Buongiorno mondo!
Oggi nella liturgia si festeggia San Giuseppe, che la classica iconografia ha
spesso dipinto come un simpatico vecchierello, preso da Dio per dare una
famiglia a Gesù, che fa una brevissima comparsa nei vangeli cosiddetti
dell'infanzia, e poi, misteriosamente, scompare nel nulla. Il vangelo di
Matteo, che si legge oggi, narra così: "... Giuseppe suo sposo, che era
giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però
stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del
Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te
Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo.
Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo
popolo dai suoi peccati».Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva
ordinato l'angelo del Signore.(Mt 1,16.18-21.24a)".
Giuseppe era un
"giusto", cioè uno stretto osservante della Legge e per questo un
acceso nazionalista. L'osservanza dei giusti si pensava accelerasse l'arrivo
del Messia che avrebbe liberato dall'oppressore romano e ricostituito il Regno
d'Israele. Quindi Giuseppe, il Giusto secondo la Legge, sceglie di infrangere
la Legge stessa (decise di licenziarla in segreto, al posto di denunciarla come
la Legge obbligava) per fare spazio a Dio. Giuseppe il Giusto, apre la strada
al Figlio del Padre che rinnova il suo rapporto con l'umanità: non più un Dio
che governa emanando leggi, ma un Padre che apre la sua casa e invita a entrare
nella creazione dell'uomo nuovo. Il "Figlio" di Giuseppe il Giusto
sbriciolerà la vecchia religione per aprire la via all'esperienza della fede
che offre alla vita di chi accoglie tale dono una qualità nuova: la stessa
condizione divina.
In questi tempi di
COVID-19 penso alle traversie e alle sofferenze che Giuseppe avrà pur dovuto
subire; penso al fatto che anche lui, come Maria, sarà rimasto incredulo
vedendo come gli stava venendo su quel Figlio, finito poi mica tanto bene.
Con lui e in lui
un ricordo particolare a tutti i padri oggi in sofferenza, ai nostri qui e ai
padri senza più lacrime scappati dalla guerra in Siria e ammassati alla stregua
di animali in Grecia. Pensiamoci: che umanità vogliamo costruire?
Un abbraccio a
tutte e a tutti. Buona vita.
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