Figli di un Dio minore
Lc 19,41-44
“In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! (…) “.
La seconda parte del vangelo secondo Luca, nel cap 9, inizia col volto indurito di Gesù che va a Gerusalemme e il tema di tutta la seconda parte del vangelo è appunto il volto. Emerge nella trasfigurazione che il volto di Gesù diviene altro. È il volto stesso di Dio, un volto di luce, che è il volto indurito nella misericordia per andare a Gerusalemme.
Ogni brano del seguito non è che una pennellata al volto del figlio di Dio. E qui abbiamo la pennellata definitiva. Questo volto che è stato dipinto a tempera si scioglie in lacrime e vien fuori l’unico colore che è il colore di Dio, la sua passione per l'uomo, le sue lacrime per noi, un Dio che piange: è il volto definitivo di Dio.
Questo pianto è su tutto il mondo, è il dolore di Dio per il male del mondo. Il pianto di Gesù ci rivela il pianto del Padre, ecco perché “Dio è Gesù”. Il Padre è Colui che piange sul male dell’uomo e il pianto, se vogliamo, è segno di un’impotenza assoluta davanti al male. Questa impotenza è la potenza massima di Dio, la sua compassione, sente il nostro male, non ci abbandona nel nostro male, è con noi nel nostro male, muore lui del nostro male. La Passione chiude il cerchio: la sua potenza ci ha creato, la sua debolezza ci ha salvato. È la forza dell’amore la debolezza, perché l’amore è estremamente debole, perde tutto, anche sé stesso.
Tutto questo per noi, per me, per te.
Discepolo è chi raccoglie la sfida del piangere davanti al male e donarsi come e con il Creatore per portare a salvezza la creazione intera. Cosa è la salvezza? Costruire insieme la casa comune dove tutte e tutti possono sentirsi figli e vivere in fraternità.
Siamo figli un Dio che sa piangere davanti al male, così Gesù di Nazareth ce lo svela.
È ancora il nostro Dio?
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
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