutto “il sevizio “che offro mi sembra sempre poco rispetto all’amore che Dio mi dona !
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