Ritorno al futuro
Lc 11,15-26
In quel tempo, [dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio,] alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. (…)
Contro Gesù le provano tutte, persino l'accusa di essere al servizio di Beelzebùl. Non solo bestemmiatore, non solo fuori di testa, noto frequentatore di balordi e gente di malaffare, ora anche al servizio del principe dei demoni. Quando Gesù parla della croce che ognuno deve sollevare nella vita, parla esattamente di questo: il disprezzo e il dileggio che viene quando si vive per il Regno, da figli e fratelli.
Quando si rifiuta il cammino che inevitabilmente la storia apre davanti a noi, ci si attacca a tutto, persino a quel "fumo di satana" di montiniana memoria solo per salvaguardare le proprie posizioni retrograde e ammuffite.
Mi sorge la domanda: ma chi davvero sta lavorando per Beelzebùl? Chi cerca e trova nel vangelo la sorgente di acqua fresca per mettersi a servizio dell'umanità, o chi in tutti i modi si adopera per salvaguardare un potere destinato a perire? A volte, guardando dentro le nostre comunità, ho la netta sensazione che si cerchi in tutti i modi di tornare al passato, a quel passato dove la priorità era costituita dall'osservanza rigida e indiscutibile di law & order, fattore che garantiva la sicurezza del sentirsi a posto per aver fatto quel che è stato chiesto di fare. Il vangelo non è fatto per dare sicurezza e tranquillità, ma spinge sempre oltre i confini delle nostre piccole e misere vedute o, se volete, anche fuori dai confini della chiesa cattolica. Francesco ci ha ricordato che Dio non è cattolico. Questa faccenda ai piccoli monarchi di una certa chiesa non piace.
Noi continuiamo a camminare dietro al Maestro, annunciando il Regno: e per questo siamo disposti a dare la vita, non a prenderci quella degli altri.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
Grazie.
RispondiEliminaPaola