Costruttori di fraternità
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d'onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati rabbì dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare rabbì, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate padre nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare guide, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
Gesù chiede ai suoi di non cedere alla tentazione dell'apparire. Insieme all'avere e al potere, l'apparire forma la triade idolatrica che caratterizza anche il nostro tempo. Il bisogno di farsi notare, la brama del "quarto d'ora" di notorietà sembrano essere al centro della vita di molti di noi. Per apparire si è disposti a fare qualsiasi cosa, anche a sacrificare persone che fino a due minuti prima facevano parte della cerchia di amici.
Il Maestro, l'unico che possiamo riconoscere come tale, chiede a chi vuole seguirlo di praticare l'arte della coerenza: dire ciò che si fa, fare ciò che si dice, sempre e comunque, senza vendersi al miglior offerente sempre a caccia in questo mercato che è la nostra società.
Il Maestro propone questa via ardua come antidoto a quell'individualismo sfrenato che caratterizza le nostre relazioni. La sua proposta si concretizza nella via della fraternità e Lui stesso, coerente fino alla fine, si fa garante e collante della nostra fraternità con il dono della sua esistenza. La nostra fraternità nasce dall'accogliere Gesù come unico Maestro. Un Maestro che non si limita a fornire nozioni o trattati teologici. Il suo insegnamento passa attraverso il grembiule del servizio: indossarlo con Lui e come Lui ci rende responsabili di quella fraternità dove la prima preoccupazione non è il mio "apparire" ma la felicità dell'altro.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
E come Evento.
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