Operatori di iniquità?
Lc 13,22-30
“(…) Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia! (…)”.
Quel “non so di dove siete” significa: dove stai di casa? Quale è la tua casa? Sei mai stato “di casa” in “casa” mia, nella casa della misericordia, dice Gesù? Queste terribili parole le sento rivolte a me, alla mia vita ancora fin troppo comoda, ai miei spazi sacri e intoccabili, alle mie personali esigenze che non devono essere sacrificate.
Pensavo di essere “dentro”, al sicuro, al calduccio con il Maestro; pensavo di far parte della sua cerchia, il giro dei buoni, degli eletti, di quelli che alla fine di ogni giornata esclamano soddisfatti: “Anche questa è a posto. La mia parte l’ho fatta: ora tocca ad altri”.
Pensavo che l’aver “mangiato e bevuto con Lui”, cioè l’aver celebrato con serietà l’Eucaristia quotidiana, l’aver spezzato il pane con i bravi e buoni fosse “cosa buona e giusta”. Come mai mi ritrovo fuori? Perché la porta è chiusa e io non ho il Jesus-pass per accedere?
No, scusa eh, ma come “operatore di iniquità”? Se celebro l'Eucaristia, se ascolto la parola, se sono devoto e bravo; come faccio ad essere considerato “operatore di iniquità?”.
C'è una grossa iniquità, che è quella che credere che la salvezza sia l'appannaggio di anime elette e non sapere invece che la salvezza è la misericordia e l'amore che il Padre ha per noi, che il Figlio ci ha dato morendo in croce e che in questo modo noi dobbiamo amare e accogliere tutti alla stessa maniera come fratelli, come il Padre ha accolto noi, che impariamo a vivere di grazia. Se non viviamo ogni giorno da “graziati”, siamo nella disgrazia, siamo fuori dalla casa.
Rispetto a tutta una religiosità che è di celebrazioni, di mangiare e bere al cospetto di Dio, di ascolto della parola, ma che non entra nella misericordia ricevuta e accordata, che è il ritornello di tutto il Vangelo, non vi conosco.
A questo punto, ricomincio. Io per primo.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
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