"Cacciatori" e "preda"
" (…)Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca".
Propongo una traduzione più letterale al fine di rendere meglio la chiusa di Luca: "E, uscito di là, cominciarono gli scribi e i farisei a prendersela ferocemente e a provocarlo a parlare su più cose, insidiandolo alla caccia di qualcosa dalla sua bocca".
All'inizio Gesù entra per mangiare (e non sappiamo se abbia mangiato qualcosa). Alla fine esce con una sorta di verdetto che pende sulla sua testa. Quella "bocca" che doveva accogliere il cibo, il pasto simbolo di fraternità, diventa il luogo di appostamento del cacciatore. Come cacciatori, infatti, si appostano, scribi e farisei, per cogliere la preda: un errore dottrinale, se dice una cosa storta; sono attenti a tutte le parole che escono dalla sua bocca (espressione che rimanda a un'altra Bocca, a un'altra Parola), magari isolate dal contesto, per poterlo condannare, accusare: davanti ai sommi sacerdoti come blasfemo (e sarà condannato per bestemmia), davanti al potere civile come sovversivo, e sarà ucciso appunto per questo, mediante la croce.
All'origine della croce non ci sono i "cattivi", ma le persone religiose, quelli che "fanno secondo regola" (farisei) e quelli che ispirano il "giusto fare" (scribi e dottori della legge).
La comunità cristiana, cioè noi, rischiamo sempre di essere una setta di farisei e di scribi. Gli scribi sarebbero i teologi quelli che sono preposti a condannare chi sbaglia, o meglio, chi non rientra nei "criteri"; e poi i farisei, quelli che eseguono con zelo le condanne promulgate dai "teologici", quelli che camminano portandosi, con disinvoltura, "Dio in tasca", quelli che lo conoscono bene, che se ne fanno un possesso personale al fine di sottomettere le coscienze e i cuori delle persone. La storia è sempre uguale, il Vangelo è eterno.
Questa identificazione con gli scribi e i farisei non è per condannare scribi e farisei, ma è proprio per guarirci da questa tenebra che abbiamo dentro e che custodiamo come grande luce. È, la grossa insidia di ogni credente e della comunità dei credenti: essere una setta di giusti e non una comunità di figli del Padre e fratelli di tutti aperti al mondo.
Siamo ancora un popolo di cacciatori che cercano di far tacere il fastidioso Maestro che mette in crisi la nostra religiosità.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
All'inizio Gesù entra per mangiare (e non sappiamo se abbia mangiato qualcosa). Alla fine esce con una sorta di verdetto che pende sulla sua testa. Quella "bocca" che doveva accogliere il cibo, il pasto simbolo di fraternità, diventa il luogo di appostamento del cacciatore. Come cacciatori, infatti, si appostano, scribi e farisei, per cogliere la preda: un errore dottrinale, se dice una cosa storta; sono attenti a tutte le parole che escono dalla sua bocca (espressione che rimanda a un'altra Bocca, a un'altra Parola), magari isolate dal contesto, per poterlo condannare, accusare: davanti ai sommi sacerdoti come blasfemo (e sarà condannato per bestemmia), davanti al potere civile come sovversivo, e sarà ucciso appunto per questo, mediante la croce.
All'origine della croce non ci sono i "cattivi", ma le persone religiose, quelli che "fanno secondo regola" (farisei) e quelli che ispirano il "giusto fare" (scribi e dottori della legge).
La comunità cristiana, cioè noi, rischiamo sempre di essere una setta di farisei e di scribi. Gli scribi sarebbero i teologi quelli che sono preposti a condannare chi sbaglia, o meglio, chi non rientra nei "criteri"; e poi i farisei, quelli che eseguono con zelo le condanne promulgate dai "teologici", quelli che camminano portandosi, con disinvoltura, "Dio in tasca", quelli che lo conoscono bene, che se ne fanno un possesso personale al fine di sottomettere le coscienze e i cuori delle persone. La storia è sempre uguale, il Vangelo è eterno.
Questa identificazione con gli scribi e i farisei non è per condannare scribi e farisei, ma è proprio per guarirci da questa tenebra che abbiamo dentro e che custodiamo come grande luce. È, la grossa insidia di ogni credente e della comunità dei credenti: essere una setta di giusti e non una comunità di figli del Padre e fratelli di tutti aperti al mondo.
Siamo ancora un popolo di cacciatori che cercano di far tacere il fastidioso Maestro che mette in crisi la nostra religiosità.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
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