Buongiorno mondo!
"E dentro di sé erano fortemente meravigliati, perché non avevano compreso
il fatto dei pani: il loro cuore era indurito" ( Mc 6,45-52).
Non è facile
comprendere "il fatto dei pani", o meglio, è più facile nascondersi
dietro un semplice "non ho capito" perché, al contrario, hai capito
fin troppo bene.
Fin quando
l'Eucaristia celebrata resta un fatto tra te e Dio, fin quando fai
dell'Eucaristia un momento di culto dedicato "ad majorem Dei
gloriam", fin quando l'Eucaristia resta un puro precetto che ti fa sentire
un "buon cristiano" a posto con la coscienza perché hai fatto quanto
richiesto (cioè il minimo sindacale), resterai "fortemente
meravigliato" e con il "cuore indurito".
L'Eucaristia, pane
condiviso che parla di compassione e solidarietà, se non ti
"costringe" a passare "all'altra riva", se non ti spinge
cioè ad andare a incontrare le sorelle e i fratelli che "non sono dei
nostri", quelli che hanno "vite strane" che non rientrano nei
nostri criteri e parametri, allora non è Eucaristia, per lo meno non quella
voluta dal Maestro. Insomma, siamo sempre allo stesso punto: se mangi quel pane
e non diventi pane a tua volta sei solo un bravo attore, un bel "sepolcro
imbiancato" così che lo si possa ben vedere da lontano ed evitare con
cura.
L'Eucaristia è
certamente "fons", sorgente di vita, ma di una vita che deve
diventare "culmen", vetta di vita per tutte e tutti, senza
distinzione alcuna. Dio non ci vuole per lui, ma con lui e come lui per
l'altro. Senza questo, tutto diventa una bella ma semplice buffonata,
elegantemente eseguita da attori con il "cuore indurito".
Un abbraccio a tutte
e a tutti. Buona vita.
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