Miseria e misericordia
Lc 7,35-50
In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. (…)
A quella donna che aveva "osato" rendere impura la casa di Simone il fariseo Gesù offre il perdono e la rimette in piedi, rimette in piedi la sua dignità. Quel che mi colpisce, e che ricorda bene la parabola del Padre misericordioso, è il fatto che Gesù non chiede nulla del passato di quella donna, non "indaga", non chiede di sciorinare i suoi peccati davanti a tutti. Al contrario sottolinea le buone cose che ella ha fatto nei confronti di Gesù stesso, mette in luce la capacità di bene di quella donna. Nelle nostre comunità, nelle relazioni che esistono dentro le nostre comunità, spesso avviene il contrario: chi commette una colpa, chi vive in situazione di colpa (e spesso non per libera scelta ma perché "costretto" da vicissitudini particolari), resta marchiato a fuoco. Siamo così attenti, come Simone, a imbandire le nostre mense, a celebrare le nostre belle e pompose liturgie, che non ci rendiamo conto di chi sta ai nostri piedi mendicando attenzione e perdono, anzi, spesso e volentieri "scalciando" per allontanare che ci procura fastidio e rende "impura" la nostra celebrazione. Abbiamo ancora del cammino da fare perché il Vangelo sia davvero una buona notizia per tutti e non un codice di procedura penale. Alle porte del Giubileo che ciascuno possa essere "porta santa" della misericordia per il fratello e la sorella che incontra ogni giorno.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
Grazie.
RispondiEliminaPaola