Raccomandati… per servire
In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà».
Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di' che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno».
Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Fino alla fine i discepoli non riescono a liberarsi dall'immagine distorta che si sono fatti di Gesù e della sua proposta. Nel loro immaginario il Messia deve funzionare in un modo solo e in quello solamente: il Messia della tradizione che ha per compito precipuo quello di ridare vita al regno di Israele, perché quello è identificato con il Regno di Dio. Un Messia "perdente", un Messia sofferente è un ossimoro. Un Messia crocifisso non può venire da Dio! Addirittura se la giocano in maniera sporca! I due (Matteo con ironia mette in luce proprio quelli soprannominati Boanerghes, i figli del tuono) mandano la mamma per raccomandarli presso il Maestro: a una madre neppure il Maestro potrà opporre un rifiuto! Gesù non rifiuta a prescindere, anzi, li invita espressamente a condividere addirittura il suo trono regale: la croce. Ribadisce così il suo modo di essere Messia: non da padrone ma da servo, e chi vuol far parte del "suo governo" questo deve fare, servire.
La domanda posta allora alla madre dei due arriva dritta a noi oggi: "Cosa vuoi?" "Che desideri davvero?" Detta altrimenti: "Chi sono io per te?" . "Sicuro che sia davvero io quello che tu hai in testa?" "O ti sei fatto un'immagine distorta di me?". Domande che il Maestro potrebbe rivolgere oggi a noi.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
A come Ascolto
Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di' che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno».
Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Fino alla fine i discepoli non riescono a liberarsi dall'immagine distorta che si sono fatti di Gesù e della sua proposta. Nel loro immaginario il Messia deve funzionare in un modo solo e in quello solamente: il Messia della tradizione che ha per compito precipuo quello di ridare vita al regno di Israele, perché quello è identificato con il Regno di Dio. Un Messia "perdente", un Messia sofferente è un ossimoro. Un Messia crocifisso non può venire da Dio! Addirittura se la giocano in maniera sporca! I due (Matteo con ironia mette in luce proprio quelli soprannominati Boanerghes, i figli del tuono) mandano la mamma per raccomandarli presso il Maestro: a una madre neppure il Maestro potrà opporre un rifiuto! Gesù non rifiuta a prescindere, anzi, li invita espressamente a condividere addirittura il suo trono regale: la croce. Ribadisce così il suo modo di essere Messia: non da padrone ma da servo, e chi vuol far parte del "suo governo" questo deve fare, servire.
La domanda posta allora alla madre dei due arriva dritta a noi oggi: "Cosa vuoi?" "Che desideri davvero?" Detta altrimenti: "Chi sono io per te?" . "Sicuro che sia davvero io quello che tu hai in testa?" "O ti sei fatto un'immagine distorta di me?". Domande che il Maestro potrebbe rivolgere oggi a noi.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
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