lunedì 30 dicembre 2024

Buongiorno mondo!

Andare oltre



Lc 2,36-40


C’era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età (…) Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. (…)


Ad accogliere al tempio la famiglia di Gesù troviamo anche questo personaggio singolare: una donna anziana, che vive di attesa e capace di riconoscere la presenza del Dio misericordioso in quel piccolo che viene portato al tempio dai suoi. Come Simeone, anche Anna è capace di “andare oltre”, è capace di non restare attaccata alle proprie certezze come una cozza allo scoglio per aprirsi alla novità del Regno manifestata in Gesù. I cultori del “vetus ordo”, i nostalgici della “christianitas”, gli amanti della “corte pontificia e del ritorno del papa-re”, coloro che si ritengono gli ultimi difensori del vero e unico cattolicesimo distrutto dal Concilio Vaticano II, devono fare i conti con Anna (e Simeone): la Tradizione non è la Fede. La fede vivifica continuamente la tradizione e invita a trovare sempre linguaggi nuovi per poter parlare al cuore dell’uomo. Oggi la parola del Vangelo, la buona notizia del Regno, passa attraverso una donna anziana che ha saputo aprirsi al Dio-che-viene senza porre condizioni né chiedere particolari patenti di osservanza. 

Nelle nostre comunità abbiamo bisogno di persone come Anna, persone che trasmettano senza timore la novità del Regno, persone che sappiano sempre “andare oltre”, persone che non misurano la loro fede e il loro percorso di crescita in base alla benevolenza del parroco, specialmente quando questi assume le vesti di “sommo sacerdote” infallibile e intoccabile. È una condizione affinché le nostre comunità non si riducano a diventare una sorta di “museo delle cere” che celebra i fasti del passato, ma diventino spazi in cui la voce di Anna possa ancora risuonare e invitare ad “andare oltre”. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

sabato 28 dicembre 2024

Buongiorno mondo!

Erode vive



Mt 2,13-18

(…) Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esattezza dai Magi. (…)



Nella “poesia” con cui abbiamo sterilizzato il Mistero dell’Incarnazione il team della comunità matteana ci presenta la brutalità della violenza di Erode.

È il grido del dolore che continua a salire dal nostro mondo quello che riecheggia nella liturgia e nella storia di oggi. È un grido cui Dio presta orecchio in maniera particolare. Molti dicono: perché Dio permette tutto questo? Perché non interviene? Perché si limita ad ascoltare senza intervenire? La risposta a queste domande è una sola: a partire dall'incarnazione di Gesù, con Lui e come Lui, noi siamo oggi la risposta di Dio al dolore del mondo. Le nostre comunità dovrebbero costituire lo spazio in cui si rende concreta, visibile ed efficace la sua risposta al grido di dolore che sale dall'umanità ferita, calpestata nella sua dignità, brutalizzata dalla nostra capacità di violenza. Noi siamo la risposta: inutile chiedere a Dio di intervenire; non è un tappabuchi. Nel Figlio offre la possibilità a quanti credono in Lui di fare la stessa cosa: diventare dono di vita per il mondo. Ci sono e ci saranno sempre "Erodi" pronti a soffocare l'anelito di vita presente in ogni uomo e ogni donna, sacrificando tutto e tutti sugli altari del potere, del denaro, dell'ambizione personale. Noi siamo la risposta a tali "Erodi" rifiutando di inginocchiarci davanti all'idolo del potere per metterci in ginocchio nel servizio; rifiutando di comprare le vite degli altri con e per denaro per farci invece dono per la loro vita; non cedendo alla tentazione dell'ambizione ma facendoci "solamente servi" del Regno per l'Uomo. Allora il pianto di Rachele potrà cessare e la prepotenza di "Erode" cadrà nel vuoto che l'ha generata. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 24 dicembre 2024

Buon Natale!

Natale Duemila24



Immergendomi nei testi della liturgia natalizia della notte mi ha impressionato una cosa: ci sono tante persone che camminano, che si mettono in movimento. Ci viene narrato di un “popolo che cammina nelle tenebre”, di una coppia che dalla Galilea si sposta in Giudea, di pastori, già per mestiere nomadi, che si mettono di nuovo, nella notte, in cammino. Questo mi ha fatto pensare che forse il Natale, contrariamente alle nostre abitudini, non è tanto una festa per sedentari quanto un appello a mettersi in movimento. 

Ho associato questo pensiero a un lavoro tipico del nostro tempo: il lavoro dei corrieri. Donne e uomini sempre in cammino, con orari e carichi di lavoro spesso massacranti e non sempre riconosciuti. Sono loro che ci consegnano i “pacchi” e, probabilmente, in questo tempo, i “regali” che abbiamo acquistato. 

Sperando di non essere considerato “dissacrante”, ho immaginato quel “Figlio che ci è stato dato” come un “corriere”, il corriere di Dio, colui che ci consegna in regalo Dio stesso. Allo stesso tempo ho pensato allora che anche noi, camminando nella fatica del quotidiano dietro a Lui, anche noi che ci siamo messi in movimento per andare a vedere quella luce spuntata tra le tenebre, anche a noi viene chiesto di metterci in cammino e diventare “corrieri” che recano in dono il regalo che la Sorgente della Vita, la Forza creatrice ci affida.

In questa notte della storia in cui i poveri sono sempre più poveri,

In questa notte della storia in cui tanti diritti sono trasformati in lussi per pochi,

In questa notte della storia in cui ancora troppe donne sono violate e uccise,

In questa notte della storia in cui tanti politici non servono i cittadini ma si servono di essi,

In questa notte della storia in cui i migranti non possono fermarsi perché “non c’è posto per loro”,

In questa notte della storia in cui anche la voce profetica della Chiesa a volte balbetta senza coraggio,

In questa notte della storia dove lavoro e dignità sembrano mondi sempre più distanti,

In questa notte della storia dove la guerra e la violenza stupida e gratuita recano in regalo morte e distruzione,

in questa notte della storia noi, che accogliamo quel Figlio che ci è stato dato, diventiamo con Lui e come Lui “corrieri” che portano il regalo di un Dio che si fa regalo per noi.

Che le nostre scelte di vita ci rendano corrieri autentici di tale regalo e non truffatori che recano pacchi vuoti e inutili.

A tutte e a tutti: Buon Natale e, come sempre, buona vita.

lunedì 23 dicembre 2024

Buongiorno mondo!

Aperti al dono dello Spirito



Lc 1,57-66


(…) Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. (…)




Oggi il vangelo ci narra il racconto della nascita di Giovanni il Battista. 

Solamente dopo aver accolto il dono della misericordia di Dio (il significato di Giovanni è “Dio ha avuto misericordia” ma anche “Dono di Dio”) Zaccaria riacquista l’uso della parola. Nella casa di Elisabetta svanisce un sacerdote e nasce un padre/profeta. Ogni volta che si apre uno spiraglio nel muro delle certezze granitiche edificato sulla Legge, lo Spirito ci si infila e crea uomini nuovi. Ogni volta che ci si apre al dono della misericordia siamo resi capaci di parlare in maniera nuova, non più preoccupati di salvaguardare a tutti i costi i modelli di una tradizione ormai incapace di aprirsi alla novità di Colui che viene. Zaccaria ha avuto il coraggio di arrendersi alla proposta di Dio, per questo ora può nuovamente parlare, anzi, può parlare in maniera nuova: abbandonata una tradizione sterile, incapace di dire e dare Dio all’umanità, lasciato ormai un tempio divenuto solamente simbolo di un potere che non ha alcuna traccia di divino in sé, Zaccaria può ora essere davvero considerato padre e aprirsi al dono della vita comunicandola con una parola vivificante. Ecco una buona provocazione per le nostre comunità, ancora refrattarie al dono dello Spirito, spesso chiuse nella salvaguardia di tradizioni ammuffite, sovente ridotte al rango di custodi museali: una buona scossa in attesa di Colui che viene. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 20 dicembre 2024

Buongiorno mondo!

La discreta “onnipotenza” di Dio



Lc 1,26-38


(…) Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». (…)



"Niente è impossibile a Dio". Queste parole dette dall'angelo a Maria risuonano nella liturgia di oggi. È vero che ci hanno insegnato che Dio è Onnipotente e che "La parola onnipotente vuol dire che Dio può fare tutto quello che vuole" Cat. di Pio X n.26). 

Da parte mia preferisco pensare che Dio non cerca meri esecutori, ma pieni e responsabili collaboratori, uomini e donne che accettano con Lui e come Lui di giocarsi la vita perché la vita dell'umanità cresca in qualità tale da essere divina. Uomini e donne che, pur coscienti della loro fragilità, osano la sfida del fidarsi e affidarsi a una Parola capace di trasformare l'esistenza, una Parola capace di generare vita dentro e attorno a chi la accoglie. Uomini e donne che non si rifugiano in una "onnipotenza" alla quale delegare tutto o sulla quale scaricare tutto, ma su un amore misericordioso che insegna a farsi compagni di strada, creando relazioni fondate su dono e perdono reciproci, a sua immagine e somiglianza, senza giudizi o pregiudizi di sorta verso alcuno, senza discriminazioni religiose, sessuali, culturali, politiche, ma aperti ad ogni donna e uomo che vogliono inventarsi stili di vita più umani, talmente più umani da essere divini. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 19 dicembre 2024

Buongiorno mondo!

Ri-dire il Vangelo


Lc 1,5-25


(…) Zaccarìa disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo».

Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. (…)




Oggi il Vangelo ci racconta “l’annunciazione” a Zaccaria, padre del Battista. A Gabriele tocca un compito facile, a prima vista. Far visita a un sacerdote, (sposato addirittura con una discendente di Aronne), in servizio attivo al tempio: meglio di così non poteva capitare. Già, ma le cose non vanno come dovrebbero. Proprio colui che dovrebbe essere più aperto alla voce del Signore si rivela chiuso e sordo alla Parola che chiama. La “punizione” di Gabriele è esemplare: un sacerdote che non ascolta e quindi non comprende la parola di Dio è meglio che resti muto! 

È una buona lezione per noi e le nostre comunità: se non sappiamo ridire il Vangelo all’uomo di oggi è meglio che ce stiamo muti, soprattutto quando al Vangelo facciamo dire ciò che fa comodo a noi. Inoltre quanto accaduto a Zaccaria ci mette in guardia: lì dove tutto è istituzione è difficile lasciare spazio allo Spirito. È la conversione che occorre attuare: passare dall’organizzazione alla relazione. Come Zaccaria siamo ancora duri di cuore, ancorati al “Tempio” e alle sue tradizioni. Forse è meglio uscire da Gerusalemme e andare respirare l’aria meno asfittica e ammuffita sulle strade del Maestro. 

A tutte e tutti un abbraccio. Buona vita. 

mercoledì 18 dicembre 2024

Buongiorno mondo!

Dio-con-noi, Dio-per-noi



Mt 1,18-24


(…) Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:

«Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:

a lui sarà dato il nome di Emmanuele»,

che significa «Dio con noi». (…)


Matteo ci presenta così, in maniera lapidaria, il tema del suo vangelo, il Dio-con-noi. Alla fine infatti, Gesù dichiarerà ai suoi discepoli: “Io sono con voi fino alla fine dei tempi”, cioè per sempre. A differenza di Mosè (figura sulla quale Matteo ha modellato la presentazione di Gesù nel suo vangelo) che a un certo punto “lascia” il suo popolo sulla soglia della Terra Promessa, Gesù ci assicura che non resteremo mai soli, Lui sarà sempre con noi. Lungi dal presentarci il volto di un Dio che si offende, si adira e si ritira dal suo popolo, Gesù ci propone il volto di un Padre che ci assicura la sua continua presenza, il suo essere-con-noi costantemente. La prossimità del Padre, il suo esserci con noi e per noi diventa quindi fonte di fiducia e di forza nel cammino. Il Dio-con-noi rivela il suo essere per noi, il suo prendersi cura di ognuno in particolare per portare tutti alla pienezza della vita. Dio non è geloso delle sue prerogative: l’Incarnazione ci rivela che il progetto del Padre, in Gesù, è quello di offrire a ciascuno dei suoi figli la possibilità di assumere quella condizione divina che permetta a quella “somiglianza e immagine” di risplendere in maniera viva e vitale nella storia. Il Dio-con-noi è un Dio che chiede di essere accolto, non servito; di essere amato, non temuto. È questo il volto di Dio che, nella ricorrenza del Natale, ci chiede di fare strada con noi, sempre. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 17 dicembre 2024

Buongiorno mondo!

Righe “storte”


Mt 1,1-17


Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.

Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, (…).



Questo testo suscita reazioni un po’ diverse: in chi ascolta si percepisce il disorientamento davanti a questa teoria di nomi che, fatta salva qualche eccezione, ai più non dice nulla o quasi. Al povero prete che deve magari farci il pensierino del giorno a Messa sale un po’ di ansia: “che dico?”. Quando Matteo propone la genealogia di Gesù (tipico modo di “raccontare” la storia in Israele) ai suoi ascoltatori sa di trovarsi di fronte gente che le scritture le conosce e proprio per questo comincia a preparare il terreno per quello che sarà lo “scandalo Gesù”. Dunque, Matteo deve introdurre questo personaggio Gesù presso i suoi ascoltatori e quindi lo inserisce nel contesto della storia della salvezza, facendo loro rizzare i capelli. In questo percorso storico Matteo inserisce quattro donne (stranamente, perché era solo l’uomo a generare, mai la donna) e quattro donne di costumi giudicati con noncuranza “facili”. Tamar, che fece un figlio con il padre del marito defunto; Racab, che esercitava la professione in maniera regolare; poi Betsabea, la donna di cui si era invaghito Davide, che Matteo, con poco tatto, nomina come “quella di Uria”,; infine la “delicata” Rut che così, senza aver fatto nulla, al mattino si sveglia nel letto di Booz che si chiede “Chi è mai questa?”, e Rut era incinta. Alla fine arriva anche Maria, che ha la “fortuna” di chiamarsi con l’unico nome mai amato nella Bibbia: Myriam, come la sorella di Mosé, colpita dalla lebbra per aver “tramato” contro il fratello (ma gli autori sono maschi e la storia è letta esclusivamente con occhi maschili…). Ecco come Matteo inserisce Gesù nella storia: una storia non di santità, ma di piena e fragile umanità, nella quale entra non per castigare ma per portare vita e salvare. Già nella genealogia Matteo ci mostra che Colui che viene è per i “malati e non per i sani” e che questo atteggiamento mostra il volto di un Dio che accetta di sporcarsi le mani dentro la nostra storia, uno che non si schiera dalla parte dei potenti o dalla parte di quelli che preferiscono le statuine dei presenti alle persone in carne e ossa...Credo sia un invito a non giudicare troppo frettolosamente le nostre “storie”, le “storie” in cui siamo o quelle che ci sfiorano. In fondo, Matteo ci sta dicendo che la misericordia di Dio sa scrivere diritto anche su quelle che noi consideriamo righe storte: anzi, predilige proprio le righe storte.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 16 dicembre 2024

Buongiorno mondo!

Vite autorevoli



Mt 21,23-27


In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?».

Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». (…)




“Con quale autorità fai questo? Chi ti ha dato questa autorità?”: questa è la domanda che le autorità religiose pongono a Gesù. Ogni volta che l’istituzione religiosa è messa in crisi dalla denuncia profetica parte l’inchiesta. La preoccupazione principale non è quella di cogliere l’appello al discernimento e alla verifica; la preoccupazione è quella di stabilire subito il limite: chi ti da il permesso di fare questo? La salvaguardia del potere è il primo fine di ogni istituzione e tutto quello che rischia di far sorgere dubbi sulla legittimità di tale potere è subito oggetto di studio minuzioso. I tempi non sono molto cambiati, anzi, mi pare che stiamo assistendo a un ritorno in forze di espressioni di autorità che non sono però sostenute da altrettanta autorevolezza. Gesù fonda la sua autorità nell’intimità con il Padre e con il suo progetto: il Regno e quindi la proposta di umanizzazione che permea il suo vangelo. In tale prospettiva, il potere dell’autorità costituita si sente minacciato e, in risposta, comincia a seminare il dubbio. L’autorità di Gesù viene dalla sua stessa vita: fa quello che dice e dice quello che fa, nel Padre. A noi la scelta: una vita di autorità imposta, o l’autorevolezza di una vita vissuta nel dono totale di sé. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 13 dicembre 2024

Buongiorno mondo!

La ballata dei “rosiconi”


Mt 11,16-19

In quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: "Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!".
 venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: È indemoniato. È venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori.
Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».



Il Battista digiuna: è indemoniato! Il Figlio dell'Uomo mangia e beve: è uno sregolato che non si sa controllare! 

Quando non si vuol cambiare nella vita, quando non si vuol abbandonare il "comodo" (si fa per dire) rifugio della religione, tutte le scuse diventano buone. Quando la proposta del Maestro arriva dritta al cuore, quando Egli smaschera le nostre connivenze silenziose con le forze di morte che vogliono sfruttare e umiliare la nostra umanità, anche quando queste forze provengono dalla stessa istituzione religiosa, qualunque essa sia, anche noi ci associamo al coro: "Sei uno sregolato, non capisci come va il mondo, vai a predicare ai pescatori in Galilea che è meglio, torna nel tuo villaggetto di cafoni!". 

La religione dissociata dalla fede diventa una sorgente feconda di disumanità: imprigiona l'uomo impedendogli di crescere, di sviluppare tutta la sua potenzialità, riducendolo a un omuncolo dedito all'obbedienza cieca in nome di Dio. Non è questo che è venuto a portare il Figlio dell'Uomo, e noi lo sappiamo. 

Non ci resta, una volta ancora, che deciderci. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 12 dicembre 2024

Buongiorno mondo!

 Dall’osservanza alla somiglianza



Mt 11,11-15


In quel tempo, Gesù disse alle folle:

«In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui». (…)



Il detto di Gesù riportato da Matteo riflette le tensioni presenti agli inizi tra i discepoli di Giovanni e le comunità di quelli che seguivano Gesù. Per quanto "grande" Giovanni Battista appartiene ancora al mondo di una certa religione, dove l'osservanza della legge e del comandamento garantisce l'attenzione di Dio nei nostri confronti, così come l'inosservanza ci rende certi della sua ira, pronta a scatenarsi sulle nostre teste di peccatori incalliti. La proposta di Gesù va esattamente nell'altra direzione: dalla religione alla fede, ossia non più un dio da temere e a cui obbedire, ma un Dio da cui lasciarsi amare e con cui amare e far crescere la vita nelle relazioni umane che coltiviamo. Anzi, più umanizziamo le relazioni, vivendo la proposta di Gesù espressa nelle Beatitudini più rendiamo divina la nostra esistenza. In altre parole: amando con Lui e come Lui assomigliamo al Dio che vuole la nostra felicità e piena realizzazione nella vita. Giovanni è stato un grande, questo è fuor di dubbio, ma la "piccolezza" di chi vive le Beatitudini supera di gran lunga tale grandezza. In quale gruppo vogliamo stare: tra quelli che propongono una “pastorale della paura” o nella novità della buona notizia del Maestro?. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 11 dicembre 2024

Buongiorno mondo!

Un giogo d’amore



Mt 11,28-30


In quel tempo, Gesù disse:

«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».



Nel suo percorrere la vie della Palestina il Maestro si è spesso imbattuto o ha cercato di proposito coloro che la Legge, e quindi l'istituzione religiosa, emarginava ed escludeva da una relazione filiale e salvifica con Dio. A tutte e a tutti costoro ha dato una parola di speranza, ha rivolto loro un gesto di vita e di amore, spesso reintegrandoli in quella società dalla quale, in nome di Dio e per dare a Lui gloria, erano stati esclusi.  Ecco quello che mi arriva ascoltando la parola evangelica di oggi.

Il suo giogo non è quello della Legge che mortifica, ma quello dell'amore che comunica vita. Il suo gioco è l'invito ad associarci a Lui per imparare ad amare come e con Lui l'umanità che incontriamo ogni giorno, comunicando vita e dignità, lasciando così trasparire il volto di un Dio che vuole le sue figlie e i suoi figli felici e pieni di vita. Non è un giogo fatto di regole e imposizioni, ma di gesti che aprono alla vita e fanno star bene le persone. Come sempre, a noi scegliere da che parte stare. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 10 dicembre 2024

Buongiorno mondo!

Transumanza dello Spirito


Mt 18,12-14


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita?

In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite.

Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».



Oggi il Maestro ricorda a tutti i pastori in particolare, ma non in maniera esclusiva, che non siamo fatti per una "pastorale" sedentaria di conservazione del capitale acquisito, per accontentarci del piccolo gruppetto che riempie le nostre attese, per dire che ormai si è sempre di meno per cui bisogna compattarsi perché non si vede ancora la luce in fondo al tunnel, e via piagnucolando. Il Maestro ricorda a tutti che la comunità dei suoi ha uno stile di vita ben preciso: non si lascia indietro nessuno, anzi, chi meno conta riceve più attenzione. Non siamo fatti per stare tutti i giorni a contarci, ma per andare in cerca di tutte e tutti coloro che anelano alla vita e che in un modo o in un altro possono diventare compagni di viaggio nella costruzione del Regno, dove nessuno si sente solo, nessuno è escluso, tutti si preoccupano di ciascuno. Allora usciamo fuori: fuori dalle sacrestie e dritti alle periferie dell'umanità, dentro i meandri di questa storia in cui siamo invitati ad entrare come portatori di speranza, di gioiosa speranza perché siamo dentro l’abbraccio amante e vitale di quel Mistero che è fonte inesauribile di vita.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 9 dicembre 2024

Buongiorno mondo!

Relazioni che guariscono



Mt 5,17-26


(…) Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua». (…)



Per Gesù la guarigione è sempre totale. Egli non si limita alla “sola anima” ma prende in carico la totalità dell’uomo per ridare a lui tutta la dignità di figlio. 

La misericordia si esplicita sempre in un’azione concreta volta a dare vita a chi vita non ha. Significa togliere la persona da quello stato che gli impedisce di vivere e di vivere in pienezza la vita. Per questo Gesù non si limita mai a “guarire” una parte, ma sempre la totalità della persona. Gesù lotta contro tutte quelle realtà che impediscono all’umanità di realizzare quel progetto della creazione presente fin dagli inizi nel cuore del Mistero: umanizzare l’umanità a tal punto da farle assumere la condizione divina. 

La comunità cristiana si configura allora come questo spazio in cui la misericordia assume i tratti della carità concreta e apre percorsi di umanizzazione. Siamo più preoccupati di “lavare anime” o di guarire integralmente le persone? Siamo capaci di “rimettere in piedi” o in nome della dottrina terremo ancora “legati” fratelli e sorelle che anelano alla vita in pienezza? “Prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua”: ecco il compito della comunità! Guarire e ridare casa, accogliere e rimettere in piedi: questo è il “potere” concesso, non altro. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 6 dicembre 2024

Buongiorno mondo!

Osare sguardi nuovi



Mt 9, 27-31


In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!».

Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». (…)



Mi piace pensare alla casa di cui parla il testo del Vangelo odierno come a un'icona della comunità cristiana. Uno spazio, un luogo che dona a tutti la possibilità di incontrare il Maestro attraverso gesti di attenzione e di accoglienza pura. Un Maestro che è capace di rinnovare il nostro sguardo sulla vita se sappiamo consegnare a Lui le cecità che si annidano dentro di noi. Quelle cecità che escludono, emarginano, feriscono e generano indifferenza. Se continueremo a pensare di essere gli unici veri vedenti in questo mondo, resteremo miseramente ciechi. E più saremo ciechi più ci creeremo delle illusioni sull'identità di Dio. Umilmente, ma con gioia e speranza, entriamo a casa del Maestro perché apra i nostri occhi e ci renda trasparenza della sua presenza. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 5 dicembre 2024

Buongiorno mondo!

Dal deus ex-machina al Dio di Gesù



Mt 7,21.24-27


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. (…)



Affascinanti e quanto mai crude nella loro chiarezza le parole del Maestro stamane. Tutti noi abbiamo imparato quanto sia facile "dire Dio", pronunciare il suo nome quasi fosse una sorta di scudo spaziale a nostra difesa (salvo poi mandarlo a quel paese quando qualcosa non  va secondo i nostri piani!). Usando un'espressione attuale, ci siamo abituati a "tirare per la giacchetta" il nostro Dio come dei questuanti. E quando non basta, ci rivolgiamo anche ai "familiari" o ai più stretti collaboratori, i santi, perché a forza di parole facciano passare avanti la nostra causa "che è la più importante di tutte, io ne ho proprio bisogno: con tutto quello che ho fatto per la chiesa, una mano me la vorrà dare, no?". È il “dio tappabuchi” descritto da Bonhoeffer.

Il Maestro ci ricorda brutalmente che in questo modo rischiamo di costruire la casa della vita sulla sabbia delle illusioni, e la peggior illusione esce proprio da un'immagine distorta di Dio. "Colui che fa la volontà del Padre mio...": qual è questa volontà? Cosa vuole questo Dio che fatichiamo a capire? Gesù ce lo ha detto: collaborare con Lui all'opera della creazione assomigliando a Lui nel nostro modo di amare. Non esiste un Dio da servire, ma un Padre cui assomigliare nell'amore, un amore che si prende cura del benessere di ciascuno: ecco il Regno, ecco la casa costruita sulla roccia dove ciascuno si sente figlio e vive da fratello, ciascuna si sente figlia e vive da sorella. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 4 dicembre 2024

Buongiorno mondo!

Portatori di compassione



Mt 15,29-37


In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele. (…)




Ieri ricordavo come il cammino che propone il Maestro passa dal Gesù-come -Dio al Dio-come Gesù. Ecco allora, nel testo evangelico di oggi, come si presenta il volto di questo Dio in Gesù. Siamo pre-occupatissimi nel cercare di inventarci formule nuove per "salvare il salvabile", attentissimi a schierare le nostre legioni per la pugna a salvaguardia dei "valori non negoziabili"; siamo disposti a sfoderare le unghie perché "i testi liturgici non si toccano, fanno parte della Tradizione e nessuno ha il diritto anche solo di adattare una virgola o porre dei cambiamenti", e avanti così. Tra un po' arriveremo anche a determinare i grammi di incenso da mettere nel turibolo e il peso esatto che ogni particola deve avere per contenere "sommamente e realmente" il Prezioso Corpo di Cristo. Intanto il Maestro è là fuori a chinarsi sull'umanità ferita, a comunicare non precetti né leggi ma vita e compassione. E noi, avanti con gli stendardi e gli incensi profumati! "Vegliate!": non ci sarà chiesto ciò a cui abbiamo creduto, ma come avremo amato. È in questo amore concreto e quotidiano che il volto di Dio si manifesta. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 3 dicembre 2024

Buongiorno mondo!

Dio come Gesù



Lc 10,21-24


(…) Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. (…)



L'ho detto molte volte e lo ripeto ancora: il fatto di poter affermare con sicurezza che "Gesù è come Dio" ci fa sentire a posto con la dottrina della fede che ci è stata trasmessa. "Credo questo, credo quest'altro... e penso di essere dalla parte giusta: quindi tutti gli altri devono per forza passare di qui se vogliono trovare la via della salvezza!" Già, potrebbe essere così. Ma Gesù inverte i termini: non Lui come Dio, ma Dio come Lui. Se voglio conoscere il Padre non devo far altro che guardare il Figlio, alla sua umanità, ai suoi comportamenti, alle sue azioni, ai suoi atteggiamenti, alle sue parole. Facile dire che Gesù è come Dio, ma poi, chi è Dio? Cosa fa? Come agisce? Ecco scatenarsi il vortice delle nostre fantasie più sfrenate per descrivere questo Dio, per dire come funziona, a cosa serve, dove si trova, che faccia ha, come si fa a ingraziarselo, chi sono i suoi addetti in terra, quanto costano (ci sono anche li gli specialisti? Sai dirmene uno bravo perché sai, con quel che passa la parrocchia a volte si ha l'impressione di pagare per niente!!!). Gesù ci ha messo una vita, letteralmente, per dirci che "chi vede me, vede il Padre" e noi siamo ancora qui a fissare quel misterioso occhio dentro un triangolo e a chiederci: ma sarà un triangolo rettangolo, con ipotenusa (Padre) e due cateti (Figlio e Spirito) o un triangolo equilatero (e allora come si distinguono i tre?). Coraggio sorelle e fratelli, è tempo d'Avvento: vegliamo sulle false e brutte immagini di Dio che ci portiamo nel cuore e seguiamo il Maestro. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 2 dicembre 2024

Buongiorno mondo!

Narratori di Dio



Mt 8,5-11


(…) Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! (…)



Davanti a un pagano, per di più invasore e oppressore, un centurione romano, Gesù se ne esce con le parole citate qui sopra.

Naturalmente la tradizione individuerà proprio in costui colui che griderà sotto la croce: "Davvero quest'uomo era Figlio di Dio!": dobbiamo per forza sempre trovare una spiegazione a tutto, dare un nome ai personaggi che gli evangelisti hanno voluto anonimi, ecc… siamo poco rispettosi…

Ma il messaggio di Gesù è chiaro: il Regno è per tutti coloro che accolgono il Dio che si china a servire l'umanità. Quanto più mi prendo cura della sorella o del fratello, tanto più diventerò un narratore, come Gesù, del Dio che si prende cura delle sue figlie e dei suoi figli “fino a quando tutti assieme arriveremo all'unità, con la stessa fede e con la stessa conoscenza del Figlio di Dio; finché saremo giunti alla perfezione, a misura dell'infinita grandezza di Cristo che riempie l'universo" ( (Ef 4,13). E questo prendersi cura vicendevole sarà la manifestazione più chiara e bella della sua esistenza. Non avremo visioni, ma percepiremo la sua presenza viva anche nelle più piccole cose della vita quotidiana e ne diverremo narratori, come e con Gesù. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.