Buongiorno
mondo! Ai farisei, irritati per il fatto che il Maestro non osserva tutte le
prescrizione della Torah in fatto di abluzioni e purificazioni delle stoviglie,
oltre a ricordare che è inutile purificare l'esterno se l'interno è "pieno
di rapina e iniquità", Gesù ricorda anche questo: "Piuttosto date in
elemosina quel che c'è dentro, ed ecco, tutto per voi sarà puro" (Lc
11,37-41). Per il Maestro solo l'amore nelle sue diverse forme (condivisione,
solidarietà, prossimità, ecc...) è capace di dare a ciascuno quello stato
di "purità" che per i farisei era necessario per stare alla presenza
dell'Altissimo. Ora, per il Maestro l'unico stato di "purità
cultuale" che è davvero importante è quello che ci fa essere attenti
all'altro, ai suoi bisogni, alle sue attese, perché è proprio lì che
incontriamo il Padre, che si occupa costantemente dei suoi figli. L'altro,
l'altra, diventano così lo spazio sacro, o meglio, il luogo teologico per
eccellenza dove potersi incontrare con Dio. La separazione, voluta e tipica dei
farisei (lo dice il loro nome, "fariseo = separato) tra sacro e profano, è
annullata da Gesù. Dare in elemosina significa rendersi conto che accanto a me
c'è sempre qualcuno e il mio essere figlio del Padre si verifica (verum facere:
si fa vero, autentico) proprio nel rapporto di fraternità che costruisco giorno
per giorno. Ecco il culto reso a Dio, tanto invocato dai profeti, ma sempre
tanto disatteso anche da noi per la paura di non dare il giusto spazio a Dio.
Il Maestro ci sprona ad andare oltre, a non avere paura ad incrociare il nostro
sguardo con quello del Padre presente nell'uomo e nella donna che ogni giorno
percorrono i sentieri della nostra esistenza. Un abbraccio a tutte e a tutti.
Buona vita, con un ricordo particolare alle donne e uomini che stanno subendo
la tragedia dell’ennesima guerra pagata dai più poveri.
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