Buongiorno
mondo! Nel discorso "del pane" in Giovanni, Gesù ci ricorda che:
"Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la
mia carne per la vita del mondo" (Gv 6,44-51). La qualità della vita che
Gesù propone è talmente alta che così la vita stessa diviene indistruttibile,
si dilata oltre il tempo e lo spazio, assumendo quella condizione divina che è
promessa a coloro che accolgono il dono dell'essere figli. Mangiare Lui per
vivere di Lui e con Lui per sempre. E questo avviene fin da ora, fin dal
nostro oggi. Come? Se assumiamo il suo stesso stile di vita: facendoci pane.
Spesso abbiamo ridotto l'Eucaristia a un mero esercizio di culto religioso.
Vado a Messa, sto a posto, Dio è contento che ho osservato il precetto, ora
posso farmi in pace gli affari miei. O ancora peggio quando riduciamo
l'Eucaristia a un "qualcosa" che dobbiamo offrire a Dio, quasi Lui ne
avesse bisogno ( e qui ho tutti i miei dubbi sul senso del
"sacrificio" della Messa... è un termine che mi sa troppo di
religione e dei suoi apparati sacrificali atti a placare un dio sempre pronto a
scagliare i suoi fulmini sull'umanità...). Questa "riduzione eucaristica"
che spesso pratichiamo ci ha portato a "sterilizzare" la potenza e la
forza liberatrice del sacramento stesso. E così il farsi pane è andato
letteralmente a farsi benedire! "Mangiare questo pane" significa far
nostra la passione di Gesù per l'uomo, quello ferito, solo, escluso,
emarginato. "Mangiare questo pane" significa aprire spazi all'azione
liberante del Dio che vuole la nostra felicità e la pienezza della nostra vita.
Il “digiuno eucaristico” provocato da COVID19 non potrebbe essere una buona
occasione per provare a riflettere su questa realtà? Un abbraccio a tutte e a
tutti. Buona vita.
giovedì 30 aprile 2020
mercoledì 29 aprile 2020
Buongiorno
Buongiorno mondo! Oggi il Maestro ci invita a non cedere alla disperazione
o alla stanchezza: "Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e
oppressi, e io vi ristorerò" (Mt 11,25-30). In un mondo che spesso e
volentieri è diventato la casa di lupi che succhiano sangue e vita, noi
incontriamo Qualcuno che non viene a chiedere nulla a ma a offrire se stesso, a
farci dono della sua vita per la nostra felicità. Agli oppressi, agli
sfiduciati, ai piccoli e senza voce arriva questa parola di speranza: il
Maestro, per il tramite delle nostre presenze, cammina accanto a ciascuno già
da adesso, in questo tempo e spazio, perché ciascuno possa sperimentare una
presenza amica e non dire mai: Io non sono di nessuno. Chi ci incontra oggi
possa vivere tutto questo. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
martedì 28 aprile 2020
Buongiorno
Buongiorno mondo! Oggi il Maestro ci regala questa parola: "Io sono il
pane della vita" (Gv 6,30-35). Non è uno dei tanti che è venuto cercando
di attirarci nella rete e prendersi le nostre vite, non è un imbonitore dalle
mille facce ma sempre col medesimo fine, ossia fregarci e fregarsi la nostra
vita. No, il Maestro ci offre la sua come fosse pane e in quel pane c'è tutto
ciò che serve per rendere l'umanità talmente umana da farla diventare divina.
Allora, l'unica via da percorrere è quella di accogliere con gratitudine tale
pane, l'unico che ha il potere di trasformare anche noi in un buon pane per la
vita degli altri. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
lunedì 27 aprile 2020
Un disaccordo sul “Disaccordo”
Quando
ho letto il Comunicato stampa della CEI in merito alle disposizioni governative
per la gestione dell’emergenza COVID 19 a partire dal 4 maggio ho provato un
primo moto di rabbia. Poi mi sono ricordato quanto ha scritto uno dei miei
indimenticati e indimenticabili maestri nell’arte dell’esegesi biblica,
Ortensio da Spinetoli, ne “L’inutile fardello”: "Non è certo facile togliere di
mezzo i vescovi e gli esponenti dei dicasteri romani, ma se potessero provare a
tacere, se non altro per il troppo parlare che hanno fatto fino adesso, ne
avrebbe senz’altro un gran beneficio tutta la comunità credente".
Vivo
il mio essere presbitero svolgendo quello che il comunicato definisce “servizio
verso i poveri” e posso assicurare che questo periodo è stato molto, ma molto
faticoso per me e per tutte e tutti coloro che condividono con me tale servizio
(in questo frangente ho scoperto, con sorpresa, che il linguaggio rispettoso
che cerchiamo di usare non è spesso compreso. Durante i controlli subiti, come
giusto, dalle Forze dell’Ordine in
merito agli spostamenti, spesso mi sono reso conto che parlare di homeless o
senza fissa dimora creava difficoltà… se invece parli di “barboni” tutti
capiscono al volo, e non sono il solo ad aver constatato questo, chiedete al
mio Direttore Caritas…).
Per
tornare a noi, ho trovato avvilente e strumentale “usare” ancora una volta “i
poveri” per arrivare a giustificare la ripresa della “vita sacramentale”, quasi
fosse l’unica esperienza di quella “libertà di culto” sancita dalla Costituzione
(e qui mi attirerò sicuramente le ire di qualcuno: perché non fare lo stesso
appello anche in favore di chi sta celebrando il mese di Ramadan? Certo, fatte
salve precauzioni e distanziamento sociale…). Inoltre, come non rendersi conto
ancora che malgrado anni di catechesi, incontri e, soprattutto, celebrazioni
eucaristiche in tutte le salse e per tutte le sagre proprio queste comunità fedeli
al precetto domenicale spesso condividono, senza patemi d’animo e senza troppe
remore, logiche e politiche pervase di razzismo, di chiusure, di rifiuti di accoglienza
di fronte a poveri di ogni tipologia.
Questo
comunicato mi addolora e mi rattrista allo stesso tempo. Mi rattrista perché
dai miei Vescovi mi aspettavo una maggiore apertura al soffio dello Spirito e
un più coraggioso spirito di discernimento. Già don Cristiano Mauri nella sua
riflessione, che ho condiviso, offre ottimi spunti al riguardo (potete trovare la
sua riflessione qui ) io mi limito a una sottolineatura.
Le parole dei nostri Vescovi trasmettono una certa paura nell’aprirsi per cercare strade nuove per dire Dio oggi, per ridare forza al messaggio evangelico. La paura, si sa, non è una buona consigliera. E proprio in questo frangente emerge tutta la paura di perdere peso, potere e visibilità. Tutti siamo certi, a parole, di non essere più dentro un regime di Christianitas, ma allo stesso tempo assistiamo a un dispiegamento di forze per conservare in vita gli ultimi brandelli di quel “piccolo mondo antico” che si va disfacendo sotto i nostri occhi. Ecco qui un’altra occasione malamente sprecata per iniziare un cammino di discernimento al fine di dare un senso a quella “nuova evangelizzazione” che pare già vecchia prima ancora di cominciare.
Le parole dei nostri Vescovi trasmettono una certa paura nell’aprirsi per cercare strade nuove per dire Dio oggi, per ridare forza al messaggio evangelico. La paura, si sa, non è una buona consigliera. E proprio in questo frangente emerge tutta la paura di perdere peso, potere e visibilità. Tutti siamo certi, a parole, di non essere più dentro un regime di Christianitas, ma allo stesso tempo assistiamo a un dispiegamento di forze per conservare in vita gli ultimi brandelli di quel “piccolo mondo antico” che si va disfacendo sotto i nostri occhi. Ecco qui un’altra occasione malamente sprecata per iniziare un cammino di discernimento al fine di dare un senso a quella “nuova evangelizzazione” che pare già vecchia prima ancora di cominciare.
La terribile prova di COVID19 ha
acceso alcune spie, ha fornito delle indicazioni per cominciare a ripensare
seriamente alle nostre modalità di proposta di vita evangelica ed ecclesiale
(che a volte paiono essere rette più parallele che convergenti). I nostri amati
Vescovi che fanno? Si affrettano a “spegnere” quelle spie per chiedere con
forza di tornare ad accendere “gli amati ceri”: accanimento terapeutico sulle
strutture parrocchiali (tenute in vita artificialmente) è forse la qualifica
che meglio definisce quella “azione pastorale” caldamente richiesta dal
comunicato (oddio, non è che i “funerali a 15” concessi dal Governo mostrino
una maggior lungimiranza e buon senso: hanno il medesimo sapore delle famose
“brioches” di Maria Antonietta…).
Paradossalmente
(ma, evangelicamente, non troppo) i Vescovi emettono il loro comunicato proprio
nella Domenica III di Pasqua, quando la Liturgia propone il racconto dei due di
Emmaus. Ora, dire che quello “Stolti e tardi di cuore…”, sia stato detto
pensando al 2020 mi pare eccessivo, ma le somiglianze tra i due che cercano di
tornare alla loro “normalità” e i nostri Vescovi in cerca di “tranquillizzante
normalità” sono così evidenti che ogni commento sarebbe superfluo. E nemmeno il
fatto che i due “celebrano” l’Eucaristia a Emmaus può servire ad appoggiare le
richieste del comunicato CEI: l’Eucaristia si fa veicolo di Presenza se prima
vi è un serio e approfondito confronto con la Parola, unica porta di accesso al
riconoscimento del Crocifisso Risorto (altrimenti si celebrano riti che parlano
di idee ma non di incontro personale…).
Per non tediare oltre, concludo
lasciando la parola a due amici che, anche se, purtroppo, non amati da tanti, sono capaci di dar lustro
e dignità alla parola evangelica come pochi.
Aldo
Antonelli scrive: “Credere nella Risurrezione vuol dire
avere questa coscienza di Dio che non abita più nei cieli (come si poteva
credere prima dell’Incarnazione), ma che nella toponomastica umana non abita
più nemmeno nel tempio o nei luoghi deputati al culto. La residenza di Dio non
è più stanziale, ma nomade, si dipana lungo le strade del mondo. Ci teniamo e
rilevare che, stando ai Vangeli, Gesù nella sua vita pubblica non è mai andato
al tempio per pregare o per partecipare agli atti liturgici. . E’ vero, sì, che
Gesù, soprattutto secondo il vangelo di Giovanni, frequentava il tempio, ma
sempre per parlare al popolo e spiegare il suo messaggio, visto che là, di
solito, si riuniva la gente… (…) Questa dichiarazione di presenza di Gesù trova corrispondenza
nell’esperienza gioiosa dei viandanti di Emmaus: «Noi non sentivamo come un
fuoco nel cuore, quando egli lungo la via ci parlava?» (Luca, 24, 32).
Prefigurata dall’ Arca dell’alleanza (Cfr. Numeri cap. 10), trova piena attuazione
nella comunità del Risorto. Come a dire che Dio non è una presenza
localizzabile (“se vi diranno è qui o là non fidatevi….”, Matteo 24,26), ed
ancor meno può essere oggetto di possesso (il teutonico Gott mit uns dei
fascioleghisti….). Dio non può essere oggetto di possesso, da rivendicare o da
usare come arma. La sua “Trascendenza” ne impedisce l’oggettivazione. Mentre la
sua “Immanenza” lo propone come termine di relazione.”
E per chiudere, rimando al testo di J.M.
Castillo, “L’umanizzazione di Dio”, laddove Pepe scrive: “Gesù non incontrava
il Padre nello spazio sacro del
Tempio e neanche nel tempo sacro del
culto religioso. Gesù ha parlato del Padre e con il Padre nello spazio profano della campagna e
della montagna e nel tempo
profano della convivenza con la gente”.
Abbiamo ancora strada da fare, come i due di
Emmaus.
Buona vita.
Don Luciano e don Cristiano Mauri
Buongiorno
Buongiorno
mondo! In molti spesso ci si chiede: "Ma che vuole Dio? Qual è la sua
volontà? Cosa vuole da me?". Domande lecite alle quali Gesù offre una
risposta e proprio nel Vangelo di oggi: “Gli
dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù
rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha
mandato»” (Gv 6,22-29).
Tutto qui.
Bella roba, dirà qualcuno: sono ancora al punto di partenza! Già fratello o
sorella: se tu pensi che Dio ti dica per filo e per segno cosa devi fare nella
vita, ti dica dove devi andare, come realizzare la tua esistenza, beh, credo tu
abbia sbagliato "dio". Il Dio annunciato da Gesù si preoccupa della
nostra felicità, si preoccupa del fatto che possiamo avere una vita di una
qualità tale che nemmeno la morte sia capace di scalfirla, di distruggerla, una
vita che sia davvero degna di questo nome. La "volontà di Dio" non è
un software per far funzionare la nostra esistenza: inserisco dei dati e trovo
la mia risposta. Il nostro compito è individuare, nella fatica del crescere
quotidiano, la modalità concreta attraverso la quale esplicitare la fiducia
accordata al Maestro. "Credere in colui che egli ha mandato" non
significa aderire razionalmente a una dottrina, essere ossequiosi verso delle leggi,
assolvere precetti, collezionare sacramenti in maniera ossessiva e compulsiva
(esistono anche i “disordini sacramentali”, accanto a quelli, spesso
drammatici, “alimentari") “credere in colui che egli ha mandato" è
adottare uno stile di vita che faccia di noi uomini e donne liberi perché
liberati, capaci di amore perché amati, capaci di perdono perché continuamente
perdonati, accoglienti perché accolti. È lo stile di vita di Gesù Maestro che
ognuno cerca di proporre, e non di imporre, perché l'umanità cresca e abbia
accesso a quella "vita eterna" che non comincia di là, ma si dilata e
si espande fin dall'oggi, qui, nel nostro mondo così frantumato, diviso,
pauroso, violento.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
venerdì 24 aprile 2020
Buongiorno
Buongiorno
mondo! Oggi il vangelo ci racconta che "...una grande folla lo seguiva,
vedendo i segni che faceva sugli infermi" (Gv 6,1-15), e subito segue il
racconto della moltiplicazione/condivisione dei pani. Mi sono fermato alle
prime parole perché mi sembra ci possano fornire un'indicazione preziosa per
comprendere meglio come vivere il Vangelo. Gesù si occupa e si preoccupa degli
"infermi", ossia di coloro che in qualche modo non sono saldi, sono
deboli, quelli che rischiano più di altri di essere lasciati indietro. Il
Maestro ha occhi particolari per loro e offre loro la possibilità di uscire
dalla situazione di infermità in cui si trovano e quindi di poter camminare con
gli altri. Mi pare che Gesù privilegi proprio coloro che noi facilmente
lasceremmo in disparte, coloro per i quali non nutriamo particolari simpatie o
attenzioni. Nelle nostre comunità spesso è presente un criterio di
"efficienza" che rischia di creare situazioni di solitudine e di
esclusione. Non si vale se non per quello che si riesce a produrre, a fare, a
inventare. Credo che il Maestro ci inviti a educare il nostro sguardo sulla
vita e sulla comunità cristiana e a considerarla non come un campo di battaglia
o, peggio, una passerella sulla quale esibire capacità alla "talent show"!
Nello sguardo ricco di compassione del Figlio percepiamo lo sguardo del Padre
che ci invita ad avere occhi nuovi, occhi che sanno scorgere nella pochezza di
cinque pani e due pesci la ricchezza del Regno. Un abbraccio a tutte e a tutti.
Buona vita.
giovedì 23 aprile 2020
Buongiorno
Buongiorno
mondo! "Infatti colui che Dio ha mandato proferisce le parole di Dio e dà
lo Spirito senza misura" (Gv 3,31-36). Gesù è la parola definitiva del
Padre sul mondo. Il Figlio dell'Uomo rappresenta il modello di umanità che Dio
ha da sempre pensato e cercato insieme a noi tutti. Un'umanità che sia riflesso
e trasparenza di un Dio che è Padre e Madre, di un Dio che vuole la nostra
felicità. Come disse un monaco belga che ha vissuto nel Sahara: "Non posso
credere in un Dio che non sia felice anche quando noi siamo felici senza
di Lui". Per giungere a un tale livello l'unica condizione richiesta è
accogliere quello Spirito "donato senza misura". Di quale Spirito si
tratta? Credo dello stesso che ha condotto Gesù a donare la sua vita per il
mondo. Non è uno spirito asettico, impersonale, ma è lo stesso che ha guidato
Gesù nella sua opzione fondamentale per il bene dell'uomo: è l'amore del Padre
che scorre come un fiume verso di noi. Basta solo trovare il coraggio di
immergervisi e rinascere come persone nuove. Nuove perché continuamente
rinnovate dal suo amore e dal suo perdono capace di renderci portatori della
quotidiana novità del Regno. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
mercoledì 22 aprile 2020
Buongiorno
Buongiorno
mondo! "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito,
perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna" (Gv
3,16-21). Con queste parole Gesù ci rivela definitivamente chi è il Padre: è
amore, semplicemente ed esclusivamente amore. Un Dio che è amore e che non
chiede all'uomo se non di essere accolto. E l'accoglienza di tale presenza
amorosa trasforma le persone e dona loro la possibilità di trasmettere lo
stesso amore. Giovanni, nel testo di oggi, riprende ancora uno dei temi
presentati nel Prologo: luce e tenebre. Mi piace notare come lo
"scontro" (anche se è improprio chiamarlo così) tra queste due realtà
è sempre frutto di una scelta personale: scegliamo da che parte stare. Inoltre
la luce non ha bisogno di imporsi con forza sulle tenebre: semplicemente dove
vi è l'una non possono esistere le altre, perché davanti alla luce le tenebre
si ritirano. Non serve partire lancia in resta con crociate contro le tenebre:
basta vivere nell'amore del Padre, da figli e fratelli, e questo fa sì che le
tenebre non trovino più spazio. Le nostre comunità dovrebbero essere proprio
gli spazi in cui la luce dell'amore si manifesta e vivifica i rapporti tra le
persone, aprendo spazi all'azione di Dio che non è "venuto per giudicare
il mondo ma perché il mondo si salvi per mezzo di Lui". È un grande invito
alla libertà e alla creatività, perché l'amore è libero e creativo. Non siamo
cristiani per difendere tradizioni, non siamo cristiani per imporre dottrine;
siamo cristiani per aprire spazi alla misericordia di Dio che conta su di noi
per rendersi visibile oggi. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
martedì 21 aprile 2020
Buongiorno
Buongiorno
mondo! Continuando il dialogo con Nicodemo, il Maestro ci dona queste parole:
"E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia
innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita
eterna" (Gv 3,7-15). Gesù lascia intendere che il momento "più
basso" della sua esistenza, sarà anche quello "più alto". Il
momento della massima impossibilità umana, diviene lo spazio della massima
possibilità divina: solo il dono offerto diventa generatore di vita per
chi vuole accoglierlo. L'incontro con il Risorto nell'Eucaristia domenicale
dovrebbe essere il fondamento di tale dinamica: l'Eucaristia celebrata non è un
rito fatto per assolvere a un precetto o rendere contento Dio perché abbiamo
fatto il nostro dovere "santificando la festa"! È l'incontro vivo ed
efficace con Colui che "è stato innalzato" per dare anche a noi una
tale possibilità. Ecco perché l'abbassamento della Croce è preceduto
dall'abbassarsi di Gesù sui piedi dei discepoli: il gesto della lavanda getta
una luce diversa sulla Croce. Non è un sacrificio per salvare l'umanità
dall'ira del Padre, ma il modo che il Signore ha scelto per consegnarci il suo
Spirito e renderci capaci di vivere con Lui e come Lui nell'amore gratuito e
incondizionato. Ecco la vita eterna del Maestro: una vita talmente segnata e
impregnata di amore da assumere una qualità divina, eterna, più forte di
qualsiasi morte. Forse questo tempo di forzato “digiuno” eucaristico potrebbe
rivelarsi veramente un kairòs, il tempo favorevole per rivedere il nostro
rapporto con questo sacramento, cuore della Chiesa, e recuperarne il suo significato più profondo
e autenticamente evangelico: è il tempo di purificare la nostra “fame
eucaristica” e spogliarla di tanti orpelli inutili. Un abbraccio a tutte e a
tutti. Buona vita.
lunedì 20 aprile 2020
Buongiorno
Buongiorno
mondo! All'anziano Nicodemo, in cerca di lumi, il Maestro fornisce questa
indicazione: "In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall'alto,
non può vedere il regno di Dio" (Gv 3,1-8). Quello che Gesù chiede è di
coltivare e assumere lo stesso sguardo del Padre sull'umanità: uno sguardo che
rivela occhi pieni di compassione e misericordia. Uno sguardo che non
"guarda" dall'alto in basso, non si fonda su chissà quale potere, ma
è lo sguardo di Colui che ama indistintamente e senza condizioni. "Vedere
il Regno" è lavorare con il Padre perché il Regno cresca e si manifesti.
"Vedere il Regno" è fare propria la proposta del Figlio, accogliendo
il dono dello Spirito che ci rende figli con Lui ("A quanti lo hanno
accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio..." recita il
Prologo). Non si tratta più di fondare la propria fede su una legge esterna a
noi, ma di accogliere un dono che ci rende capaci di aprire spazi all'azione di
Dio nel mondo. Ecco il cammino che il Maestro propone al "Nicodemo"
che vive in ciascuno di noi. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
sabato 18 aprile 2020
Buongiorno
Buongiorno
mondo! Ecco la consegna di oggi del Maestro: "Andate in tutto il mondo e
predicate il vangelo ad ogni creatura" (Mc 16,9-15). Credo che Gesù abbia
chiesto ai suoi di far partecipe tutta l'umanità della buona notizia che è Lui
stesso e il suo annuncio dell'amore del Padre. È come se avesse detto: "vi
ho fatto provare, sperimentare cosa significa abbandonarsi all'amore del Padre.
Andate ora e fate la stessa cosa per le vostre sorelle e i vostri fratelli.
Siate immagine viva e vivificante del Padre che si prende cura dei suoi figli e
fatelo sperimentare". Il Maestro non chiede ai suoi di fare lezioni di
teologia e di trasmettere una dottrina: chiede di far sperimentare l'amore del
Padre che passa attraverso la disponibilità di ciascuno a prendersi cura del
benessere dell'altro, del suo bene, della sua voglia di vita. Non siamo inviati
a trasmettere aride nozioni (e poi magari sottoporre a esame per verificare che
tutto sia esatto): siamo inviati a trasmettere la vita che scorre
incessantemente dal Padre che vuole i suoi figli felici. E se per far questo
dobbiamo "sconfinare", andare oltre, passare avanti e rischiare di
essere messi da parte, beh, vuol dire che stiamo sulla buona strada, quella del
disprezzo della Croce, e siamo in compagnia del Maestro che conta su di noi per
far brillare il volto di un Dio che per noi si è fatto vangelo, felice annuncio.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
venerdì 17 aprile 2020
Buongiorno
Buongiorno mondo! Oggi il Vangelo ci racconta di un Pietro che dopo i fatti
di Gerusalemme esclama: "Io vado a pescare!" (Gv 21,1-14). La
delusione, la morte subita dal Maestro lo portano a ritornare indietro, a
riprendere la sua vecchia vita. Succede anche a noi quando imputiamo al Maestro
o al Padre la colpa dei nostri insuccessi, o le cose che vanno storte nel
mondo, i lutti improvvisi, le catastrofi, e via discorrendo. Tutto dipende
dall'immagine di Lui che ci siamo fatti e che adattiamo con estrema facilità
alla varie situazioni che il mestiere di vivere ci fa affrontare. La rete da
pesca è sempre lì, la tentazione di tornare indietro o quella di cercare un
“maestro” più in linea con le tue idee, un “maestro” che, obbediente, non ti
aiuti a crescere ma sposi le tue idee e le tue visioni è sempre presente... sta
a te decidere se fidarti ancora del Maestro o affidarti alle tue
illusioni/delusioni. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
mercoledì 15 aprile 2020
Buongiorno
Buongiorno mondo! La scena che ci descrive Luca nel vangelo di oggi è una
delle più belle (Lc 24,13-35): Emmaus, ossia, dalla disperazione alla gioia che
sgorga dalla speranza ritrovata. "Resta con noi perché si fa sera e il
giorno già volge al declino": senza la Tua Luce, ogni giorno è buio, ogni
ora sembra non finire mai. Lo diciamo al Maestro perché ci insegni a tornare su
nostri passi, a non avere paura a farci compagni di strada dei Crocifissi di
oggi, a saper ridare speranza al disperato, a riaccendere nei cuori la gioia di
sapersi amati e non abbandonati. Resta davvero con noi, perché con Te, in Te e
per Te faremo grandi cose. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
martedì 14 aprile 2020
Buongiorno
Buongiorno mondo! Oggi nel Vangelo ci viene detto che "Maria di
Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore»” (Gv
20,11-18). È quanto ogni discepolo cerca di fare con la sua vita: dire a tutti:
"Ho visto il Signore". Ho visto il Signore nel fratello solo, nella
sorella in difficoltà, nel sorriso di un bambino, nel grazie di un anziano,
nella parola di speranza che quella persona mi ha regalato. Ho visto il Signore
e il mio cuore si è riempito di speranza e di gioia. Ho visto il Signore e so
che non siamo soli. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
domenica 12 aprile 2020
Pasqua di Risurrezione 2020
Maria di Magdala… le
altre…
Tutte a correre di
buon mattino alla tomba,
Per finire quanto
non era stato possibile fare il giorno prima,
per sistemare il
corpo dell'Uomo tanto amato
Che aveva
trasformato le loro vite,
Aveva aperto loro
nuovi orizzonti,
Le aveva fatte
sentire amate, rispettate,
Aveva donato loro
quella dignità troppe volte negata.
E gli altri? I suoi?
Mah… scomparsi, loro sì,
Loro sì che si sono
fatti fantasmi,
Prede della paura di
essere anche loro "contagiati"
Dalla violenza che
strappa la vita.
Ma, magra
consolazione, almeno le donne
Un corpo su cui
piangere,
Un corpo su cui
riversare l'ultimo bacio, l'ultima carezza
Una tomba su cui
versare l'ultima lacrima
L'avevano, o così
pensavano.
Noi, spesso, nemmeno
quello:
Da un giorno
all'altro il vuoto,
l'assenza più
totale, quella che spacca dentro,
Quella per cui
piangi ma su chi? Su cosa?
E quanto dovrai
attendere prima di? E dove sarà finito?
Nulla. Il vuoto.
L'angoscia che ti spiazza anche il dolore,
Che quasi te lo
rende vano, vacuo.
E la stessa cosa
successe quel mattino,
Questo mattino,
Nel nostro giardino
del quotidiano:
Non c'è, è Risorto!
Nemmeno il pietrone
di quella tomba
È riuscito a fermare
l'impeto della vita,
Nemmeno tutta la
violenza bruta ce l'ha fatta
A tenerlo
prigioniero:
Non est hic,
Resurrexit!
Chi? Il Crocifisso!
Proprio lui, proprio
quello che abbiamo visto spirare,
Proprio Lui che
porta i segni cruenti
Che lo rendevano
maledetto,come tutti coloro che pendono da legno,
Proprio lui che ha
attraversato gli abissi del dolore che nasce dalla violenza,
Proprio lui che ha
assunto tutte le nostre sofferenze,
Le ha portate nella
tomba
E lì le ha lasciate.
Il Signore
Crocifisso che porta per sempre e ovunque
I segni della sua
Passione per noi
Si fa ora fratello,
Cammina di nuovo
sulle nostre strade
E ci toglie l'unica
certezza che ancora deve cadere:
La morte non ha
l'ultima parola,
La morte non è
l'ultima parola.
Piegati e piagati,
Anche noi crocifissi
con Lui,
Usciamo oggi dalla
tomba
Per gridare,
cantare, danzare con Lui
La forza della vita,
La forza di una vita
che vince la morte,
Che vince ogni
morte,
La forza di una vita
che alla violenza risponde con il perdono,
La forza di una vita
che solo nel dono totale
È capace di sfondare
la pietra tombale
Che ancora ci tiene
prigionieri.
Il Crocifisso
Risorto è con noi,
La sua vita è per
noi:
Lasciamo il
giardino,
Torniamo indietro
Per dirlo a tutti
che noi ci crediamo:
È Risorto! Non siamo
soli.
Coraggio! Ci precede
e ci invita ad osare la sfida:
La morte non ci
avrà! Mai!
Buona Pasqua 2020 a
tutte e a tutti.
sabato 11 aprile 2020
Sabato Santo 2020
Buongiorno
mondo! Oggi sarebbe una giornata fatta di silenzio. Un silenzio carico di
attesa... l'attesa che il grido di vittoria della vita sulla morte si faccia
udire di nuovo. Ma questo silenzio è ancora purtroppo lacerato dalle grida di
dolore che salgono da quella parte di umanità ferita, lesa nella sua dignità,
ancora troppe volte vittima di quelle violenze rese ancor più inaccettabili
perché compiute in nome di Dio. Non possiamo sopprimere questo grido di dolore,
non possiamo far finta di non udire. Il Signore è là fuori, in mezzo ai suoi
fratelli e alle sue sorelle a lenire ferite, infondere speranza, ridare
dignità, ricostruire con la forza del perdono relazioni spezzate. Celebrare la
Sua Pasqua è mettersi al suo fianco e non limitarsi a guardare attoniti quell'
"ecce homo" che si ripresenta a noi oggi nelle nostre sorelle e
fratelli maltrattati, esclusi, feriti e abbandonati. Il silenzio di questa
giornata faccia tacere in noi ogni voce che ci chiama a rinchiuderci in noi
stessi. Il silenzio di oggi rinfranchi la nostra voce, per far salire di nuovo
possente il canto della speranza che nasce dalla condivisione della vita del
Maestro accanto ai tanti "crocifissi" che popolano la nostra storia.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita, sempre più forte anche in questi
tempi di Covid-19.
venerdì 10 aprile 2020
Venerdì Santo 2020
Buongiorno
mondo! Venerdì Santo: giorno della Passione, giorno di Passione. Giorno della
Passione che il Padre, nel Figlio, nutre per ciascuno di noi. Oggi viene a noi
come appassionato amante per offrirci il suo volto pieno di compassione e
misericordia. Oggi facciamo memoria della Passione di Gesù, il Maestro, fatto
fuori ingiustamente da quell'alleanza trono-altare che vedeva minacciato il
potere del sistema che aveva messo in piedi. Un solo uomo è stato capace di far
tremare fin dalle fondamenta l'edificio di poteri e ingiustizie costruito dalla
casta sacerdotale che ha trovato nei Romani il braccio armato di cui aveva
bisogno per far tacere quella voce che è verità. Oggi mi limito a ricordare la
domanda che Pilato pone a Gesù. Nella sua lingua, il latino, suonava così:
"Quid est veritas?" Che cosa è la verità? Se anagrammiamo le parole
della domanda in latino, scopriamo che essa contiene la risposta: "Est vir
qui adest", "È l'uomo che è davanti a te". Non ci sono altre
parole: l'unica verità sull'uomo è il Figlio dell'Uomo che indica la via per
umanizzarci. La via non è quella incarnata dal potere, ma quella vissuta nel
servizio e nel dono di sé costante, quotidiano, faticoso ma sempre rinnovato.
Non è la via dell'appariscenza, ma la Via di Colui il cui aspetto non è umano,
la cui bellezza è devastata dalla condivisione delle tante sofferenze
incontrate ogni giorno e pienamente condivise. Non è la via del possesso e del
denaro: 30 pezzi d'argento sono il crudele prezzo del tradimento e da questa
"ricchezza" non può nascere nulla. "Dai diamanti non nasce
niente, dal letame nascono i fior" cantava il grande De André. Ecco la via
crucis quotidiana, ecco la via dove la vita nasce e fiorisce perché si trova
sempre qualcuno disposto a seguire le orme di Colui che è venuto non per essere
servito ma per servire. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
giovedì 9 aprile 2020
Giovedì Santo 2020
Buongiorno mondo! Nella Messa "In Coena Domini" viene proclamato il famosissimo testo di Giovanni (13,1-15) che descrive il gesto compiuto dal "Signore e Maestro" quando lava i piedi ai discepoli. Giuda aveva già deciso di"vendere" Gesù per 30 pezzi d'argento: il prezzo, secondo il Levitico, dovuto per uno schiavo o una donna (e già questa la dice lunga!). In effetti Gesù compirà quel compito ripugnante che era proprio degli individui considerati inferiori rispetto ai loro superiori (schiavo-padrone;moglie-marito; figli-padre; discepoli-maestro). E tale pratica veniva sempre fatta prima del sedersi a tavola, mai durante. Gesù agisce esattamente come ha sempre fatto nella sua esistenza: fa il contrario! Lui, il Signore e Maestro,si abbassa mostrando così la sua vera superiorità o regalità: il gesto dell'amore che si trasforma in servizio. Ma non un servizio generico, tipo quello che predichiamo spesso noi: facciamo qualcosa per gli altri, mettiamoci a disposizione, ecc... No, è un servizio reso che trasforma, “transustanzia” in"signori", uomini e donne liberi perché liberati dall'amore e capaci a loro volta di chinarsi a fare la stessa cosa per rendere altri fratelli e sorelle "signori" allo stesso modo. Gesù non lava i piedi per dimostrare che si abbassa, ma per innalzare gli altri e far comprendere che nella sua comunità non ci sono gerarchie, "superiorati", ranghi di prestigio (con susseguenti abiti, monili e ammennicoli vari da esibire per mostrare il rango raggiunto). Nella sua comunità ci sono signori che si fanno servi perché solo chi è veramente libero, come solo un signore può essere, può davvero farsi servo. Allora, e solo allora, avrà senso indossare quel grembiule di "don toniniana" memoria: solo così non avremo reso vano il gesto del "Signore e Maestro". Solo così “transustanzieremo” la nostra esistenza facendola diventare un buon pane per li altri. Un abbraccio a tutte ea tutti. Buona vita e buon Triduo Santo in questi tempi duri di COVID-19, kairòs potente che ci chiama a transustanziare la nostra umanità.
mercoledì 8 aprile 2020
Buongiorno. Mercoledì santo 2020
Buongiorno mondo! "Quanto mi volete dare perché io ve lo
consegni?" (Mt 26,14-25): con queste parole Giuda si vende il Maestro,
l'amico, la persona con cui ha condiviso tutto negli ultimi tre anni. Quando i
démoni dell'avere, del potere e dell'apparire si impadroniscono del cuore, ecco
le conseguenze: siamo disposti a passare sopra tutto e sopra tutti per ottenere
ciò che bramiamo. Il Maestro invece, anche nell'ultimo gesto, quello del darci
se stesso, ci insegna che quanto più si è disposti a donare, tanto più si
riceve. È uno strano gioco quello del Regno: l'unico modo per vincere è quello
di perdere nel consegnarsi…
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
martedì 7 aprile 2020
Buongiorno. Martedì Santo 2020
Buongiorno mondo! Oggi il vangelo di Giovanni ci racconta come il
Maestro indichi al discepolo amato chi sia il traditore: "È colui per il
quale intingerò un boccone e glielo darò" (Gv 13,21-33.36-38). Il primo
boccone, intinto dal padrone di casa, veniva offerto all'ospite di riguardo.
Fino alla fine Gesù tenterà di strappare Giuda dalle tenebre (tanto che
l'evangelista sottolinea come, appena ricevuto il boccone, Giuda usci, "ed
era notte"). Fino alla fine gli offrirà l'opportunità di
entrare nella luce del Padre, da figlio; Giuda sceglie di restare nelle
tenebre della menzogna, lasciandosi così soffocare dalle spire tentacolari di
quel potere religioso che arriverà anche a Gesù stesso. Ma la mia riflessione
stamane si ferma al "boccone" che Gesù offre. La sua offerta è sempre
un'offerta di vita (intesa sia come offerta della Sua vita che anche offerta di
vita per ciascuno): il suo pane è un pane che genera vita, che apre percorsi di
vita, di solidarietà, di umanità. Non così, invece, nelle nostre comunità, dove
spesso i bocconi sono bocconi avvelenati: non è pane che alimenta la vita, ma
genera rancori, divisioni, invidie, gelosie. I bocconi che circolano dentro le
nostre comunità sono spesso bocconi che non immettono luce, ma producono
tenebra: la tenebra della menzogna asservita al potere, la tenebra della
pretesa della verità, la tenebra della durezza di cuore, per cui la mia ragione
diventa ragion di stato e fin quando il fratello o la sorella non si piega ad
essa, la mia porta resta chiusa. Il Maestro ci offre sempre il suo
"boccone dell'ospite di riguardo": che uso ne facciamo? Siamo
disposti a farci "bocconi di vita" o preferiamo essere "polpette
avvelenate"? Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
lunedì 6 aprile 2020
Buongiorno. Lunedì Santo 2020
Buongiorno
mondo! Oggi il Maestro ci ricorda che: "I poveri infatti li avete sempre
con voi, ma non sempre avete me" (Gv 12,1-11). Ma come, Maestro? Non sei
tu l'Emmanuele, il Dio-con-noi, colui che ha promesso di restare con noi
sempre? Perché proprio ora vieni a dirci che "non sempre avremo te"?
Domande legittime davanti a quella che pare essere una contraddizione nelle
parole di Colui in cui abbiamo posto la nostra fiducia. Io penso che Gesù abbia
voluto mettere, in un certo senso, in guardia i suoi: "non sempre
avrete me" ossia rischierete di perdermi ogni volta che chiuderete gli
occhi per non vedere coloro che stanno al centro del cuore del Padre, i poveri,
gli esclusi, gli emarginati, quelli "fuori", insomma quelli per i
quali io sono venuto e ai quali ho annunciato il Regno. Già, le tentazione
solita di incasellare Gesù nei nostri schemi, di dire "è così e basta,
solo noi sappiamo, solo noi diciamo che Dio funziona così", la tentazione
di appropriarci di Lui e di metterlo a servizio dei nostri progetti, delle
nostre "visioni pastorali". La tentazione di costruire comunità dove
facciamo anche delle cose PER i poveri, ma spesso non facciamo comunità CON i
poveri. Infatti Gesù ci ricorda che saremo sempre con i poveri! Non ci ha detto
"fate qualcosa per i poveri", ma state con i poveri, fate le vostre
scelte a partire da loro e con loro. Così facendo anche Lui sarà sempre con
noi. In caso contrario, come Giuda, guarderemo allo spreco di denaro del
profumo criticando perché "noi avremmo fatto sicuramente meglio": sì,
avremo “venduto” meglio il nostro servizio per i poveri, ma non saremo stati
con i poveri, il santuario abitato dal Risorto. Un abbraccio a tutte e a tutti.
Buona vita.
venerdì 3 aprile 2020
Buongiorno
Buongiorno mondo! A tutti coloro che lo stanno accusando il Maestro
risponde: "Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre
mio" (Gv 10,31-42). Il senso della sua esistenza, l'orientamento che ha
dato alla sua vita è stato quello di svelarci il volto del Padre, di mostrarci
come il Padre opera e la sua volontà di renderci figli felici. Non si tratta
dunque di fare delle cose, di compiere opere cristiane, ma di essere segni,
piccole fiammelle che indicano la via per la casa del Padre, la casa dove ogni
donna e ogni uomo sono mio fratello, sempre e comunque, al di là di ogni razza,
lingua, religione e cultura, al di là di ogni paura che genera solamente quel
sospetto che sovente genera violenza. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona
vita.
giovedì 2 aprile 2020
Buongiorno
Buongiorno
mondo! Oggi il Vangelo ci racconta ancora che : "Allora raccolsero pietre
per scagliarle contro di lui" (Gv 8,51-59). Vai a vedere che le pietre portate
per l’adultera potevano ancora venir buone… Di fatto ogni volta che la
bellissima verità di Colui che "bestemmia perché si fa uguale a Dio"
cerca di penetrare nel sistema della religione, la reazione è sempre violenta:
meglio chiudere subito la falla altrimenti chissà dove andiamo a finire. La
libertà dell'essere figli, e quindi di assomigliare al Padre, è una verità
scomoda. Scomoda perché scardina alla base il meccanismo di potere proprio
della religione, eliminando anzitutto chi occupa il posto di mediatore tra
"Dio" e "l'uomo". Come "gestire" un Dio che si
presenta come Padre e apre a tutti il suo cuore, gratuitamente, senza condizioni?
Che razza di comunità verrebbe fuori senza la guida di coloro che
"sanno" esattamente ciò che Dio vuole e per questo chiedono
obbedienza? E poi… quelle pietre… che incarnano la menzogna che viene dalla
falsa comunicazione, pietre che prendono il posto delle parole e che
mummificano la Parola… siamo davvero esperti…
Credo che la
via proposta dal Maestro sia difficile perché impegna la libertà personale nel
dono di sé. Quando questo è chiaro, allora diventa anche chiaro lo stile di
vita che nasce e sostiene una comunità nella quale i ruoli non sono più vissuti
come "potere" ma come servizio. Allora, e solamente allora, le cave
di pietre diventerebbero giardini di vita. Un abbraccio a tutte e a tutti.
Buona vita.
mercoledì 1 aprile 2020
Buongiorno
Buongiorno mondo! Il Maestro ci ricorda che "Se rimanete fedeli alla
mia parola, sarete davvero miei discepoli" (Gv 8,31-42). La fedeltà alla
sua parola non è una mera osservanza di un qualche precetto, altrimenti dove
starebbe la novità del cristianesimo? Essere fedeli alla sua parola è diventare
parola a nostra volta, come Lui e con Lui, una parola che parla del Padre, del
Regno; una parola fatta di servizio all'umanità perché cresca nella vita, nella
giustizia, perché diventi "più umana". Una parola che sa arrivare al
cuore per aprire all'amore. Solo in questo modo saremo portatori sani di
libertà umanamente autentica. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.