Leggere i segni
Lc 17,20-25
In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!». (…)
Gesù invita i suoi ( e quindi noi) a evitare con cura il sensazionalismo, a non cadere in questa trappola alienante tipica della religione che si impone facendo largo uso della paura che nasce dall’annuncio di segreti terribili che al più presto verranno attuati.
Chiede dunque ai suoi di “vegliare”, cioè di esercitare ogni giorno l’arte del discernimento (suggerisco un testo di Silvano Fausti: “Occasione o tentazione” proprio su questa delicatissima ma importante arte del discernere) cercando con lo sguardo non “i maestosi cedri del Libano”, ma gli “arbusti della senape”, non le manifestazioni di astri che girano, di segni dal cielo, di madonne che piangono, ma i veri e autentici segni “miracolosi” del Regno che è già “in mezzo” a noi. Laddove una comunità di uomini e donne vive e propone lo stile di vita del Maestro, laddove il potere cede il posto al servizio, laddove l’accumulo della ricchezza diventa condivisione e solidarietà, laddove il volto del Dio tremendo e geloso della sua condizione assume finalmente i tratti di un Padre che vuole comunicare all’uomo la sua bellezza e grazia, ecco che il Regno si manifesta. Viviamo allora da persone “intelligenti” (dal latino intus – legere = leggere dentro, in profondità) che non si accontentano della superficie delle cose della vita, che non vagano alla ricerca di emozioni forti per sentirsi vive, che non partono alla ricerca di manifestazioni divine stupefacenti. Viviamo da figli in fraternità: questo “squarcia” davvero “i cieli”, questo apre spazi alla presenza di Dio “in mezzo a noi”. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.