Comunità da “sfebbrare”
Lc 4,38-44
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva (…).
Ho sempre amato questa icona della comunità cristiana così ben dipinta da Luca con queste poche pennellate. E mi sembra che essa “parli” in modo particolare in questi tempi a una comunità in preda a una grande febbre, ossia paralizzata, tremante, quasi costretta più a sopravvivere che a vivere.
Ogni volta che la comunità dei credenti dimentica il motivo della sua esistenza, il fatto cioè di essere a servizio dell'umanità tutta intera, senza esclusione alcuna, allora sopravviene la "febbre" che costringe all'immobilità. Tanto è vero che l'incontro con Colui che è la Parola di vita guarisce e rende di nuovo abili al servizio ("cominciò a servirli").
Le nostre comunità hanno bisogno di tornare alla voce del Maestro, hanno necessità di abbeverarsi alla fonte della Sua Parola per poter essere risanate da tante storture, da tante "febbri" che le tengono immobili: la febbre della paura di perdere la propria identità, la febbre del rifiuto dell'incontro, la febbre dell'esclusione, la febbre del dogmatismo che si infila come un tarlo in ogni discussione per impedire qualsiasi dialogo (e come siamo abili a trincerarci dietro espressioni quali: "Lo dice la Chiesa!", "Lo afferma il catechismo!" ma senza mai lasciarci afferrare in profondità dalla persona di Gesù: ricordo che la nostra fede non è in un dogma, ma in una persona e che se manca questo presupposto tutto il resto è carta straccia!). Papa Francesco ci ha offerto indicazioni preziose per trovare rimedio e guarire dalle nostre (spesso insane) "febbri".
Il primo passo sarebbe quello di prendere coscienza del nostro bisogno di guarigione.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
Caro don Luciano purtroppo la maggior parte dei preti, dei vescovi, dei parroci non si fa carico di denunciare questa febbre( perché non penso che non la vedano) e soprattutto di mettere in atto cambiamenti . C’è un insistere nel proporre il vecchio modello di cristianesimo a volte ancora più “attaccato”al dogmatismo, ai riti e ai sacramenti! Non c’è chi educhi noi cosiddetti cristiani,a cambiare mentalità’ e a seguire la vera parola di Gesù( dopo averla correttamente spiegata … il Vangelo è ancora favola e cronaca di quanto vissuto da Gesù). Da ogni pulpito c’è sempre e solo l’invito ad abbandonare il peccato!(inteso a livello morale) . Che fare ? In pochi hanno la fortuna di leggere i suoi commenti o quelli di chi come lei si fa portatore della voce dello Spirito Santo che invita alla creatività!
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