giovedì 16 maggio 2024

Buongiorno mondo!

Uniti per la vita



Gv 17,20-26


Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. (…)




Spesso ci limitiamo al "perché tutti siano una cosa sola", ma subito dopo il Maestro specifica "siano IN NOI una cosa sola". L'unità dei credenti, o dei testimoni che dir si voglia, non è il risultato di sforzi personali per venirsi incontro, ma il frutto dell'adesione personale a Dio e al suo progetto espresso in Gesù. È quell' "IN NOI" che dona spessore e sostanza all'unità. In questo modo si evita di cadere nel tranello di spacciare per unità quella che è solo omogeneità. La fatica del nostro percorso oggi, come comunità di credenti, sta proprio qui: pensiamo di essere uniti solamente perché facciamo tutti le stesse cose. Le celebrazioni domenicali hanno tutte la stessa rigorosa forma (e lo stesso stantio sapore), la catechesi è uno stanco ripetere, magari con qualche attività ludica, una dottrina che pochi ormai capiscono (e infatti spesso, il dopo-Cresima ne è la prova). 

Vi è poi chi considera l'unità come espressione di potenza: siamo un blocco unito contro il male del mondo, non vi possono essere posizioni differenti tra noi. A volte ho l'impressione che più che uniti siamo intruppati. 

Ma questa, a mio modesto avviso, non è l'unità per la quale il Maestro ha pregato. La sua è l'unità che nasce dal cuore di Dio che si china sul mondo e si prende cura di tutti e di ciascuno. A questa unità occorre aspirare e questa unità occorre far crescere. È l'unità che nasce dalla solidarietà e dalla compassione. Il resto verrà in seguito. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 15 maggio 2024

Buongiorno mondo!

Donne e uomini veritieri




Gv 17,11-19


(…) Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità.




Queste parole ci riportano a quanto dico da tempo a proposito della verità. 

"La tua parola è verità", è quella parola che si è fatta carne, che si è fatta uno di noi, è il Maestro stesso. Consacrati nella verità significa essere condotti a vivere la vita di figli nel Figlio, adottare il suo stile di vita, essere innestati in quella vigna che offre il frutto della vita a chiunque. Non è una verità statica, ma dinamica, una verità che dal centro (Eucaristia) ci spedisce nella periferia del mondo che incontriamo ogni giorno, fatto di persone concrete, che sono quello che sono e non quello che noi vorremmo che fossero. Se di lotta si tratta, la lotta per la verità non è quella delle campagne pro o contro, non è la lotta per stabilire quanti scrutini ci vogliono per fare fare un papa, non è la lotta di sentinelle che si ergono a bastioni in difesa di chissà quali valori non negoziabili, non è la lotta di chi usa la croce per farci un quotidiano, non è la lotta di chi pensa di misurare la gloria data a Dio con la lunghezza dello strascico dell'abito cardinalizio, non è la lotta di chi si rinchiude nella nostalgia dei "bei tempi della cristianità quando tutto girava intorno alla Chiesa": è la lotta di chi sa che la posizione più autentica del discepolo è chinarsi sui piedi dell'umanità piegata e piagata. La verità nasce dal farsi pane con e come Colui che è Pane di vita. Se abbiamo motivo di orgoglio nell'essere consacrati nella verità, ebbene la verità del servizio è l'unica fonte di tale umile orgoglio! 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 14 maggio 2024

Buongiorno mondo!

Figli di un Dio felice




Gv 15,9-17

Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. (…)




Tutti siamo in cerca di felicità e di gioia, e tanti ci assicurano ogni giorno di avere la ricetta per questo. Per alcuni la felicità sta nell'avere; per altri, tanti, troppi, nel potere; per altri ancora, e sono sempre di più, nell'apparire. 

Per me la felicità è nel poter respirare la vita ogni giorno, pur nella fatica del crescere quotidiano; è sapere e sperimentare ogni giorno di essere amato e che questo amore è un riverbero dell'amore che sul Dio che è fondamento della vita, che è la Vita stessa, nutre per ognuno; è sentire di appartenere a un'umanità che lotta, cerca, scava ogni giorno perché ogni uomo e ogni donna possano essere davvero tali; è trovare nello sguardo di ogni persona che incontro ogni giorno il riflesso di un dio che in Gesù mi si è fatto fratello e sorella e che con me ogni giorno cammina e lotta perché nessuno possa mai dire: "Io non ho nessuno". 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 13 maggio 2024

Buongiorno mondo!

Testimoni, non giudici




Gv 16,29-33


(…) Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!



Vivere seriamente la sua proposta significa anche "scontrarsi" con quella realtà "mondana", con quel sistema di falsi valori che svilisce l'uomo e la sua dignità. Non cerchiamo lo scontro, ma se viviamo seriamente assumendo il suo stile di vita, questo ci porterà a delle scelte che non sempre  saranno "gradite e apprezzate" dal sistema di potere-avere-apparire che oggi regge le relazioni tra tante persone. Quello che ci viene chiesto, però, è sempre di preoccuparci in primo luogo di far splendere la luce, non di combattere le tenebre; la nostra unica preoccupazione è di essere tralci che producano un buon frutto, non cesoie ambulanti autoinvestite del compito di "purificare" , tagliare e buttare nel fuoco!. Già troppi in mezzo a noi si sono assunti questo compito, rubandolo a Dio che è l'unico agricoltore. Il nostro obbiettivo non è eliminare il "sistema-mondo", ma offrire la testimonianza serena di una vita che si fa dono e servizio, seguendo in questo modo la via tracciata dal Maestro. “Diventare pastori della nostra animalità” per  umanizzare il nostro mondo.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 9 maggio 2024

Buongiorno mondo!

La gioia della Via



Gv 16,16-20


(…) In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia. 



I discepoli del Signore non sono delle "vispe terese"  che vanno in giro per il mondo con i moscerini sui denti a causa del sorriso perenne stampato in viso! Siamo uomini e donne immersi nelle profondità della vita, nei suoi meandri a volte dolorosi; siamo donne e uomini che credono nella personale fatica quotidiana del crescere; siamo donne e uomini non "a prescindere" ma che guardano al Figlio dell'Uomo come al modello di quella umanità da sempre pensata e voluta da Colui che è Fonte e Culmine della Vita. Siamo donne e uomini che non si accontentano di una fede detta da altri, ma che cercano in profondità, non si accontentano, pongono e si pongono domande, in un travaglio quotidiano per purificare continuamente l'immagine del volto di Dio, per purificarla da storture e deviazioni, da paure e proiezioni magiche. Siamo donne e uomini che scelgono di appoggiare la fede nelle profondità della vita, anzi di appoggiarsi alle profondità della vita per dare spessore a una fede troppo spesso maltrattata, poche volte formata dall'amore. È un "parto" continuo, quotidiano: il parto che genera l'uomo nuovo, colui che davvero può cantare un canto nuovo alla vita, al Signore della Vita, al Dio della vita.  Ecco la sorgente della nostra gioia.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 8 maggio 2024

Buongiorno mondo!

 Cercatori di verità



Gv 16,12-15


In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:

«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.

Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.

Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».




Viviamo immersi in un sistema tale per cui fatichiamo a riconoscere la verità. Ognuno propone la sua, come può, quando può. Se poi questa passa attraverso i differenti media, allora possiamo stare allegri: basta osservare i vari talk show per rendersi conto delle "differenti verità" urlate a destra e a manca, tanto che alla fine uno non sa  più se sta seguendo una trasmissione o se si trova catapultato nel bel mezzo di un suk arabo. 

Recita il detto: "Quando fuori piove, anche in Chiesa quanto meno pioviggina". Già, anche in casa le cose non sempre vanno per il verso giusto: chi tira di qua, chi spinge di là; chi va in giro sbattendo sulla testa della gente tomi di tradizione secolare da difendere a tutti i costi, chi invece liquida tutto all'insegna del "mi piace, non mi piace" come i bambini. 

Io oso solo affermare che a mio avviso la verità è sempre riferita all'uomo, all'umanità, ed è una persona, il Cristo Risorto. Il quale invita ad un approccio "guidato" dallo Spirito, cioè dall'amore, alla verità. Non si tratta quindi di un "blocco marmoreo" di concetti da afferrare e mettersi in tasca, ma di un percorso quotidiano in cui la verità (nel senso etimologico di a-letheia) progressivamente si disvela e mi attira verso di essa. Quindi il cambio di prospettiva è essenziale: non sono io a possedere la verità, ma è lei che possiede me e mi si rivela giorno dopo giorno, in un morbido abbraccio che, per l'azione dello Spirito, mi fa avanzare verso la progressiva umanizzazione della mia persona, fino al disvelamento totale, quando assumerò la condizione divina. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 7 maggio 2024

Buongiorno mondo!

Umanizzare l’umanità



Gv 16,5-11


(…) “è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato.




Il dono dello Spirito che ci rende capaci di amare e trasmettere vita come Gesù ha anche il "compito" di aiutare il "mondo" (sistema) a comprendere il male ("circa il peccato") di cui è vittima: non accettare il Figlio, Colui che ci rivela il volto di Dio (in altri termini meno "sacri", Colui che ci mostra come "funziona" Dio). Quello che agli occhi del sistema ha tutte le caratteristiche di un fallimento, per Gesù e coloro che aderiranno a Lui e al suo messaggio diventa invece il segno più alto dell'amore, della passione di Dio per l'umanità. 

Quel "circa la giustizia" fa riferimento all'amore fedele e leale del Dio amante e vitale che non viene mai meno, neanche davanti al rifiuto. E la croce, in questo caso, è il segno della glorificazione di tale amore. 

"Circa il giudizio" è il giudizio del Dio che non ha mandato il Figlio per condannare il mondo ma per salvarlo, ossia per aprirgli quella strada di bellezza e amore che consente la realizzazione del progetto della creazione, umanizzare l'umanità fino al punto di permettere a ciascuno di raggiungere la condizione divina come il Figlio. È un "giudizio" che mette paura solamente a chi sceglie volontariamente di stare dalla parte delle tenebre e si ritira davanti alla luce di chi sceglie di vivere nell'amore che umanizza e apre spazi alla presenza amorevole di Colui che è Fondamento di ogni essere. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 6 maggio 2024

Buongiorno mondo!

Nel Nome di Dio



Gv 15,26-16,4


 (…) “Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, verrà l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me". (…)




La perversione della religione e il rifiuto dell'esodo dalla religione alla fede porta a conseguenze "letali". Lo abbiamo visto nelle nostre Crociate, condotte al grido di "Dio lo vole", così come negli assassinii di donne e uomini non  "in linea" con la dottrina della Chiesa al tempo dell'Inquisizione. Lo vediamo oggi nell'efferata violenza di quell'Islam ideologizzato che "in nome di Dio" compie stragi a piè sospinto. La religione è spesso e volentieri fonte di violenza.

Il messaggio, la proposta di Gesù è radicale: occorre cambiare la nostra immagine di Dio. Occorre passare da Dio, in nome del quale si può togliere la vita, al Padre, in nome del quale la vita è sempre e solamente donata. È proprio il potere religioso che desidera mantenere quell'immagine di Dio meno "imbarazzante" di quella proposta da Gesù: è l'immagine del Dio che ama "ordine e disciplina" a tutti i costi, del Dio che ama farsi servire e riverire, del Dio che non si occupa e preoccupa della nostra vita perché vergognosamente attento solo alla sua. Gesù mette in guardia i suoi perché non cadano nella tentazione di costruire la comunità su questa falsa immagine di Dio, ma piuttosto aprano spazi all'immagine del Padre che fa passare il suo amore attraverso il nostro, che spande il suo perdono nel nostro perdono reciproco, che ama senza attendersi nulla in cambio e chiede ai suoi figli e figlie di fare altrettanto. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 3 maggio 2024

Buongiorno mondo!

Gesù, immagine del Volto




Gv 14,6-14


"...Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre?"




Tutto quanto Gesù ha detto, tutto quanto ha vissuto, il suo modo di amare, di relazionarsi con le persone, la sua attenzione all'uomo ferito, all'escluso, il suo camminare sulle nostre strade per venirci a cercare, ebbene, tutto questo per dirci come Dio è e opera, per mostrarci il volto del Padre. Vuoi sapere chi è Dio? Da questo momento non puoi più fare a meno del Maestro: è Lui che ha la chiave per accedere al suo volto. Un Dio non più inaccessibile, ma un Dio che si fa uno di noi per insegnarci a essere come Lui. Un Dio che per farsi capire, per mostrarci come "funziona", si fa uno di noi. Inutile andare a cercarlo fuori dell'umanità, nell'alto dei cieli: troveremmo solo nuvole e aria pura. No. occorre restare con i piedi ben piantati per terra e in ginocchio davanti ai fratelli e alle sorelle cui laviamo con Lui e come Lui i piedi. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 2 maggio 2024

Buongiorno mondo!

Dono della gioia, gioia del dono



Gv 15,9-11


In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:

«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.

Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».



 L'unico comandamento cui fa riferimento Gesù è quello dell'amore reciproco modellato sul Suo, un amore che si esplicita nel servizio concreto reso ai fratelli, un servizio che non si schiera a favore "dei nostri", ma un servizio che si china su qualunque uomo o donna feriti dalla vita e dall'ingiustizia perpetrata da chi ha scelto di vivere nelle tenebre. La cosa più bella, a mio avviso, è che la vita donata e vissuta in questo modo produce una gioia che va al di là di ogni aspettativa, la stessa gioia che prova il Maestro e che è dato anche a noi di sperimentare. É la gioia di Dio che esplode nei nostri cuori, è la gioia che comunica la vita e che apre lo spazio alla manifestazione dell'amore di Dio stesso. È il progetto di Dio su ciascuno: fare di noi persone felici. Felici perché amati, felici perché amanti. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 1 maggio 2024

Buongiorno mondo!

San Giuseppe lavoratore




Solamente due parole per ricordare tutte e tutti coloro che oggi non fanno festa perché non hanno lavoro o perché l'hanno perso e non possono più, per i tanti fantasiosi motivi che la nostra economia ultraliberista riesce a inventare, rientrare nel "circuito" lavorativo. 

Vorrei ricordare anche tutti i lavoratori e le lavoratrici, quelli che ancora ci credono, che si appassionano al loro lavoro non solo come mezzo per portare a casa la pagnotta, ma come modo di esprimere sé stessi, con passione. 

Vorrei ricordare anche i lavoratori e le lavoratrici che sono costretti a un lavoro che non amano ma di cui non possono fare a meno, coloro che "se non ti sta bene, fuori c'è la fila che aspetta il tuo posto", quelli che "bada di non ammalarti altrimenti rischi...", le donne che "guarda che qui la maternità è un optional: se la vuoi ti giochi il posto". 

Vorrei ricordare tutte e tutti coloro che sono in attesa di "essere ricollocatI", quasi fossero dei soprammobili da spostare a piacimento. 

Vorrei ricordare i grandi manager, dagli stipendi altisonanti, quelli che se l'azienda va male non è mai colpa loro ma sempre della crisi (e il loro stipendio aumenta comunque!) e quelli che se l'azienda va bene è solo e sempre merito loro, mai dei loro operai e operaie (e il loro stipendio aumenta ancora!).

Vorrei ricordare tutte e tutti i giovani che si affacciano al mondo del lavoro dove trovano spesso porte chiuse e condizioni poco allettanti per allenarsi al mestiere. 

A tutte e a tutti, anche a coloro che ho involontariamente dimenticato, il mio augurio per la festa di oggi affinché la parola lavoro non sia più associata a sfruttamento indegno e a caporalato,  ma divenga finalmente espressione della creatività che contribuisce al processo della creazione ancora in atto.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 30 aprile 2024

Buongiorno mondo!

Shalom



Gv 14,27-31


In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:

«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. (…)




Oggi il Vivente ci fa dono della sua presenza con queste parole: "Vi lascio la pace, vi do la mia pace...". Non è un semplice augurio irenico di assenza di guerra (e già sarebbe tanto in questo nostro mondo!), ma molto di più. Lo shalom in cui il Vivente ci invita ad entrare è la pienezza della felicità, la pienezza di tutto ciò che porta a realizzazione la nostra umanità. E tutto questo, proprio perché è il Suo shalom, trova la sua sorgente nell'amore che si fa servizio, nell'amore che si inginocchia davanti all'umanità ferita per versarvi "l'olio della compassione e il vino della misericordia". Non è una pace che addormenta, ma uno shalom che tiene ben desti, che non lascia dormire sonni tranquilli fino a quando vi sarà un fratello o una sorella che, al bordo delle nostre trafficatissime vite, dirà: "Io non ho nessuno". 

È lo shalom di chi condivide il farsi pane del Maestro;

lo shalom del pastore che offre la sua vita per le sue pecore;

lo shalom di chi dimora nel Padre e nel Figlio per diventare trasparenza di una presenza amorosa che vuole tutti e tutte felici e pieni di vita;

lo shalom di chi sceglie di vivere la propria esistenza non sotto il segno di un "me ne frego" sempre più invadente, ma all'insegna di un "I care" che si traduce in gesti concreti di solidarietà, di accoglienza, di vita condivisa e offerta. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 29 aprile 2024

Buongiorno mondo!

Il “giogo” delle Beatitudini



Mt 11,25-30


In quel tempo, Gesù disse:

«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».



Gli scribi e i dottori della legge parlavano dall'alto della loro sapienza acquisita, imponendo pesi "che non toccavano nemmeno con un dito". Gesù non impone il giogo dell'osservanza della legge come segno concreto di amore a Dio. Il suo insegnamento è la sua vita stessa, il suo assomigliare nella totalità all'amore di un Dio che vuole tutti gli uomini suoi figli. Gesù non insegna una dottrina, ma attraverso la sua persona fa sperimentare la misericordiosa presenza di Dio e invita tutti a vivere la stessa realtà. La forza prorompente del messaggio evangelico, l’assumere il “giogo” delle Beatitudini, non consiste tanto in una serie di dogmi professati per potersi riconoscere e trovare un'identità nel mondo, per differenziarsi da "chi non crede". La sua forza sta nell'invito ad assomigliare a Dio nell'amore, un amore totale e gratuito, che non guarda al merito ma al bisogno, che "fa piovere sui giusti e sugli ingiusti", che vuole tutti felici di essere figli e fratelli. Quando ci vedremo faccia a faccia con Lui, non ci sarà chiesto conto di cosa abbiamo creduto, ma di come abbiamo vissuto. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 26 aprile 2024

Buongiorno mondo!

La Via



Gv 14,1-6


In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: Vado a prepararvi un posto? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».

Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».



"Io sono la via, la verità e la vita", così ha detto Gesù ai suoi. Agli inizi, il cristianesimo era chiamato "la Via", un percorso, uno stile da acquisire che parlasse il linguaggio delle beatitudini. Non era una norma, non era quel complesso di norme e strutture (e sovrastrutture) che poi sarebbe diventato. Anche i nostri vescovi, in un impeto di acume illuminato che riesce a meravigliare ancora oggi, nella presentazione dei Catechismi hanno scritto "Catechismo per la VITA cristiana", non per la dottrina cristiana. Ce la giochiamo ancora qui, anche oggi, con il Maestro che si propone come Via, come percorso che avvicina a quella Verità che si disvela progressivamente ad ogni donna e ogni uomo che cercano, lottano e si battono perché davvero la vita sia cosa degna, umana, tanto umana da essere finalmente divina. Non siamo possessori di verità che escludono, ma umili viandanti che cercano, ascoltano, si fanno compagni di strada per arrivare a generare vita dentro e attorno a noi. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 25 aprile 2024

Buongiorno mondo!

Festa della Liberazione


Oggi il nostro paese celebra la festa della Liberazione. È importante, credo. È stato un po' il nostro "esodo", la nostra uscita da una terra di schiavitù, della quale, come gli Ebrei, rimpiangiamo a volte "cipolle e affini", per entrare in quella terra di libertà che la nostra bellissima Costituzione descrive e invita a creare allo stesso tempo. Sì, perché il processo di liberazione è continuo e i canti suadenti di certe "sirene" a volte riescono a farsi sentire più del mormorio silenzioso di chi ancora crede in valori quali l'onestà, la giustizia, il lavoro, il bene comune. Siamo stati "liberati", ci siamo liberati e ora siamo fautori di una libertà che chiede però di essere ancora liberata perché, ce lo ricordano i maestri d'Israele, è stato più facile per Dio togliere Israele dal cuore dell'Egitto che l'Egitto dal cuore d'Israele.

La libertà conquistata dal nostro Paese allora, infatti, e a prezzo altissimo, quella Libertà che ha portato al concepimento della Costituzione, corre il rischio oggi di essere svilita da quella pseudo-libertà che si fonda solamente sul potere, sull'avere e sull'apparire, a tutti i costi. Il rischio è che quella Libertà conquistata a caro prezzo oggi sia sbeffeggiata da chi parla sì di libertà, ma di una libertà fatta pagare ad altri, di una libertà costruita non più sotto il sole, ma nel buio di antri dove alloggiano i nuovi "faraoni", i detentori di poteri fondati su disonestà e corruzione, che sanno affascinare e attirare con promesse di facili e immediati guadagni. Al mio paese, a chi per esso ha offerto la vita, a chi ancora crede nella possibilità di una Liberazione autentica, a chi desidera davvero il bene comune, buon 25 Aprile. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 24 aprile 2024

Buongiorno mondo!

Gesù narratore della Presenza



Gv 12,44-50


Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. (…)



Con Gesù cadono, sono sbriciolate tutte le immagini di Dio che ci siamo costruiti e che ostinatamente continuiamo a tenere in piedi. Ciò che Gesù ha buttato dalla porta, le “bancarelle spirituali” sulle quali esponiamo con cura il nostro “prodotto” spirituale costruito ad arte sono state rovesciate da Gesù e i “mercanti” sono stati cacciati. 

Ma noi, piano piano, secolo dopo secolo, abbiamo continuato a ingabbiare Dio dentro le nostre idee e pretese spirituali. E ora manifestiamo pure il coraggio di mostrarci afflitti perché Dio “non risponde”, Dio a quanto pare non si preoccupa della situazione che stiamo vivendo, Dio non “manda” più vocazioni.

In tutto questo, però, a nessuno viene in mente di chiedersi, scavando profondamente e con fatica dentro se stesso: non è che per caso ci siamo persi Dio? Non è che per caso abbiamo scordato che l’unica possibilità per capirci qualcosa, per tentare di comprendere “chi è e come “funziona” Dio” passa attraverso l’umanità di Gesù? È la “carne”, cioè lo stile di vita proposto da Gesù lo spazio in cui Dio si rivela; è l’umanità umanissima di Gesù il Luogo dove percepire la Presenza, quella Presenza sempre inafferrabile e irriducibile alle nostre idee. A volte ho come l’impressione che noi veramente non crediamo in Dio ma in un’idea di Dio, quella che fa maggiormente al caso nostro, quella che funziona meglio a seconda delle situazioni che viviamo.

Per favore: lasciamo Dio essere Dio e volgiamo lo sguardo al Figlio perché solo vivendo da figli potremo imparare a balbettare il Nome.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 23 aprile 2024

Buongiorno mondo!

Condividere l’Esserci



Gv 10,22-30


(…) Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola.




Essere coscienti del fatto che siamo immersi in Dio, il suo abbraccio vitale e amante è la forza stessa da cui scaturisce il processo della creazione sempre in atto. Questo “Esserci”, non solamente Essere, ma Esserci, ci aiuta a cambiare la nostra relazione con Lui e, di conseguenza, con gli altri. Non siamo più in presenza di un Dio che ci scruta, ma di uno Sguardo che ci guarda con tenerezza; non siamo più davanti a un Dio che pretende la nostra attenzione e il nostro servizio, bensì siamo nelle mani della Forza della Vita che ci circonda di attenzioni e si mette a nostro servizio. Tanti si diranno: belle parole. Ma come faccio a credere in questa cosa? Beh, per sperimentare questo Dio presente in tal modo c'è un'unica via: smettere di pensare a se stessi e imparare a occuparci e preoccuparci del bene altrui. In questo modo sperimenteremo che quanto più ci prendiamo cura dell'altro, del suo benessere e della sua felicità, tanto più percepiamo come “Dio” si prende cura di noi e sperimenteremo tutto questo nella semplicità del quotidiano. Comprenderemo che davvero "nessuno può strapparci dalla mano del Padre", neanche la morte. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

lunedì 22 aprile 2024

Buongiorno mondo!

Osare la soglia




Gv 10,1-10


(…) Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».




Oggi il Maestro ci ricorda che è venuto perché potessimo avere "la vita e la vita in abbondanza". Non è venuto per rinchiudere il suo gregge di nuovo nel mortificante recinto di una legge che ci rende sempre colpevoli, ma per aprirci la via della pienezza della vita, che affonda le sue radici nel dono di sé. A differenza di lupi e briganti, che si contendono rabbiosi le nostre vite, allettandoci con ogni mezzo, il Maestro ci offre la sua stessa vita, ossia il pascolo dove trovare quell'amore che rende la vita un dono. “Entrare” passando attraverso la “porta” che è la vita stessa di Gesù, significa condividere con Lui quel processo di umanizzazione che ci condurrà a diventare figli, cioè a realizzare la nostra somiglianza a Colui che è Fondamento e della vita. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

venerdì 19 aprile 2024

Buongiorno mondo!

Lo stile del Maestro




Gv6,52-59


In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».

Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. (…)




Il sangue, nella concezione propria dell'uomo della Bibbia, è sacro perché rappresenta la vita stessa e appartiene a Dio solo. Quindi "bere il sangue" di Gesù significa entrare in una intimità molto profonda con Lui, significa entrare nel cuore della vita stessa di Gesù e nella comunione che egli vive con Dio. Per quanto riguarda la carne, occorre anzitutto togliere di mezzo il significato peggiorativo che questo termine ha assunto, specialmente in relazione a ciò che è "spirito". Credo che possiamo intendere per "carne", in questo contesto, la dimensione umana della vita di Gesù, intesa come, per usare un'espressione comprensibile a tutti, stile di vita proprio di Gesù. Dunque la comunione forte e intima con Lui ci conduce ad adottare uno stile di vita simile al suo. Ciò non significa che dobbiamo ripetere come pappagalli quello che Lui ha fatto, quanto piuttosto adottare uno stile di vita tale che la freschezza e la potenza liberante della sua Parola torni a echeggiare in mezzo a noi. La nostra dimensione umana si "plasma" su quella del Maestro, prende forma a partire da Lui, dalle sue scelte, dal suo modo di relazionarsi alle persone, dalla sua capacità di narrare Dio. Ecco, credo si possa comprendere così questo testo, troppe volte maltrattato dalla visione di particole sanguinanti o dagli orgasmi mistici di tanti che per il troppo digiuno campano di traveggole spirituali, pretendendo che altri aderiscano a siffatte realtà. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

giovedì 18 aprile 2024

Buongiorno mondo!

Maestri nel servizio



Gv 6,44-51


(…) “Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio” (…).




“Ammaestrati”…  è un termine un po’ strano per noi. Siamo soliti “ammaestrare” gli animali per indurli a fare ciò che noi vogliamo. Gesù qui usa il termine in senso letterale: “ammaestrare”, farsi maestro. E Lui, per l’appunto, entra nella storia e lo accogliamo come Maestro, un Maestro che ci narra il Nome e dipinge i tratti del volto di Colui che è fondamento della vita stessa nell’amore.

L’unico modo che Gesù ha trovato per narrarci Dio è stato quello di indossare un grembiule e mettersi al nostro servizio perché imparassimo che la beatitudine sta nel far crescere l'umanità, nel sentirsi responsabili del bene dell'altro, nel guardarlo non come concorrente o , peggio, nemico, ma come fratello/sorella, compagno/a di viaggio nella strada della vita. 

Nel rito del Battesimo ci viene consegnata una veste bianca: l’unico modo per tenerla tale è quello di indossare un grembiule reso unto e bisunto dal nostro inginocchiarci per metterci a servizio dell’umanità. 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

mercoledì 17 aprile 2024

Buongiorno mondo!

 Perché nessuno resti indietro




Gv 6,35-40


In quel tempo, disse Gesù alla folla:

«Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete.

Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.

E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».




Non è uno dei tanti che è venuto cercando di attirarci nella rete e prendersi le nostre vite, non è un imbonitore dalle mille facce ma sempre col medesimo fine, ossia fregarci e fregarsi la nostra vita. No, il Maestro ci offre la sua come fosse pane e in quel pane c'è tutto ciò che serve per rendere l'umanità talmente umana da farla diventare divina. Allora, l'unica via da percorrere è quella di accogliere con gratitudine tale pane, l'unico che ha il potere di trasformare anche noi in un buon pane per la vita degli altri. 

Inoltre Gesù ricorda che Dio gli ha affidato una missione: “non perdere nulla di quanto egli mi ha dato”. Potremmo ritradurre con “affinché nessuno resti indietro”, cioè affinché nessuno, per nessun motivo, si senta escluso da questo amore gratuito.  Ciò che ci blocca è che non siamo più abituati al gratuito: quando qualcuno ci dice che una cosa è gratis, storciamo il naso e ci chiediamo se non ci sia sotto qualcosa. Proviamo a vivere questo giorno dicendo solamente grazie: in questo modo il cuore si allarga e impara a battere all'unisono con quello del Padre. come quello di Gesù di Nazareth.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

martedì 16 aprile 2024

Buongiorno mondo!

Condividere il pane per essere pane




Gv 6,30-35


In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”».

Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».

Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».

Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».





La qualità della vita che Gesù propone è talmente alta che così la vita stessa diviene indistruttibile, si dilata oltre il tempo e lo spazio, assumendo quella condizione divina che è promessa a coloro che accolgono il dono dell'essere figli. Mangiare di Lui per vivere di Lui e con Lui per sempre.  E questo avviene fin da ora, fon dal nostro oggi. Come? Se assumiamo il suo stesso stile di vita: facendoci pane. Spesso abbiamo ridotto l'Eucaristia a un mero esercizio di culto religioso. Vado a Messa, sto a posto, Dio è contento che ho osservato il precetto, ora posso farmi in pace gli affar miei. O ancora peggio quando riduciamo l'Eucaristia a un "qualcosa" che dobbiamo offrire a Dio, quasi Lui ne avesse bisogno ( e qui ho tutti i miei dubbi sul senso del "sacrificio" della Messa... è un termine che mi sa troppo di religione e dei suoi apparati sacrificali atti a placare un dio sempre pronto a scagliare i suoi fulmini sull'umanità...). Questa "riduzione eucaristica" che spesso pratichiamo ci ha portato a "sterilizzare" la potenza e la forza liberatrice del sacramento stesso. E così il farsi pane è andato letteralmente a farsi benedire! "Mangiare questo pane" significa far nostra la passione di Gesù per l'uomo, quello ferito, solo, escluso, emarginato. "Mangiare questo pane" significa aprire spazi all'azione liberante del Dio che vuole la nostra felicità e la pienezza della nostra vita. Se così non è, quanto pane sprecato la domenica! 

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.