Buongiorno
mondo! Oggi il Maestro ci consegna un'importante verità: "In verità, in
verità vi dico: Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la
darà" (Gv 16,23-28). Conosco tante persone che si lamentano perché si
rivolgono a Dio per i più svariati motivi ma dicono di non essere mai ascoltati
né esauditi. Alcuni vanno direttamente da Lui, altri cercano di far mettere una
buona parola a Maria o a qualche santo specializzato nella bisogna del momento;
qualcuno alza pure la voce, ricordando ai piani alti che "Io non ho mai perso
messa e ho sempre detto le preghiere al mattino e alla sera! Per una volta
posso avere qualcosa in cambio?". Quando poi arriva qualche tragedia,
allora i vari "questa non me la dovevi fare!" e i "perché
proprio a me con tante persone che fanno il male e si meritano questo?" si
sprecano. A volte ho come l'impressione che ci si rivolga a Dio come al proprio
salumiere di fiducia: "un po' di questo, un po' di quello; riservami
quello, tienimi presente per quella cosa che tu sai... tanto lo sai che pago,
vero, io sono fedele". La verità che il Maestro ci rivela oggi passa dal
cambio di una sola parola: si passa da Dio al Padre, e un Padre conosce ciò di
cui i figli abbisognano. Gesù insegna che se finalmente raddrizziamo
quell'immagine storta e distorta che abbiamo di Dio e ci apriamo all'esperienza
fiduciosa del Padre, cercando di assomigliare a Lui nel nostro modo di amare,
potremo chiedere qualunque cosa, ma non servirà nemmeno: il Padre stesso ci
precederà. Quanto più la nostra preoccupazione sarà la cura e il servizio
all'altro, tanto più sperimenteremo la cura amorevole che il Padre nutre verso
ciascuno di noi, e non avremo bisogno di fare la fila allo sportello delle
grazie ricevute, perché ogni giorno sarà davvero una grazia continua, una vita
completamente avvolta nelle braccia della sua misericordia. Un abbraccio a
tutte e a tutti. Buona vita.
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