Buongiorno mondo!
Un vino che inebria ma non stordisce
Lc 5,33-39
In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».
Ieri il Maestro invitava ad avere il coraggio di cambiare sguardo, osare nuove prospettive, immaginarsi oltre insieme a Lui.
Oggi torna con lo stesso invito ma con parole diverse: "Osate il vino nuovo".
Già, Maestro, sarai carpentiere, pescatore improvvisato, quello che ha la fortuna del principiante (Pietro sta ancora rimuginando sulla cosa: "Ma che caspita! Come ha fatto?!), ma che adesso tu ti improvvisi sommelier, beh… questa mi sembra un'esagerazione (anche se ammetto che a Cana non sei andato male... ma questa è un'altra storia, raccontata da qualcun altro).
Dunque inviti a fidarci del "novello", del vino nuovo. Inviti ad abbandonare il buon vino che da sempre abbiamo bevuto, di cui conosciamo il sapore, la fragranza, il dolce stordimento che provoca quello stato di stordimento che addormenta le nostre coscienze in quella pace di chi sa di aver fatto quanto richiesto e nulla più. Il vino vecchio lo conosci e ti conosce: sa bene di soddisfare il tuo desiderio di restare in pace, con un occhio aperto e uno chiuso in nome di quella tranquillità che non disturba nessuna e non muove nulla. "Perché cambiare? Si sta tanto bene così!".
Sorella, fratello: sveglia! Il Maestro ti sta offrendo il vino nuovo, un vino che non è "fermo", ma un "mosso che muove". Non è il vino che ti fa restare seduto a tavola ma è il vino della "mensa" che ti spinge fuori, che ti fa alzare. Non è un vino che ti taglia le gambe ma che ti mette in movimento per correre dietro al Maestro e annunciare all'umanità la bellezza e la forza del Regno.
Il Maestro, da autentico intenditore, ti offre una coppa di vino che riscalda il tuo cuore e ti spinge fuori per condividere questo calore: è il calore dell'amore fatto servizio, il calore degli amici dello sposo che escono per chiamare l'umanità alla festa del regno.
Dimenticavo: una Madre del Maestro che invita al digiuno per evitare i castighi del Figlio, a questo punto, non è molto credibile. Preferisco una Madre che mi offre la coppa del vino nuovo e con me cammina per il mondo per dire la gioia del Regno, come ha fatto a Cana.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
Meravigliosa riflessione Luciano, scusami per il tu ma ormai ti seguo da tanto tempo, il vino che non ci fa addormentare anzi che ci ridesta dal sonno del "si è fatto sempre così" e che ci mette in movimento alla novità dell'amore verso i fratelli. Grazie
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