mercoledì 25 gennaio 2023

Buongiorno mondo!

“Conversione” di Paolo apostolo



Mc 16,15-18

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro:
«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato.
Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».



Verso l’anno 9 a.C. i popoli della provincia romana di Asia decisero di cambiare il calendario. Da quel momento la storia dell’umanità non sarebbe più stata raccontata a partire dalla fondazione di Roma, ma dalla nascita di Augusto. Il motivo non era banale: Augusto era stato la “buona notizia” (euanghelion = evangelo) per tutti, poiché aveva portato la pace introducendo nel mondo un nuovo ordine. Egli era il grande “benefattore” e “salvatore”.
I cristiani cominciarono a proclamare un messaggio molto diverso: “La Buona Notizia non è Augusto ma Gesù”. Ecco il senso del mandato finale di Marco, aggiunto ben oltre la data di composizione del testo del redattore.

Ma come proclamare oggi questa Buona Notizia? Possiamo insegnare dottrine sublimi su Gesù: in lui si trova la “salvezza” dell’umanità, la “redenzione” del mondo, la “liberazione” definitiva dalla nostra schiavitù, la “divinizzazione” dell’essere umano. E’ certamente tutto vero questo, ma non basta. Non è la stessa cosa esporre verità il cui contenuto è teoricamente buono per il mondo, e fare in modo che la gente possa sperimentare Gesù come qualcosa di “nuovo” e di “buono” nella propria vita.
Non è difficile capire perché la gente della Galilea sente che Gesù è una “buona notizia”. Quello che Gesù dice fa loro bene: toglie loro la paura di Dio, fa sentire loro tutta la sua misericordia, li aiuta a vivere compresi e perdonati da lui. Il suo modo di essere è qualcosa di buono per tutti: è compassionevole e vicino, accoglie i più dimenticati, abbraccia i più piccoli, benedice i malati, nota gli ultimi. Tutto il suo comportamento introduce nella vita delle persone qualcosa di buono: salute, perdono, verità, forza interiore, speranza. Incontrarsi con lui è una fortuna! Non resta allora che porci una domanda: quali chiamate ci sta facendo Dio per trasformare la nostra maniera tradizionale di pensare, esprimere, celebrare e incarnare la fede cristiana in modo da favorire l’azione di Dio all’interno della cultura moderna? Nessuno sa come sarà la fede cristiana nel mondo nuovo che sta nascendo (perché sta nascendo, nel caso non ce ne fossimo accorti), ma sono certo che non sarà, e non deve esserlo, una “clonazione” del passato. Il vangelo ha in sé la forza di inaugurare un cristianesimo nuovo. Basta solamente essere attenti e pronti all’azione dello Spirito. Essere attente e attenti a non perdere il “treno” della metanoia.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

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