mercoledì 30 settembre 2020
Buongiorno mondo!
martedì 29 settembre 2020
Buongiorno mondo!
lunedì 28 settembre 2020
Buongiorno mondo!
venerdì 25 settembre 2020
Buongiorno mondo
giovedì 24 settembre 2020
Buongiorno mondo!
mercoledì 23 settembre 2020
Buongiorno mondo!
martedì 22 settembre 2020
Buongiorno mondo!
lunedì 21 settembre 2020
Buongiorno mondo!
Buongiorno mondo!
La festa della Misericordia
Mt 9,9-13
In quel tempo, mentre andava via, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Oggi, nella festa di San Matteo, la liturgia ci propone il racconto della "chiamata" dello stesso (narrata da lui, quindi possiamo supporre onesta). Gesù è sempre stupefacente e in grado di stravolgere i nostri schemi: lì dove noi eviteremmo con cura di andare (sai mai le brutte figure), lui ci si getta a capofitto, incurante delle critiche dei benpensanti e dei buoni credenti dell'epoca ( per dire che i criteri di Dio non sono i nostri... ma quando mai la capiremo?). Il Maestro va a mangiare e bere in casa di persone per le quali, a detta del clero dell'epoca, Dio aveva già preparato un bel posto all'inferno (fatta salva una conversione improvvisa e debitamente certificata).
Non è che da noi oggi le cosa vadano meglio: se non sei nella casta del credenti-praticanti, beh... prima o poi la tegola divina in testa arriva. Eppure il Maestro sceglie proprio queste persone per far risuonare l'annuncio che il Padre si prende cura dei suoi figli, soprattutto dei più fragili e deboli, di quelli che hanno fatto scelte sbagliate e si sono poi trovati tutte le porte chiuse (mentre proprio per loro avrebbero dovuto essere spalancate...). Gesù non ha bisogno di santi, di perfetti, di credenti patentati. Il Maestro non può curarsi di coloro che già si sentono e si propongono "maestri di fatto" per gli altri. Il Maestro non può essere ossigeno per chi è già equipaggiato di bombole (riempite con l'ossigeno rubato ad altri). Il Maestro non chiama a cambiamento chi già si sente pronto e "cambiato".
Sorella, fratello: anche oggi la domanda arriva e resta in attesa della tua risposta: a quale mensa ti vuoi sedere? Alla mensa di chi si sente benedetto e amato da Dio perché si è "meritato" tutto questo o alla mensa di coloro che sanno stupirsi e accolgono un amore gratuito che nulla chiede se non di essere accolto e condiviso? Il Maestro desidera sedere alla tavola della nostra esistenza: sta a noi decidere se sederci a tale tavola da perfetti o da peccatori amati e perdonati. A seconda della scelta comprenderemo se il Maestro fa parte della combriccola o è andato a prendere posto ad altre tavole. A noi la scelta e il menù che ne consegue.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
venerdì 18 settembre 2020
Buongiorno mondo!
giovedì 17 settembre 2020
Buongiorno mondo!
mercoledì 16 settembre 2020
Buongiorno mondo!
Buongiorno mondo!
Chiamati a discernimento
Lc 7,31-35
In quel tempo, il Signore disse:«A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”.
È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”.
Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».
"Questa generazione…". Non è che forse siamo proprio noi quella generazione lì?
Noi che non ci accontentiamo mai di nulla?
Noi che sempre e comunque abbiamo di meglio da proporre (purché altri lo facciano… noi no, troppo impegnati!)?
Se qualcuno è contento, anche noi, ma… quello non la racconta giusta.
Se qualcuno è scontento, ma io di più… sapessi cosa è capitato a me…
Insomma, se il metro di riferimento usato da altri esce dall'ultimo millimetro del nostro metro personale, allora non va: nel meglio o nel peggio… io di più!
Entriamo in casa nostra?
Prima la Chiesa era una cittadella arroccata su se stessa, più preoccupata di sé che del Regno. Non va bene ( e grazie a Dio lo si è capito): la Chiesa non esiste per se stessa!
Con il Concilio la Chiesa riscopre il senso del suo esistere alla luce del Vangelo (o quanto meno ci ha provato ed oggi stiamo tornando a posizioni più rassicuranti, più "religiose", malgrado papa Francesco si affanni a spingerci fuori dalle nostre ormai vuote chiese e sacrestie): non va bene. Noi dobbiamo difendere i valori tradizionali: siamo aperti al mondo ma i valori non negoziabili non si toccano.
E potrei andare avanti.
Sorella, Fratello: "La Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli". Questa Sapienza è l'Uomo Gesù di Nazareth. Giusto non per la Legge ma per la capacità di farsi trasparenza di Dio, di quel dio che per secoli abbiamo tirato per la giacchetta affinché potesse dare ragione solo a noi. Già… A Noi! Un grido che fa rabbrividire e che è la negazione di qualsiasi appartenenza al Regno e a qualsiasi sequela del Maestro.
Anche oggi la domanda arriva come appello estremo alla tua libertà: chi vuoi seguire?
Un abbraccio a tutti e a tutte. Buona vita.
martedì 15 settembre 2020
Buongiorno mondo!
lunedì 14 settembre 2020
Buongiorno mondo!
Buongiorno mondo!
La festa del Dio fragile
Gv 3,13-17
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
Oggi la liturgia propone la Festa dell'Esaltazione della Santa Croce. Festa indigesta, oserei dire. Indigesta perché ripropone l'immagine di Dio che sceglie l'estrema fragilità di uno morto come malfattore infame per consegnarsi nelle nostre mani.
In tempi, come i nostri, in cui assistiamo quasi quotidianamente (e spesso purtroppo in un silenzio che parla di complicità) all'esibizione di aggressività verbale che non riconosce l'alterità e di culto della bieca violenza gratuita che arriva al disprezzo della vita altrui, Dio si propone nell'Uomo della Croce e in Lui ci mostra l'unica autentica via per diventare pienamente umani: la via del dono totale e del perdono gratuito e incondizionato. La "théoria" della Croce è l'unico "spettacolo" in cui Colui che nessuno ha mai visto si mostra in tutta la sua maestà: non è il Dio onnipotente amico dei potenti e dei forti, ma il Dio che si identifica con tutte e tutti coloro che oggi abitano la Croce.
Sorella, fratello: quale Dio vai cercando? Quale Dio vai pregando? Quello che benedice i tuoi successi? Quello che esibisce la sua potenza con gesti spettacolari? Il Dio che ti attende al varco per "fartela pagare"? Non troverai qui il Dio di Gesù. Semmai troverai l'idolo che soddisfa la tua sete di potere, l'idolo che accompagna le tue azioni di forza. Ma sarà sempre un idolo costruito dalle tue mani che ti svuota della vita da dentro, fino a farti diventare nulla.
Se non hai il coraggio di sostare davanti allo "spettacolo" della Croce, allora non potrai intraprendere il cammino che ti rende umano. È il paradosso evangelico: quanto più la violenza bruta della Croce, supplizio che disumanizza, viene trasfigurata dal dono e dal perdono gratuito e incondizionato, tanto più diventerai umano. Umano come l'Uomo della Croce: talmente umano da essere divino.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
venerdì 11 settembre 2020
Buongiorno mondo!
Buongiorno mondo!
Travi e pagliuzze
Lc 6,39-42
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
Parole piene di buon senso quelle che il Maestro ci consegna oggi! Parole di un significato talmente evidente che ogni commento potrebbe risultare superfluo. Credo che la chiave di lettura di questo testo sia da ricercare nelle parole stesse che il Maestro ci ha consegnato ieri: "Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati…". Mi ricordo un proverbio africano: quando punti il dito contro una persona non dimenticare che vi sono almeno tre dita rivolte verso di te.
Il Maestro ci chiede una sapiente cautela prima di esprimerci nei confronti di una sorella o di un fratello. Una cautela che affonda le sue radici nella profonda consapevolezza del proprio essere, delle proprie fragilità, delle proprie vulnerabilità.
Sorella, fratello: viviamo un tempo in cui la tentazione di renderci portatori di verità uniche e indiscutibili è grande. In nome di queste presunte "verità" ciascuno vorrebbe sedersi sullo scranno del giudice e distribuire sentenze e giudizi inappellabili verso coloro che pensano e vivono in maniera diversa. Il peccato non è la differenza di pensiero ma esattamente il contrario: giudicare chi non è in linea, chi non sta dalla mia parte. In questi tempi incontriamo sempre più spesso degli esagitati portatori di verità. Il Maestro ci mette in guardia: chi crede di vedere meglio e più degli altri spesso si rivela un piccolo cieco che conduce dritto dentro un fosso. Ricordiamoci: non possediamo delle verità, ma la Verità possiede le nostre vite, le illumina e ogni giorno si svela a noi gradualmente. Volerla possedere a tutti i costi è ucciderla e negarla. Accoglierla nella fatica del vivere quotidiano è principio di discernimento e di sapienza.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
giovedì 10 settembre 2020
Buongiorno mondo
Buongiorno mondo!
La via dell'umanità
Lc 6,27-38
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.
E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».
Ieri il Maestro ha delineato, con le Beatitudini, la sua proposta di vita, che Lui stesso vive ogni giorno. Davanti alle Beatitudini tutti dicono: "Molto bello, interessante. Ma cosa vuol dire? Come si vivono poi in pratica queste belle parole?". Ecco, oggi viene fornita una risposta.
La pericope evangelica odierna costituisce una sorta di commento che offre indicazioni pratiche su cosa significa vivere le Beatitudini. Intendiamoci bene: non si tratta di una pia esortazione a fare qualcosa. Il senso ultimo di tali indicazioni pratiche è invitare ad una profonda conversione.
Ecco perché Gesù, quando parla di conversione, non si riferisce alla conversione a Dio ma a un radicale cambiamento delle nostre relazioni. E cosa c'entra Dio? Gesù anche qui offre una risposta ben precisa: il Padre diviene il modello cui guardare per costruire e rinnovare le nostre relazioni. Insomma, Gesù ricorda sempre che a chi intende seguirlo non viene fatta una richiesta di obbedienza a Dio bensì una proposta di "assomiglianza" al Padre: "Siate misericordiosi…". Dunque si tratta di un invito forte ad imparare ad amare come e con Lui perché solo in questo modo realizziamo la nostra chiamata a diventare umani, talmente umani da diventare divini.
Sorella, fratello: la via delle Beatitudini non è una via comoda, ma scomoda e scomodante. Se scegli di imboccarla allora troverai su di essa solamente indicazioni per giungere alla meta: essere capace come il Padre (e il Maestro ce lo ha mostrato senza nascondere nulla, senza trucchi né inganni) di dono totale e perdono assoluto. Qui si cela l'essenza della nostra umanità, come il Creatore l'ha da sempre pensata. È una sfida che ha lanciato a Se Stesso: osare la fiducia nel fatto che possiamo farcela. Una sfida che attende una risposta.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
mercoledì 9 settembre 2020
Buongiorno mondo!
Buongiorno mondo!
Un Dio che ci vuole felici
Lc 6,20-26
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».
Matteo enumera 8 beatitudini, tutte sotto il segno del "Beati" che fa da incipit per ciascuna. Luca divide le 8 in due gruppi: 4 Beatitudini e 4 Ahimè (Gesù non maledice, non usa il termine "Guai" bisogna tradurre "Ahimè" perché questa esclamazione rappresenta il grido di dolore di Gesù per coloro che si rifiutano di comprendere e si chiudono nel loro benessere costruito sulla pelle altrui).
Voglio sottolineare il fatto che i due gruppi sono chiusi da un "beati" e da un "ahimè" che sono contrapposti tra loro ma conseguenti con quanto precede. "Beati quando diranno male di voi perché avete scelto di osare la via del Vangelo", "Ahimé quando diranno bene di voi perché questo significa che fate parte del sistema fondato su potere, avere e apparire".
Sorella, fratello: scegliere la via del Maestro significa accettare consapevolmente di diventare spesso e volentieri "persona non gradita" dentro un sistema che fa del potere, dell'avere e dell'apparire la triade idolatrica cui vendere la propria esistenza. La via delle beatitudini evangeliche è paradossale proprio perché propone uno stile di vita che si pone in alternativa netta al sistema che genera ingiustizia, povertà, oppressione. Lo stesso sistema che porta a scegliere violenza e morte come stile di vita (e i fatti di questi giorni, al netto di tutti i pensieri e retropensieri, ne sono la conferma). Come sempre la scelta è personale: seguire il Maestro è intraprendere la via per l'autentica felicità, a caro prezzo, ma autentica e senza fine. Occorre scegliere tra "Beati" e "Ahimé": ognuno faccia i suoi conti.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
martedì 8 settembre 2020
Buongiorno mondo!
Buongiorno mondo!
Il Nome dentro una storia di nomi
Mt 1,1-16.18-23
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Uria, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giosafat, Giosafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa Dio con noi.
A una prima lettura ai più pare una teoria di nomi per lo più insignificanti. Tolti i soliti noti, il resto forma un punto interrogativo che metà basta. È la storia d'Israele, o almeno una grossa parte, costruita sulle tante storie personali che Matteo offre alla sua comunità, peraltro abituata a raccontare la storia in questo modo. Noi si va per date (la maledizione delle interrogazioni di storia), da quelle parti (e anche Gesù l'avrà fatto), si va per nomi. Nomi che però racchiudono il cuore della storia e delle storie di ciascuno. Matteo non si vergogna di inserire nella storia che conduce al Dio-con-noi (al Dio della nostra storia) persone che noi non avremmo esitato a nascondere, a censurare, a rimuovere dalle storie delle nostre famiglie. Chi troverebbe vanto nell'annoverare tra i propri parenti una prostituta? O chi ancora sarebbe felice di trovarsi tra i propri avi quel serial killer sanguinario che fu Davide (oltre che donnaiolo incallito, per dirla gentilmente)? Eppure la scelta del Dio-con-noi passa proprio da lì. Come dicevano i Padri: "Quod non sumptum, non sanantum", che tradotto in teologese: Cioò che non è assunto non può essere salvato/redento". Dio, in Gesù, ci mostra di non schifarsi della nostra storia.
Sorella, fratello: in questa storia di salvezza che continua ancora oggi c'è posto anche per il tuo nome. Il Dio-con-noi non potrà realizzare il suo progetto di vita e di felicità fino a quando i nomi di tutta l'umanità non faranno parte della sua storia. Se non ha provato ribrezzo e rancore Lui della nostra storia, perché mai dovremmo averne noi?
È la nostra storia l'unico luogo in cui si realizza il suo progetto, nel qui e ora, che diventerà un qui e ora con Lui per sempre.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
lunedì 7 settembre 2020
Buongiorno mondo!
Buongiorno mondo!
Guaritori feriti
Lc 6,6-11
Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo.
Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo.
Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita.
Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.
Gesù è e resta un ebreo. Marginale, come ha ben scritto Meyer, ma pur sempre un ebreo. E per lui, come per tutti i suoi conterranei e contemporanei, il sabato è il sabato.
Il sabato, certo, ma vissuto secondo le parole dei profeti i quali, con la voce di Isaia, gridavano: " (Dice il Signore) Smettete di presentare offerte inutili, l'incenso è un abominio per me, noviluni, sabati, assemblee sacre, non posso sopportare delitto e solennità. I vostri noviluni e le vostre feste io detesto, sono per me un peso, sono stanco di sopportarli…" (Is 1,13-14). Come se oggi il Padreterno dicesse a noi: "Non ne posso più delle vostre cerimonie, dei vostri riti, delle vostre processioni… togliete di mezzo le strutture di peccato, poi magari se ne riparla".
Gesù ha appena detto ai farisei che Lui è Signore del sabato per far comprendere che il sabato è per l'uomo, cioè in suo favore, e non il contrario. Per Gesù non vi può essere espressione religiosa che mortifichi l'uomo; non può sussistere un precetto che "ad majorem Dei Gloriam" opprima l'uomo e lo umili. Gesù ha ben chiaro che il suo "Dio", il Padre, ha cura di tutti e di ciascuno, in particolare di coloro che la vita, in qualche modo, ha reso fragili e vulnerabili. Non è certo il "Dio" che si complimenta con i pii osservanti, con quelli che "sono a posto" con i precetti. Il suo amore è gratis, va al di là dell'utile e dell'inutile, esce fuori dai confini di una religione prepotente che si fonda sulla pretesa di inquadrare "Dio" e rinchiuderlo nei recinti dell'osservanza formale.
Sorella, fratello: il messaggio di Gesù è chiaro. Ti invita a "metterti in mezzo" (il posto abituale del Risorto quando appare ai suoi), a lasciarti "guarire" anche "di sabato". Ti invita a prendere il suo posto, il posto di Colui cha si è caricato, guarendole, delle nostre fragilità per diventare con e come Lui un guaritore ferito. Ferito dalle ferite altri, capace dello sguardo compassionevole e misericordioso del Padre che non si preoccupa se "osservi o meno il sabato", ma che con te "osserva" e si fa carico delle ferite dell'umanità.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
venerdì 4 settembre 2020
Buongiorno mondo!
Buongiorno mondo!
Un vino che inebria ma non stordisce
Lc 5,33-39
In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!».
Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».
Ieri il Maestro invitava ad avere il coraggio di cambiare sguardo, osare nuove prospettive, immaginarsi oltre insieme a Lui.
Oggi torna con lo stesso invito ma con parole diverse: "Osate il vino nuovo".
Già, Maestro, sarai carpentiere, pescatore improvvisato, quello che ha la fortuna del principiante (Pietro sta ancora rimuginando sulla cosa: "Ma che caspita! Come ha fatto?!), ma che adesso tu ti improvvisi sommelier, beh… questa mi sembra un'esagerazione (anche se ammetto che a Cana non sei andato male... ma questa è un'altra storia, raccontata da qualcun altro).
Dunque inviti a fidarci del "novello", del vino nuovo. Inviti ad abbandonare il buon vino che da sempre abbiamo bevuto, di cui conosciamo il sapore, la fragranza, il dolce stordimento che provoca quello stato di stordimento che addormenta le nostre coscienze in quella pace di chi sa di aver fatto quanto richiesto e nulla più. Il vino vecchio lo conosci e ti conosce: sa bene di soddisfare il tuo desiderio di restare in pace, con un occhio aperto e uno chiuso in nome di quella tranquillità che non disturba nessuna e non muove nulla. "Perché cambiare? Si sta tanto bene così!".
Sorella, fratello: sveglia! Il Maestro ti sta offrendo il vino nuovo, un vino che non è "fermo", ma un "mosso che muove". Non è il vino che ti fa restare seduto a tavola ma è il vino della "mensa" che ti spinge fuori, che ti fa alzare. Non è un vino che ti taglia le gambe ma che ti mette in movimento per correre dietro al Maestro e annunciare all'umanità la bellezza e la forza del Regno.
Il Maestro, da autentico intenditore, ti offre una coppa di vino che riscalda il tuo cuore e ti spinge fuori per condividere questo calore: è il calore dell'amore fatto servizio, il calore degli amici dello sposo che escono per chiamare l'umanità alla festa del regno.
Dimenticavo: una Madre del Maestro che invita al digiuno per evitare i castighi del Figlio, a questo punto, non è molto credibile. Preferisco una Madre che mi offre la coppa del vino nuovo e con me cammina per il mondo per dire la gioia del Regno, come ha fatto a Cana.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
giovedì 3 settembre 2020
Buongiorno mondo!
Buongiorno mondo!
Fidarsi dell'Altro per andare oltre
Lc 5,1-11
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Gli evangelisti ci raccontano un sacco di cose di e su Gesù. Ma in certi momenti ti lasciano lì, imbambolato, a bocca aperta. "Insegnava alle folle dalla barca": e dillo cosa insegnava, no? Ci hai condotti sulla riva per ascoltare l'insegnamento e poi… chiudi con un punto e a capo.
O forse… forse l'insegnamento che Luca ritiene più importante arriva adesso: il figlio del carpentiere che pretende di insegnare al pescatore. Particolare da non dimenticare: il carpentiere si rivolge a un pescatore che con molte probabilità in quel momento stava "sacramentando" (ante litteram…) "per la barba di Aronne e tutti i profeti, che te possino…" dopo una nottata di fatica infruttuosa.
Come andrà a finire?
Gesù spiazza, come spesso gli piace fare, e dice al "provetto" pescatore: "Cambia lato", quasi a voler dire, cambia prospettiva, c'è qualcosa di più, di meglio, di altro che va oltre la tua rete e la tua barchetta. E il bello è che il pescatore si fida: figura più, figura meno...
Sorella, fratello: lo sta dicendo a noi oggi. Questa parola è per noi, per il nostro tempo, per questa Chiesa che si ostina a gettare reti in nottate infruttuose e le tira su sempre più miserevolmente vuote. Cambia prospettiva, cambia sguardo, vai oltre: lascia andare le tue barche, le tue reti, le tue prospettive e torna dietro a me, dice il Maestro, e impara a ridiventare pescatore di uomini. Impara a ridiventare soffio di vita per l'umanità, impara a stracciare quelle reti capaci solo di soffocare e tira fuori l'umanità da quel mare di morte popolato di leviatani quali ingiustizia, razzismo, discriminazione, corruzione, ipocrisia, idolatria spacciata per fede un tanto al kilo.
In questo modo, può darsi che qualcuno domani, ricordandoci, dica di noi: "lasciarono tutto e lo seguirono" e sia così preso dal desiderio di fare la stessa cosa.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
mercoledì 2 settembre 2020
Buongiorno mondo!
Buongiorno mondo!
Un Maestro poco "social"
Lc 4,38-44
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.
Sembra che ci stia, pare che gli piaccia… "impone le mani a tutti e guarisce"… figata, che ganzo!
Ma alla fine, come d'abitudine, prende tutti in contropiede.
Il volto di Gesù che emerge dalla pericope evangelica di oggi è un volto che, diremmo noi, non è molto "social". I "like" non gli garbano molto, non va in cerca di notorietà, non ama troppa pubblicità, non vuol essere di tendenza: è un uomo che bada al sodo, un uomo che sente, profuma di autenticità.
Sia detto per inciso, notorietà pubblicizzata e autenticità non sempre vanno di pari passo.
E lui questo lo sa perché lo vive. Vive il contatto con la sofferenza, con il dolore. Lo fa suo, se lo porta dentro, fa suo il tuo dolore, la tua sofferenza perché tu possa vivere, perché tu possa rimetterti in piedi, come quella suocera che è stata liberata dalla "febbre del sabato sera", la febbre dell'apparire ad ogni costo, la febbre della notorietà a poco prezzo, le febbre del contare anche solo per un secondo.
Sorella, fratello: abbi il coraggio di confessare gridando: "Tu sei il Figlio di Dio" quando Lui sarà il maledetto appeso alla croce! Quando comprenderai che nel dono e nel perdono totale, offerto gratuitamente a tutti e a ciascuno senza distinzione di fede, di appartenenza, di nazione, di sesso, di cultura e di quante distinzioni tu vorrai trovare per spaccare religiosamente il capello in quattro, solo allora comprenderai il "per questo sono stato mandato": affinché ogni donna e ogni uomo possano finalmente dire: Sono felice di far parte di questa umanità.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.