Uscire dal villaggio
Mc 8,22-26
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsàida, e gli condussero un cieco, pregandolo di toccarlo.
Allora prese il cieco per mano, lo condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». Quello, alzando gli occhi, diceva: «Vedo la gente, perché vedo come degli alberi che camminano».
Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente, fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa. E lo rimandò a casa sua dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio».
Gli evangelisti, lo sappiamo, sono molto attenti all’uso delle parole. A una lettura superficiale potrebbe sembrare a volte che essi si perdano in particolari che noi potremmo giudicare inutili. Per esempio: perché specificare che “da lontano vedeva distintamente ogni cosa”? Non bastava dire semplicemente che riacquistò totalmente la vista?
Questa cosa mi ha fatto pensare e ne traggo questa conclusione.
Il “villaggio” è il luogo per antonomasia della tradizione. Lì la vita deve scorrere ordinata, regolata dai molteplici precetti della Legge. Nella vita delle persone che abitano il villaggio ogni cosa ha sempre un suo perché. Se sei cieco è perché Dio ha punito il tuo peccato. La malattia è sempre legata a una trasgressione dei precetti della legge. Anche una morte a prima vista innocente non ne è immune: o il defunto o i suoi o chi per loro, qualcuno deve aver fatto qualcosa “che è male agli occhi del Signore”. E il Signore che è certamente misericordioso ma giusto (quanto amano questa sottolineatura i pii osservanti della tradizione!) provvede alla bisogna.
Bisogna uscire dal villaggio per “vedere da lontano distintamente ogni cosa”, per uscire da questa prospettiva che nasce da una distorta immagine di Dio, di un Dio che pare gioire delle nostre sofferenze. Il gesto di Gesù apre gli occhi di quell’uomo, gli dona una visione “altra” della vita e della relazione con Dio. A patto, beninteso, che “non rientri nemmeno nel villaggio”.
Ecco, credo che questa pagina evangelica risulti estremamente provocante anche per noi oggi, per noi che crediamo di vedere, per noi che crediamo di sapere, per noi che pensiamo di metterci Dio in tasca con troppa noncuranza e facilità.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
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