Si usa augurare "Buon Anno", e quindi lo faccio anche io, a tutte e tutti voi, di cuore.
Ma lo faccio a modo mio.
Dunque, potrà essere un Buon Anno se davvero sarà un Anno Buono.
Buono perché posto, giorno dopo giorno, sotto il segno della bontà.
Buono se in questo anno ci riapproprieremo del valore della parola, per ridare dignità a parole quali condivisione, sobrietà, solidarietà, per dare a queste parole carne dentro la nostra carne nelle nostre scelte quotidiane.
Buono se capace di guardare ogni donna e ogni uomo con gli occhi del Creatore, che vede L'umano davanti a sé come sua Immagine e Somiglianza, senza distinzione di razza, sesso, religione e cultura.
Buono se rifiuteremo le "sorgenti dell'odio" e proporremo invece narrazioni di pace, di cura per l'altro, di attenzione alle persone fragili e vulnerabili considerandole non problemi ma doni da accogliere con riguardo e profondo rispetto.
Buono se sapremo diventare "pastori della nostra animalità" così da avere una maggior cura della nostra casa comune, se impareremo a "mangiare di tutto, ma non tutto".
A tutte e a tutti, al Popolo della Senape, ai miei amici e colleghi di Caritas Bergamo, a coloro che credono ancora nella parola autentica del Vangelo e che desiderano viverla liberandola da tanti orpelli inutili,
di cuore,
un Anno Buono.
martedì 31 dicembre 2019
martedì 24 dicembre 2019
Buon Natale
“…poiché non vi era posto per loro nell’alloggio”.
A causa di una decisione amministrativa del
potente di turno, un censimento, Gesù nasce in quella “stanza” che era adibita
a magazzino (ma anche ricovero per animali) nella quale normalmente le donne di
casa partorivano (paradossalmente, la luce di una nuova vita era il momento di
massima impurità per la donna: meglio non contaminare tutta la casa, sai poi le
abluzioni e le pratiche da fare per rimettere tutto a posto!). Ma si tratta,
per l’appunto, di Gesù… e qui Luca
strizza l’occhio per dirci: guardate che tutta la storia sarà sotto questo
segno.
E infatti, per festeggiare la nascita accorrono poi
i pastori, gente maledetta, di quelli che noi oggi non esiteremmo a gettare in
galera e poi buttare la chiave.
Con i criteri che caratterizzano oggi la nostra
cultura, anche quella spacciata in quel “social
club” che è diventato il nostro mondo, come minimo noi avremmo ingaggiato un team
di influencers per presentare la nascita, (possibilmente nel “cloud”), del nostro
Gesù: un piccolo palestinese che raccoglie e organizza la protesta dei pastori
(non quelli sardi… ma comunque sempre della categoria).
Notizia di un giorno (anche troppo, per i social,)
e poi si passa ad altro.
Ma Luca descrive l’evento in funzione del dopo:
ci vede lungo, Luca. Lui non ha lo sguardo piccolo e miope del potente che vede
solamente il suo orticello.
La nascita posta nella “stanza dell’impurità” è
la cifra per comprendere chi è e cosa farà quel neonato: darà un volto di carne
al Volto che fino ad allora nessuno poteva vedere; permetterà di pronunciare il
Nome che fino a quel momento nessuno osava pronunciare. Egli incarnerà la più
fragorosa bestemmia su Dio: ci dirà che Dio osa contaminare la sua purezza con
la nostra fanghiglia: diventa uno di noi.
Già, un Dio così mica te lo aspettavi, di’ la
verità. Avresti preferito qualcuno più a tua immagine, qualcuno che risponda ai
tuoi desideri, soprattutto quelli di potenza, di ricchezza, di splendore.
Insomma, un “Dio” fatto a misura delle tue aspettative.
Ma insomma, quanto “pesa” un Dio di cui nemmeno
Cesare Augusto si è accorto? Quanto conta un “Dio” che “non conta”, non ha “peso”,
non ha le giuste entrature, non va a spasso con i potenti (vabbé, Erode s’è
preso un po’ di strizza, ma, ragazzi, quanto “conta” Erode all’epoca, quanti “followers”
ha? Suvvia… intendiamoci!).
Giusto per non tediare più del necessario, il mio
augurio per questa Memoria del Natale, va nella direzione del caro Luca: se
vuoi incontrarti faccia a faccia con Colui che disvela il Volto, non cercarlo
dove si trovano quelli che pensano di contare, gli “importanti”, quelli che
credono di avere il potere.
Dio, questa notte e tutte le altre notti, non è
lì, non lo trovi in mezzo a loro. Non lo trovi neppure in quelle solenni e “belle
celebrazioni” che, per un momento (possibilmente breve) ti spalmano una mano di
buonismo, ti fanno sentire un po’ buonista anche te che poi alla tastiera ti
sfoghi spaccando il presepio in testa a chi non fa parte dei tuoi.
Dio, il Dio che è Gesù, se lo vuoi trovare e
salutare, devi cercarlo nelle “stanze impure” della storia. Quelle “stanze”
dove vivono quelle e quelli che ogni giorno invadono la corsia della tua storia
e che tu scansi con fastidio, quelle e quelli che volentieri aiuteresti a casa
loro, purché lontani dai tuoi occhi; dove stanno quelli e quelle che ti rendi
conto esistono solo quando vedi i parcheggi loro riservati e che non sempre rispetti;
quelle e quelli di cui tu compri i corpi per sfogare i desideri di cui ti vergogni
o per avere i pezzi di ricambio per continuare a vivere solo perché “tu puoi”; quelle
e quelli che scappano da guerre che tu hai finanziato per poter sfoggiare “l’ultimo
modello”; quelli e quelle che ogni sera accedono al dormitorio perché “non c’è
posto per loro” nelle nostre case pure; quelle e quelli che, beh, cosa vuoi, se
la sono cercata (chissà perché invece tu te la sei trovata?!).
Se vuoi davvero festeggiare il Natale di questo Dio,
ecco, lo troverai lì, immerso nei rivi fangosi e maleodoranti della nostra storia.
Solamente lì comprenderai cosa significa nascere in una mangiatoia e non vivere
nella mangiatoia che genera disumanità.
Natale è cosa seria. Natale è per le “stanze
impure” della storia.
Le luminarie… beh, che siano le nostre vite a
illuminare di vita la storia quotidiana.
I panettoni… beh, che siano le nostre vite dei
buoni pani fragranti che sfamano e ridonano vita.
Buon Natale, sorella, fratello. Buon Natale,
Popolo della Senape. E, come sempre, con Lui e come Lui, Buona vita.
lunedì 23 dicembre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! Oggi il vangelo ci narra il racconto della nascita di Giovanni il
Battista. A un certo punto Luca ci narra che: “Allora domandavano con cenni a
suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta, e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati.
In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio” (Lc 1,57-66). Solo dopo aver accolto il dono della misericordia di Dio (il significato di Giovanni è “Dio ha fatto misericordia”) Zaccaria riacquista l’uso della parola. Nella casa di Elisabetta svanisce un sacerdote e nasce un padre/profeta. Ogni volta che si apre uno spiraglio nel muro delle certezze granitiche edificato sulla Legge, lo Spirito ci si infila e crea uomini nuovi. Ogni volta che ci si apre al dono della misericordia siamo resi capaci di parlare in maniera nuova, non più preoccupati di salvaguardare a tutti i costi i modelli di una tradizione ormai incapace di aprirsi alla novità di Colui che viene. Zaccaria ha avuto il coraggio di arrendersi alla proposta di Dio, per questo ora può nuovamente parlare, anzi, può parlare in maniera nuova: abbandonata una tradizione sterile, incapace di dire e dare Dio all’umanità, lasciato ormai un tempio divenuto solamente simbolo di un potere che non ha alcuna traccia di divino in sé, Zaccaria può ora essere davvero considerato padre e aprirsi al dono della vita comunicandola con una parola vivificante. Ecco una buona provocazione per le nostre comunità, ancora refrattarie al dono dello Spirito, spesso chiuse nella salvaguardia di tradizioni ammuffite, sovente ridotte al rango di custodi museali: una buona scossa in attesa di Colui che viene. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio” (Lc 1,57-66). Solo dopo aver accolto il dono della misericordia di Dio (il significato di Giovanni è “Dio ha fatto misericordia”) Zaccaria riacquista l’uso della parola. Nella casa di Elisabetta svanisce un sacerdote e nasce un padre/profeta. Ogni volta che si apre uno spiraglio nel muro delle certezze granitiche edificato sulla Legge, lo Spirito ci si infila e crea uomini nuovi. Ogni volta che ci si apre al dono della misericordia siamo resi capaci di parlare in maniera nuova, non più preoccupati di salvaguardare a tutti i costi i modelli di una tradizione ormai incapace di aprirsi alla novità di Colui che viene. Zaccaria ha avuto il coraggio di arrendersi alla proposta di Dio, per questo ora può nuovamente parlare, anzi, può parlare in maniera nuova: abbandonata una tradizione sterile, incapace di dire e dare Dio all’umanità, lasciato ormai un tempio divenuto solamente simbolo di un potere che non ha alcuna traccia di divino in sé, Zaccaria può ora essere davvero considerato padre e aprirsi al dono della vita comunicandola con una parola vivificante. Ecco una buona provocazione per le nostre comunità, ancora refrattarie al dono dello Spirito, spesso chiuse nella salvaguardia di tradizioni ammuffite, sovente ridotte al rango di custodi museali: una buona scossa in attesa di Colui che viene. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
venerdì 20 dicembre 2019
Buongiorno mondo!
Buongiorno mondo! "Niente è impossibile a Dio" (Lc 1,26-38).
Queste parole dette dall'angelo a Maria risuonano nella liturgia di oggi. E'
vero che ci hanno insegnato che Dio è Onnipotente e che "La parola
onnipotente vuol dire che Dio può fare tutto quello che vuole" Cat. di Pio
X n.26). Già, ma se Maria avesse detto no... come la mettiamo. E allora dagli a
creare altri scenari possibili, pur di salvaguardare un castello dottrinale che
"per forza" deve stare in piedi. Per parte mia preferisco pensare che
Dio non cerca meri esecutori, ma pieni e responsabili collaboratori, uomini e
donne che accettano con Lui e come Lui di giocarsi la vita perché la vita
dell'umanità cresca in qualità tale da essere divina. Uomini e donne che, pur
coscienti della loro fragilità, osano la sfida del fidarsi e affidarsi a una
Parola capace di trasformare l'esistenza, una Parola capace di generare vita
dentro e attorno a chi la accoglie. Uomini e donne che non si rifugiano in una
"onnipotenza" alla quale delegare tutto o sulla quale scaricare
tutto, ma su un amore misericordioso che insegna a farsi compagni di strada,
creando relazioni fondate su dono e perdono reciproci, a sua immagine e
somiglianza, senza giudizi o pregiudizi di sorta verso alcuno, senza
discriminazioni religiose, sessuali, culturali, politiche, ma aperti ad ogni
donna e uomo che vogliono inventarsi stili di vita più umani, talmente più
umani da essere divini. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
giovedì 19 dicembre 2019
Buongiorno mondo!
Buongiorno
mondo! Zaccaria ed Elisabetta. Dove trovarne due così? La crème
dell'espressione religiosa del tempo: lui sacerdote, lei addirittura
discendente di Aronne (Lc 1,5-25). Dove vuoi trovare un "terreno" più
adatto per piantare il seme della parola? Eppure... eppure... occorre
retrodatare un noto proverbio: l'abito non fa il monaco. Zaccaria, al momento
della massima "vicinanza" all'Altissimo, durante l'offerta
dell'incenso, si vede recapitare un messaggio direttamente "dai piani
alti". Ma non sempre la religione apre alla fede. Anzi, spesso e
volentieri diventa un ostacolo, crea resistenza perché la religione ha bisogno
di stabilità, di regole ben precise, pressoché immutabili, mentre la fede è
"sbarrazzina", apre strade nuove, indica percorsi alternativi, cerca
nuove vie per comunicare significati di prossimità, di "parola", di
umanità che vuole crescere. Ecco: Dio tenta ancora una volta di far partire il
dialogo con chi dovrebbe, in teoria, essere in vantaggio, capire prima le cose,
muoversi prima. Purtroppo constatiamo che così non è: per questo da Gerusalemme
occorre spostarsi a Nazareth; lì, forse, tra il popolo, qualcuno accoglierà la
sfida del fidarsi, della fede, della fiducia in colui che non ama incensi e
sacrifici, ma cuori disposti ad aprirsi al dono della vita, dell'amore, della
gratuità. Una gratuità che dice ancora una volta che la misura della sua
misericordia non sono i "meriti" (Zaccaria) ma i bisogni (Maria)! Un
abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
mercoledì 18 dicembre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno mondo! Oggi la Parola del Vangelo riporta questa espressione:
"..la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato
Emmanuele", che significa Dio-con-noi..." (Mt 1,18-24). Mi pare che l’evangelista
ponga l'accento sul fatto che Maria, con la sua disponibilità che nasce dal
fidarsi e affidarsi alla Parola, rende possibile la presenza non tanto del Dio
Altissimo, irraggiungibile, lontano da tutto e da tutti, che guarda quasi
annoiato dall'alto, ma del Dio-con-noi. Un Dio che in Gesù sceglie l'umanità
per costruire e portare avanti il suo progetto, ossia schiuderci la possibilità
di essere come Lui. Non dunque “onnipotenti”,
come qualcuno vorrebbe, ma Omni-amanti, Misericordiosi, generatori e
generatrici di vita. È un Dio che sceglie deliberatamente di essere-con-noi,
cioè di esserci, sempre, comunque e dovunque, di farsi compagno di strada; non
solo di condividere con noi un pane, ma addirittura di farsi pane e insegnarci
a diventarlo noi stessi. Questi è il Dio-con-noi. E noi, con Maria, ci mettiamo
in strada per costruire con Lui spazi per una Presenza che non annulla l'uomo,
ma ne esalta le capacità e offre una vita che va al di là di qualsiasi
aspettativa o immaginazione. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
martedì 17 dicembre 2019
Buongiorno mondo!
Buongiorno mondo!
Oggi il Vangelo ci propone la lettura della genealogia di Gesù nella versione
di Matteo (Mt 1,1-17). Questo testo suscita reazioni un po’ diverse: in chi
ascolta si percepisce il disorientamento davanti a questa teoria di nomi che,
fatta salva qualche eccezione, ai più non dice nulla o quasi. Al povero prete
che deve magari farci il pensierino del giorno a Messa sale un po’ di ansia
perché... “che dico?”. Quando Matteo la propone ai suoi ascoltatori sa di
trovarsi di fronte gente che le scritture le conosce a menadito (come noi,
vero?) e proprio per questo comincia con la genealogia a preparare il terreno
per quello che sarà lo “scandalo Gesù”.
Dunque, Matteo
deve introdurre questo personaggio Gesù presso i suoi ascoltatori e quindi lo
inserisce nel contesto della storia della salvezza, facendo loro, però, rizzare i capelli. Nella sua linea
genealogica Matteo inserisce quattro donne (stranamente, perché era solo l’uomo
a generare, mai la donna) e quattro donne di costumi, diciamo con un eufemismo,
piuttosto allegri. Tamar, che fece un figlio con il padre del marito defunto;
Racab, che esercitava la professione in maniera regolare (il cui nome, tra
l'altro, ha un significato che è tutto un programma!); ha tanto ribrezzo per
Betsabea, la donna di cui si era invaghito Davide e che da lei è stato ben
corrisposto, che la nomina come “quella di Uria”; infine la “delicata” Rut (e
lasciamo stare il salto storico che l’autore le fa compiere) che così, senza
aver fatto nulla, al mattino si sveglia nel letto di Booz che si chiede “Chi è
mai questa?”, e Rut era incinta. Mah… potenza della vita! Alla fine arriva anche
Maria, che ha la “fortuna” di chiamarsi con l’unico nome poco amato nella
Bibbia: Myriam, come la sorella di Mosé, colpita dalla lebbra per aver
“tramato” contro il fratello (ma gli autori sono maschi e la storia è letta
esclusivamente con occhi maschili…). Ecco in quale modo Matteo inserisce Gesù
nella storia: una storia non di santità, ma di piena e povera umanità, nella
quale Egli entra non per castigare ma per portare vita e salvare. Già a partire
dalla genealogia Matteo ci mostra che Colui-che-viene è per i “malati e non per
i sani” e che questo atteggiamento mostra il volto di un Dio che si accosta
all’uomo come PadreMadre. Credo sia un invito a non giudicare troppo
frettolosamente le nostre “storie”, le “storie” in cui siamo o quelle che ci sfiorano.
In ultima analisi Matteo ci sta dicendo che la misericordia di Dio sa scrivere
diritto anche su quelle che noi consideriamo righe storte e che volentieri
butteremmo nella monnezza. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
lunedì 16 dicembre 2019
Buongiorno mondo!
Buongiorno
mondo! Gesù entra in azione e subito l'autorità religiosa apre le danze del
sospetto: "...entrato Gesù nel tempio, mentre insegnava gli si
avvicinarono i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo e gli dissero: «Con
quale autorità fai questo? Chi ti ha dato questa autorità?» (Mt 21,23-27). Già,
mentre la preoccupazione di Gesù è quella di rivelare il volto di un PadreMadre
che ama,la preoccupazione dell'autorità è sempre rivolta all'ossequio della
legge dei padri, unico mezzo idoneo a tenere sotto controllo il popolo e a
"spremerlo" in nome di Dio. Ogni volta che la novità del Regno si
affaccia nella vita degli uomini, le autorità reagiscono cercando tutti i mezzi
possibili per "limitare" i danni e "normalizzare" la
situazione. I ritorni nostalgici al passato, religioso e politico, cui stiamo
assistendo, il creare ad arte paure e sospetti, l'opporsi in continuazione a
tutto ciò che renderebbe la vita dell'umanità più bella e più umana, ci dicono
che il Regno "soffre ancora violenza" e chiunque vuole viverne la
libertà e la giustizia che lo caratterizzano viene guardato con sospetto,
insinuando, calunniando, isolando e via discorrendo. Come sempre il Maestro
invita a scegliere, a schierarsi: in quale parte del campo vogliamo stare? Con
gli attuali "sacerdoti e anziani" maestri del sospetto, o vivere da
figli nel Figlio? Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
venerdì 13 dicembre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! Il Battista digiuna: è indemoniato! Il Figlio dell'Uomo mangia e beve: è
uno sregolato che non si sa controllare! (Mt 11,16-19) Quando non si vuol
cambiare nella vita, quando non si vuol abbandonare il "comodo" (si
fa per dire) rifugio della religione, tutte le scuse diventano buone. Quando la
proposta del Maestro arriva dritta al cuore, quando Egli smaschera le nostre
connivenze silenziose con le forze di morte che vogliono sfruttare e umiliare
la nostra umanità, anche quando queste forze provengono dalla stessa
istituzione religiosa, qualunque essa sia, anche noi ci associamo al coro:
"Sei uno sregolato, non capisci come va il mondo, vai a predicare ai
pescatori in Galilea che è meglio, torna nel tuo villaggetto di cafoni!".
La religione dissociata dalla fede diventa una sorgente feconda di disumanità:
imprigiona l'uomo impedendogli di crescere, di sviluppare tutta la sua
potenzialità, riducendolo a un omuncolo dedito all'obbedienza cieca in nome di
Dio. Non è questo che è venuto a portare il Figlio dell'Uomo, e noi dovremmo
saperlo. Non ci resta, una volta ancora, dunque, che deciderci: non possiamo
tenere il piede in due scarpe. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
giovedì 12 dicembre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno mondo! Pur riconoscendo la grandezza del Battista, il Maestro
mette comunque le cose bene in chiaro: "tra i nati di donna non è sorto
uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei
cieli è più grande di lui" (Mt 11,11-15). Per quanto "grande"
Giovanni Battista appartiene ancora al mondo della religione, dove l'osservanza
della legge e del comandamento garantisce l'attenzione di Dio nei nostri
confronti, così come l'inosservanza ci rende certi della sua ira, pronta a
scatenarsi sulle nostre teste di peccatori incalliti. La proposta di Gesù va
esattamente dell'altra direzione: dalla religione alla fede, ossia non più un
Dio da temere e a cui obbedire, ma un PadreMadre da cui lasciarsi amare e con
cui amare e far crescere la vita nelle relazioni umane che coltiviamo. Anzi,
più umanizziamo le relazioni, vivendo la proposta di Gesù espressa nelle
Beatitudini più rendiamo divina la nostra esistenza. In altre parole: amando
con Gesù e come Gesù assomigliamo al PadreMadre che vuole la nostra felicità e
piena realizzazione nella vita. Giovanni è stato un grande, ma la
"piccolezza" di chi vive le Beatitudini supera di gran lunga tale
grandezza. In quale gruppo vogliamo stare: nei nostalgici di Giovanni, o nella
novità della buona notizia del Maestro?. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
mercoledì 11 dicembre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! Nel suo percorrere la vie della Palestina il Maestro si è spesso
imbattuto o ha cercato di proposito coloro che l'istituzione religiosa, in nome
della Legge, emarginava ed escludeva da una relazione filiale e salvifica con
Dio. A tutte e a tutti costoro ha dato una parola di speranza, ha rivolto loro
un gesto di vita e di amore, spesso reintegrandoli in quella società dalla
quale, in nome di Dio e per dare a Lui gloria, erano stati esclusi. Ecco le
parole che a questi umiliati dalla religione Gesù rivolge: "Venite a me,
voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio
giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e
troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio
carico leggero". (Mt 11,28-30)
Tre
sono gli inviti che Gesù ci fa pervenire.
“Venite a me,
voi tutti che siete affaticati e oppressi”, primo appello. È diretto a tutte e
tutti coloro che sentono la religione come un peso, che vivono oppressi da
norme e dottrine che impediscono loro di percepire la gioia della salvezza. Se
si incontrano in modo vitale con Gesù, sperimenteranno un ristoro immediato. È
come uno che sta correndo e deve fermarsi a riprendere fiato: ecco, Gesù
diventa il respiro che fa rifiatare, che riempie i polmoni di aria nuova, che
fa uscire da quell’aria asfittica, a volte troppo satura di “incensi vari”, che
impedisce di respirare.
“Prendete il mio
giogo sopra di voi…”. È il secondo appello. Bisogna cambiare “giogo”.
Abbandonare quello dei “sapienti e dei dotti” e prendere quello del Maestro
che, nelle Beatitudini, apre una via nuova. Gesù non è meno esigente, anzi, lo
è di più. Ma esige in maniera diversa. Esige l’essenziale: l’amore che libera e
fa vivere.
“Imparate da me
che sono mite ed umile di cuore”. Terzo appello. Gesù non “complica” la vita
inquadrandola in mille precetti che opprimono creando la dannosa certezza che
Dio mi ama perché me lo merito. Gesù si fa compagno di strada, apre vie nuove,
non opprime, non sta col fiato sul collo. Propone se stesso nel dono della vita
e chiede a chi vuole di fare altrettanto, con Lui e come Lui.
Un
abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
martedì 10 dicembre 2019
Buongiorno mondo!
Buongiorno
mondo! Oggi il Maestro ricorda a tutti i pastori, in particolare ma non in
maniera esclusiva, che non siamo fatti per una "pastorale" sedentaria
di conservazione del capitale acquisito, per accontentarci del piccolo
gruppetto che riempie le nostre attese, per dire che ormai si è sempre di meno,
non si vede ancora la luce in fondo al tunnel, e via piagnucolando. Il Maestro
ricorda a tutti che la comunità dei suoi ha uno stile di vita ben preciso: non
si lascia indietro nessuno, anzi, chi meno conta riceve più attenzione:
"Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non lascerà forse le
novantanove sui monti, per andare in cerca di quella perduta?" (Mt
18,12-14). Non siamo fatti per stare tutti i giorni a contarci, ma per andare
in cerca di tutte e tutti coloro che anelano alla vita e che in un modo o in un
altro possono diventare compagni di viaggio nella edificazione del Regno, dove
nessuno si sente solo, nessuno è escluso, tutti si preoccupano di ognuno. Ogni
comunità cristiana diventa lo spazio dove in cui ognuno si sente custode del
fratello e della sorella, in profonda unità e comunione con il PadreMadre che
si prende cura di tutti e di ciascuno in particolare. Allora, in marcia: fuori
dalle sacrestie e, come ama dire papa Francesco, dritti alle periferie
del'umanità. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
lunedì 9 dicembre 2019
Buongiorno mondo!
Buongiorno mondo!
Oggi il Maestro, compiendo un segno di guarigione, ci consegna queste parole:
“Che cosa è più facile, dire: Ti sono rimessi i tuoi peccati, o dire: Alzati e
cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di
rimettere i peccati: io ti dico - esclamò rivolto al paralitico - alzati,
prendi il tuo lettuccio e và a casa tua” (Lc 5,17-26). Per Gesù la guarigione è
sempre totale. Egli non si limita alla “sola anima” ma si fa carico della
totalità dell’uomo per ridare a questi quella dignità che sfigura il suo volto
di figlio. Questo è il tempo della misericordia e in un tempo come questo non
poteva esserci data parola migliore. Infatti la misericordia che il PadreMadre
riversa sull’umanità non è solamente un sentimento, uno stato d’animo, un
limitarsi a dare una pacca sulle spalle e incoraggiare. La misericordia si
esplicita sempre in un’azione concreta volta a dare vita a chi vita non ha.
Significa togliere la persona da quello stato che gli impedisce di vivere e di
vivere in pienezza la vita. Per questo Gesù non si limita mai a “guarire” una
parte, ma sempre la totalità della persona. Gesù lotta contro tutte quelle
realtà che impediscono all’umanità di realizzare quel progetto della creazione
presente fin dagli inizi nel cuore del PadreMadre: umanizzare l’umanità a tal
punto da farle assumere la condizione divina. La comunità cristiana si
configura allora come questo spazio in cui la misericordia assume i tratti
della carità concreta e apre percorsi di umanizzazione. Certo se penso alla
“quantità di confessioni” del periodo che ci sta davanti, mi chiedo fino a che
punto questa dimensione troverà spazio nelle nostre vite e nelle vite delle
nostre comunità. Saremo più preoccupati di “lavare anime” o di guarire
integralmente le persone? Saremo capaci di “rimettere in piedi” o in nome della
dottrina terremo ancora “legati” fratelli e sorelle che anelano alla vita in
pienezza? “Prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua”: ecco il compito della
comunità! Guarire e ridare casa, accogliere e rimettere in piedi: questo è il
“potere” concesso, non altro. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
venerdì 6 dicembre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! Ecco cosa ci racconta la pagina evangelica di oggi: "Entrato in
casa, i ciechi gli si accostarono, e Gesù disse loro: «Credete voi che io possa
fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e
disse: «Sia fatto a voi secondo la vostra fede»" (Mt 9,27-31).
Non
so di quale casa si stia parlando, mi piace pensare a questa casa però come a
un'icona della comunità cristiana. Uno spazio, un luogo che dona a tutti la
possibilità di incontrare il Maestro attraverso gesti di attenzione e di
accoglienza pura. Un Maestro che è capace di rinnovare il nostro sguardo sulla
vita se sappiamo consegnare a Lui le cecità che si annidano dentro di noi.
Quelle cecità che escludono, emarginano, feriscono e generano indifferenza. Se
continueremo a pensare di essere gli unici veri vedenti in questo mondo,
resteremo miseramente ciechi. E più saremo ciechi più ci creeremo delle
illusioni sull'identità di Dio. Saremo degli illusi alla stessa maniera di chi
si affida a presunti messaggi della Vergine che, miracolosamente, sostiene
ideologie sovraniste che creano un clima di esclusione ed emarginazione. Maria,
la Madre di Gesù, non passa da “Porta a Porta” per sostenere chi, con la
propria ideologia, compra coscienze a buon mercato per accaparrarsi il potere.
Umilmente, ma con gioia e speranza, entriamo a casa del Maestro perché apra i
nostri occhi e ci renda trasparenza della sua presenza. Vegliate! Non cadete
nella trappola di chi, con una spolverata di ideologia mariano-cristiana un
tanto al kilo, vorrebbe comprarsi le vostre coscienze. A buon intenditor...
Un
abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
giovedì 5 dicembre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno mondo! Affascinanti e
quanto mai crude nella loro chiarezza le parole del Maestro stamane (Mt
7,21.24-27): "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno
dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli".
Tutti noi abbiamo imparato quanto sia facile "dire Dio", pronunciare
il suo nome quasi fosse una sorta di scudo spaziale a nostra difesa (salvo poi
mandarlo a quel paese quando qualcosa non va secondo i nostri piani!). Usando
un'espressione in voga nel mondo della politica, ci siamo abituati a
"tirare per la giacchetta" il nostro Dio come dei questuanti (oggi in
linguaggio politicamente “corretto” si dovrebbe dire "lobbisti"),
quasi fossimo al cospetto di un distributore di favori, attento a chi grida
meglio il suo nome e tesse davanti a tutti le sue lodi (come gli araldi e i
menestrelli di corte di un tempo). E siccome non basta, ci rivolgiamo anche ai
"familiari" o ai più stretti collaboratori, i santi, perché a forza
di parole facciano passare avanti la nostra causa "che è la più importante
di tutte, io ne ho proprio bisogno: con tutto quello che ho fatto per la
chiesa, una mano me la vorrà dare, no?". Il Maestro ci ricorda brutalmente
che in questo modo rischiamo di costruire la casa della vita sulla sabbia delle
illusioni, e la peggior illusione esce proprio da un'immagine distorta di Dio.
"Colui che fa la volontà del Padre mio...": qual è questa
volontà? Cosa vuole questo PadreMadre che fatichiamo a capire? Gesù ce lo ha
detto: collaborare con Lui all'opera della creazione assomigliando a Lui nel
nostro modo di amare. Non esiste un Dio da servire, ma un PadreMadre cui
assomigliare nell'amore, un amore che si prende cura del benessere di ciascuno:
ecco il Regno, ecco la casa costruita sulla roccia dove ciascuno si sente
figlio e vive da fratello, ciascuna si sente figlia e vive da sorella. Un
abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
mercoledì 4 dicembre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno mondo! Ieri ricordavo come il cammino che propone il Maestro
passa dal Gesù-come -Dio al Dio-come Gesù. Ecco allora oggi come si presenta il
volto di questo Dio in Gesù: "Attorno a lui si radunò molta folla recando
con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi
piedi, ed egli li guarì" (Mt 15,29-37).
Siamo pre-occupatissimi nel
cercare di inventarci formule nuove per "salvare il salvabile",
attentissimi a schierare le nostre legioni per la pugna a salvaguardia dei
"valori non negoziabili"; siamo disposti a sfoderare le unghie perché
"i testi liturgici non si toccano, fanno parte della Tradizione e nessuno
ha il diritto anche solo di adattare una virgola o porre dei cambiamenti",
e avanti così. Tra un po' arriveremo anche a determinare i grammi di incenso da
mettere nel turibolo e il peso esatto che ogni particola deve avere per
contenere "sommamente e realmente" il Prezioso Corpo di Cristo.
Intanto il Maestro è là fuori a chinarsi sull'umanità ferita, a comunicare non
precetti né leggi ma vita e compassione. E noi, avanti con gli stendardi e gli
incensi profumati!
"Vegliate!": non ci sarà chiesto ciò a cui abbiamo creduto, ma
come avremo amato. E in questo amore il volto del PadreMadre si manifesta. Un
abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
martedì 3 dicembre 2019
Buongiorno mondo!
Buongiorno
mondo! Ecco la parola del Maestro per oggi: "nessuno sa chi è il Figlio se
non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo
voglia rivelare" (Lc 10,21-24). L'ho detto molte volte e lo ripeto ancora:
il fatto di poter affermare con sicurezza che "Gesù è come Dio" ci fa
sentire a posto con la dottrina della fede che ci è stata trasmessa.
"Credo questo, credo quest'altro... e penso di essere dalla parte giusta:
quindi tutti gli altri devono per forza passare di qui se vogliono trovare
la via della salvezza!" Già, potrebbe essere. Ma Gesù cambia i termini:
non Lui come Dio, ma Dio come Lui. Se voglio conoscere il PadreMadre non devo
far altro che guardare il Figlio, alla sua umanità, ai suoi comportamenti, alle
sue azioni, ai suoi atteggiamenti, alle sue parole. Facile dire che Gesù è come
Dio, ma poi, chi è Dio? Cosa fa? Come agisce? Ecco scatenarsi il vortice delle
nostre fantasie più sfrenate per descrivere questo Dio, per dire come funziona,
a cosa serve, dove si trova, che faccia ha, come si fa a ingraziarselo, chi
sono i suoi addetti in terra, quanto costano… Gesù ci ha messo una vita,
letteralmente, per dirci che "chi vede me, vede il Padre" e noi siamo
ancora qui a fissare quel misterioso occhio dentro un triangolo e a chiederci:
ma sarà un triangolo rettangolo, con ipotenusa (Padre) e due cateti (Figlio e
Spirito) o un triangolo equilatero (e allora come si distinguono i tre?).
Coraggio sorelle e fratelli, è tempo d'Avvento: vegliamo sulle false e brutte
immagini di Dio che ci portiamo nel cuore e seguiamo il Maestro. Un abbraccio a
tutte e a tutti. Buona vita.
lunedì 2 dicembre 2019
Buongiorno mondo
Davanti a un pagano, per di più invasore e oppressore, un centurione
romano, Gesù se ne esce con queste parole: "In verità vi dico, presso
nessuno in Israele ho trovato una fede così grande" (Mt 8,5-11).
Naturalmente la tradizione individuerà proprio in costui colui che griderà
sotto la croce: "Davvero quest'uomo era Figlio di Dio!": dobbiamo per
forza sempre trovare una spiegazione a tutto, dare un nome ai personaggi che
gli evangelisti hanno voluto anonimi, ecc... Ma il messaggio di Gesù è chiaro:
il Regno è per tutti coloro che accolgono il Dio che si china a servire
l'umanità. Quanto più mi predo cura della sorella o del fratello, tanto più sperimento,
percepisco come il Padre/Madre si prende cura di me. E questo prendersi cura
vicendevole sarà la manifestazione più chiara e bella della sua esistenza. Non
avremo visioni, ma percepiremo la sua presenza viva anche nelle più piccole
cose della vita quotidiana. I nostri cuori “paralizzati” da angosce e paure, sperimenteranno
la forza guaritrice di una Parola che fin dall’eternità vuol comunicare vita e gioia.
Guariti dalla Parola, camminiamo dietro il Figlio dell’Uomo per farci carico
con Lui e come Lui di questa umanità che fatica ogni giorno nella realizzazione
del progetto della Creazione. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
venerdì 29 novembre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno mondo! La parola del Maestro invita oggi a essere persone
intelligenti: "Guardate il fico e tutte le piante; quando già germogliano,
guardandoli capite da voi stessi che ormai l'estate è vicina"(Lc 21,29-33).
Intelligente non è colui che sa molto, ma colui che sa intus - legere, leggere
dentro, in profondità. Il Maestro ci insegna a vivere come persone che non
stanno in superficie, che non si accontentano di quel che appare. Ci ricorda la
Scrittura che "gli uomini guardano le apparenze, Dio guarda il
cuore": ecco noi vogliamo assomigliare al Padre/Madre in questo modo,
guardando e assaporando il cuore della realtà e delle persone che incrociano i
sentieri della nostra esistenza. Non cadiamo nella tentazione dell'apparire,
delle apparizioni, e di tutto ciò che soddisfa puramente la vista: vogliamo
scendere in profondità, per scoprire la Presenza nelle pieghe più profonde
della storia, negli angoli più nascosti dei cuori di coloro che il Padre/Madre
ci insegna ad amare per ciò che sono in verità e non per come appaiono ai
nostri, a volte fin troppo piccoli, occhi. Un abbraccio a tutte e a tutti.
Buona vita.
giovedì 28 novembre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! Per illuminare la parola evangelica (Lc 21,20-28) di oggi e per dare la
sveglia a tutti i teorici dell'ira divina, ai predicatori delle fiamme
dell'inferno, ai profeti di sventura che vedono solo macerie in questo nostro
tempo, ai nostalgici del bel tempo che fu, ai terroristi delle anime che
procurano solo scrupoli devastanti che generano paure e sottomissione, ai
visionari e alle visionarie che si macerano di digiuni, di penitenze e di
(autentiche?) preghiere, a coloro che attendono con impazienza il giorno
della vendetta del nostro Dio all'insegna del "ve l'avevo detto io!",
a tutte e tutti coloro che girano con l'accendino in tasca pronti ad appiccare
qualsiasi rogo in difesa della "santa religione", a coloro che sono
convinti che si può odiare, escludere, abbattere "in nome di Dio, del MIO
DIO che è l'unico vero", a tutti costoro e a tanti altri regalo questi
bellissimi versi di Riensiru M.(n.b. nel testo non ci sono errori di battitura;
se qualcuno ne vedesse vuol dire che ha qualche problema!):
Dio
è seduta, tesse con pazienza, con perseveranza
E
con il sorriso che sprigiona come un arcobaleno
Sul
volto bagnato di lacrime
E ci
invita a non offrirle soltanto i cenci
E i
brandelli della nostra sofferenza
E
del nostro lavoro.
Ci
domanda molto di più:
Di
restarle accanto davanti al telaio della gioia
Ed a
tessere con lei l'arazzo della nuova creazione.
Un
abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
mercoledì 27 novembre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! Oggi il Maestro (Lc 21,12-19) ricorda che chi vivrà con fedeltà il
messaggio del Vangelo facilmente andrà incontro a guai, incomprensioni,
persecuzioni, rifiuti. È un criterio di autenticità, oserei dire, per quanto
poi non dobbiamo andarcele a cercare a tutti i costi! Certamente, il messaggio
di Gesù non è un messaggio alienante, non è "oppio" che addormenta
coscienze e fa chiudere beatamente gli occhi sulle molteplici situazioni di
ingiustizia tuttora presenti in mezzo a noi. Vivere con e come Gesù
comporta un certo rischio (la sua famiglia stessa non andò a cercare di
"arrestarlo" per fargli fare un TSO?): è vivere pericolosamente con
gioia, è amare incondizionatamente per far conoscere l'amore del Padre/Madre, è
perdonare per "sciogliere" il suo perdono. La via proposta dal
Maestro non è certamente quella melensa spiritualità fatta di "valli di
lacrime", di "atti di dolore" per aver offeso Dio (quanto
l'abbiamo reso piccolo piccolo!), di "sacrifici e fioretti" offerti
per aprire le porte del purgatorio... la sua via è la via della vita pagata a
caro prezzo, pagata mettendo sul piatto l'intera esistenza per il bene
dell'altro. In questo modo non saremo capiti, saremo derisi, e quando romperemo
le scatole saremo anche perseguitati, ma "con la vostra perseveranza
salverete le vostre anime", ossia la nostra fedeltà permetterà al Regno di
crescere in mezzo a noi e di umanizzare la nostra umanità. Un abbraccio a tutte
e a tutti. Buona vita.
martedì 26 novembre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo!. Oggi il Maestro fa risuonare ancora la sua voce come allora:
"Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome
dicendo: "Sono io" e: "Il tempo è prossimo"; non seguiteli”
(Lc 21,5-11). La sua proposta non è una via che aliena, che distacca dalla
quotidianità, che annuncia "terribili segreti... che se non fai come ti
dico sarai presto preda dell'ira divina!". La proposta di vita del Maestro
passa dalla fatica quotidiana del crescere e del far crescere la vita. È un
invito a lavorare con il Padre/Madre all'opera della creazione, alla nascita di
un'umanità nuova che non va in cerca di "paradisi perduti", ma che
lotta, lavora e si ingegna per umanizzare ogni giorno l'umanità fino a farle
assumere quella condizione divina che il Padre/Madre ha da sempre sognato e
voluto per tutti. Per questo non seguiamo chi propone vie diverse, vie fatte da
digiuni, penitenze, macerazioni spirituali o meno. Per questo non andiamo in
cerca di eventi sensazionali, di miracoli "un tanto al kilo", di
apparizioni che promettono, blandiscono, minacciano. Noi camminiamo ben saldi
sulle vie della nostra umanità lavorando con il Maestro affinché vita e amore
crescano e rendano sempre più umana la nostra umanità. Altri possono trovare
giovamento in altre vie, noi restiamo fedeli al Maestro e alla sua parola che
ci chiede di essere svegli per saper cogliere ogni momento favorevole per
metterci a servizio della vita. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
lunedì 25 novembre 2019
Buongiorno
Buongiorno
mondo! Il Testo di Luca oggi è corto, quindi lo riporto interamente: "In
quel tempo, mentre era nel tempio, Gesù, alzati gli occhi, vide alcuni ricchi
che gettavano le loro offerte nel tesoro. Vide anche una vedova povera che vi
gettava due spiccioli e disse: «In verità vi dico: questa vedova, povera, ha
messo più di tutti. Tutti costoro, infatti, han deposto come offerta del loro
superfluo, questa invece nella sua miseria ha dato tutto quanto aveva per
vivere" (Lc 21,1-4). Nel Deuteronomio era stabilito che una parte delle
consistenti offerte al tempio fossero destinate all'assistenza delle vedove e e
degli orfani. Purtroppo conosciamo bene il vero dio del tempio: mammona. Questo
è il vero dio, non certamente il Padre che si prende cura dei più poveri.
Quindi, anziché venire accudita dal tempio, la vedova ne diventa una vittima e
allo stesso tempo, purtroppo per lei, anche una sostenitrice di tale dio che
ingoia con ingordigia il denaro dei più poveri. Non penso che Gesù abbia voluto
fare un elogio di quella vedova: quante ne abbiamo sentite su questa povera
donna e quante conclusioni abbiamo tirato a partire da lei per giustificare le
nostre "offerte" al tempio. Più che un elogio a me pare un grido di
dolore per questa poveretta che si svuota le tasche per mantenere in piedi la
struttura che la sfrutta. So che per molti una tale visione sarà un po' dura da
masticare, ma ricordo che subito dopo questo episodio il Maestro annuncia la
prossima distruzione del tempio: al posto del "cravattaro" (come
direbbero a Roma) troverà spazio il Padre, "difensore delle vedove",
ossia di tutte le vittime umiliate in nome di Dio. Un abbraccio a tutte e a
tutti. Buona vita.
venerdì 22 novembre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno mondo! Il testo di Luca oggi ci racconta la cacciata dei
mercanti dal tempio. Il Maestro accompagna e giustifica l'azione con queste
parole: "La mia casa sarà casa di preghiera. Ma voi ne avete fatto una
spelonca di ladri!" (Lc 19,45-48). Credo che il messaggio da cogliere vada
ben oltre il pistolotto morale che potremmo fare tutti, e qualcuno sicuramente
meglio di me, a proposito del rapporto religione - denaro. Aprirei la porta a
una serie infinita di tiritere sul fatto che la Chiesa è ricca... perché
non dona le sue ricchezze ai poveri... perché i preti sono ricchi ecc... ecc...
Credo che l'azione e la parola del Maestro vogliano ancora una volta mettere in
crisi un'immagine assodata di Dio, rinchiuso in un tempio, al quale portare
offerte per attirare così la sua benevolenza. Gesù continua a battere proprio
su questo tasto: se non compiamo il passaggio dalla religione alla fede, non
riusciamo a trovare la porta del Regno. E proprio la religione diventa causa
del malaffare che regna dentro il tempio, dentro la Chiesa, dentro le
istituzioni ecclesiastiche che spesso oppongono resistenza a un tale
cambiamento. Il famoso "non possumus", oggi dovrebbe riguardare ben
altre cose, in primo luogo il "non possiamo servire Dio e mammona". A
ciascuno, prima che chiederlo ad altri, di fare la sua personale, faticosa,
quotidiana scelta. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
giovedì 21 novembre 2019
Buongiorno mondo!
Buongiorno
mondo! "Ed
egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei
fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia
madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei
cieli, egli è per me fratello, sorella e madre»" (Mt 12,46-50). Ci hanno abituato a pensare
continuamente al fatto che siamo chiamati a compiere la volontà di Dio (e già
qui il linguaggio l'abbiamo cambiato: Gesù parla del Padre/Madre e noi ci
mettiamo Dio. Sottigliezze? Non tanto, quando è in ballo l'immagine di Dio
stesso...). Quindi siamo stati educati a pensare che ogni cosa che avviene fa
parte della "volontà di Dio". Ti muore improvvisamente un figlio? È
la volontà di Dio, di un Dio che, come si sente dire, "coglie i fiori più
belli per tenerli con sé" ( ma che razza di Dio è uno che gode, con un
pizzico di sadismo, nel farci soffrire ? Non credo sia il Dio di Gesù
Cristo...). Il problema dunque è capire cosa sia questa "volontà" di
cui parla Gesù. Anzitutto "volontà" è associata non a Dio ma al
Padre/Madre. Ora, Gesù ci ha detto che la volontà del Padre suo e nostro è che
viviamo e viviamo in pienezza, già a partire di qua, non solo nell'aldilà. Il
Padre/Madre "lavora", continua l'opera della creazione (che è
iniziata ma non ancora terminata, ce lo ricorda Paolo) affinché ogni uomo possa
giungere alla pienezza della sua umanità, nello splendore della sua dignità. E
la pienezza dell'umanità è rappresentata da Gesù di Nazareth, il Figlio nel
quale siamo invitati a diventare figli. La proposta di Gesù, che compie la
volontà del Padre/Madre, è portare ogni uomo a realizzare in pienezza la
propria umanità, vivendo la dimensione di figlio e fratello. Ecco perché Gesù
rifiuta la triade Dio-Patria-Famiglia, per proporre in alternativa la novità
evangelica: dal Dio da servire al Padre/Madre da amare; dalla Patria come luogo
di identità che esclude al Regno che tutti accoglie; dalla Famiglia in cui le
relazioni sono esclusivamente verticali e di potere alla Comunità dove ognuno
si fa servo della vita dell'altro. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
mercoledì 20 novembre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! Oggi il vangelo ci propone la parabole delle mine (Lc 19,11-28), quasi
l'equivalente di quella dei talenti. Riprendo l'insegnamento del Maestro quando
afferma che "A chiunque ha verrà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non
ha, verrà tolto anche quello che ha". Sappiamo ormai che questa
espressione indica la proposta che Gesù fa ai suoi: se metti in gioco la
totalità della tua capacità di amare, di comunicare vita, questa ti sarà resa
non nella stessa misura, ma in una misura più abbondante. Se la tieni per
te, se non la metti in gioco, resterà sterile, fino a finire in nulla. Gesù non
chiede ai suoi di fare delle cose particolari, ma di essere persone che
accettano di giocarsi la vita perché altri possano vivere, di essere persone
che della vita fanno un dono e non una cassaforte chiusa cui nessuno ha accesso
e dove trova posto solo il proprio benessere. Il Regno non è fatto per chi ha e
vuole avere sempre di più. Il Regno è di chi da senza riserve. Il resto viene da
sé. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
martedì 19 novembre 2019
Buongiorno mondo!
Buongiorno
mondo! Non c'è nulla da fare! Il Maestro non è mai come te l'aspetti. Oggi il
testo evangelico ci offre il bellissimo passo dell'incontro di Gesù con Zaccheo
(Lc 19,1-10). Uno sale in alto per cercare di vederLo, di incontrarLo, mentre
l'Altro lo obbliga a scendere per entrare in casa sua. È una bellissima
immagine che ci dice tutto del Padre/Madre: non è necessario "salire in
alto" per cercarlo, estraniarci dal mondo, allontanarci da esso e dalle
sue "brutture". Il Padre viene a trovarci a "casa nostra",
dentro la nostra vita, nell'esistenza che viviamo quotidianamente e non ci
chiede nulla in cambio, nulla di nulla. È dall'incontro con questo amore che sa
farmi percepire la sua presenza di tenerezza e di rispetto per la mia
condizione che nasce la "conversione", ossia un nuovo modo di
guardare Dio, la storia e la vita. A me hanno spesso detto che per entrare a
far parte della cerchia "degli eletti", degli "amati da
Dio" occorre prima convertirsi. Il Maestro ci insegna invece che la
conversione è una conseguenza dell'incontro con Lui. Gesù non ha detto a
Zaccheo: "Ragazzo mio, vai a purificarti, fai penitenza, vai al tempio a
chiedere perdono perché oggi voglio venire a casa tua!". Dio non ha paura
di sporcarsi le mani con noi, anzi, la nostra miseria è la misura della sua
misericordia. Il mio augurio per la giornata è che ciascuna e ciascuno di voi
possa fare esperienza di quella voce che dice: "Oggi la salvezza è entrata
in questa casa", in altre parole: "Oggi il sorriso di Dio splende
nella tua vita. Sorridi e festeggia con Lui". Un abbraccio a tutte e a
tutti. Buona giornata, soprattutto ai predicatori che terrorizzano il popolo
con lunghe tirate sull'ira di Dio: imparate da Gesù e togliete le ragnatele da
quelle facce incartapecorite! Sorridete, siete su Tv God, non su radio Maria!
Buona vita!
lunedì 18 novembre 2019
Buongiorno mondo!
Buongiorno
mondo! Oggi il testo evangelico ci racconta la guarigione da parte del Maestro
del cieco di Gerico (Lc 18,35-43). Un cieco e mendicante: non solo dunque
escluso dalla vita economica e civile, incapace di badare a se stesso,
dipendente dagli altri, impossibilitato a guadagnarsi da vivere e quindi
costretto a mendicare, a dipendere dalla "vista" degli altri: se si
accorgevano di lui, se lo "vedevano" forse qualcosa poteva rimediare.
Ma c'è anche l'esclusione "religiosa": la sua cecità era il segno
evidente della maledizione con cui Dio l'aveva colpito a causa dei suoi
"peccati". Quali? Non si sa, ma se è cieco qualcosa deve aver pur
fatto e Dio l'ha punito. Il Maestro gli offre una possibilità di vedere le cose
in maniera diversa, in modo nuovo: la vista viene ridata per permettere a
quell'uomo di camminare dietro a Gesù e scoprire così un nuovo modo di
relazionarsi con Dio, non più giudice terribile, ma Padre/Madre che si prende
cura dei suoi figli. Non vi è più una "Gerico" da conquistare con la
violenza, ma una nuova umanità a cui dare occhi nuovi capaci di far trasparire
lo sguardo amoroso di un Padre/Madre che vuole i suoi figli felici e
realizzati, autonomi e non "mendicanti", capaci di comunicare con Lui
pienezza di vita. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
venerdì 15 novembre 2019
Buongiorno mondo!
Buongiorno
mondo! La bellezza della strada che il Maestro propone per costruire
quell'umanità che è sempre stata il sogno del Padre, è di una semplicità
disarmante: "Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi
invece la perde la salverà" (Lc 17,26-37). Tutto qui. Bella roba, mi dirà
qualcuno, ma il nostro tempo vive quasi esattamente il contrario. Ho anche io
gli occhi e mi rendo conto che il nostro mondo è sempre più nelle mani di lupi
rapaci e famelici che farebbero di tutto per il profitto a tutto campo,
per il potere che viene dall'avere. Ormai è sempre più evidente che l'arte del
far crescere la polis è solo vecchiume: parafrasando la frase di un film
verrebbe da dire: "E' la finanza, bellezza, e tu non ci puoi fare
niente". E anche riguardo la Chiesa, si sa, quando fuori piove... dentro
almeno pioviggina! Eppure la via del Maestro pare davvero essere l'unica se
vogliamo davvero umanizzarci. Non nel possesso a tutti i costi, ma nella
condivisione. Non nel potere con ogni mezzo, ma nel servizio al benessere
altrui. Perdere la propria vita è credere davvero che non è tenendola stretta
che essa si preserva o aumenta, ma il contrario. Quanto più fai circolare vita,
tanto più essa ti viene ridata. Quanto più fai circolare amore, la tua capacità
viene aumentata. Mentre se cerchi di preservarti, di badare solo a te stesso,
chiudendo fuori tutto e tutti, anzi, buttando a mare chi ti è di ostacolo, la
tua vita diviene sterile, un'inutile monumento a un egoismo che genera solo
morte. E tutto questo è possibile a tutte e a tutti. È una via possibile a
tutta l'umanità, quell'umanità di figli e fratelli che il Padre ha da sempre
nel cuore, è la sua "idea fissa" e Lui continuerà a lavorare per
questo. Ci saremo anche noi? Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
giovedì 14 novembre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! Alla domanda che lasciava trasparire l'ansia dei più in Israele circa il
tempo della venuta del Regno di Dio, il Maestro risponde con queste parole:
"Il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno
dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!"
(Lc 17,20-25). E così ecco accontentati dapprima i Giudei, nella loro attesa
della manifestazione di un Regno dove finalmente le cose si sarebbero
aggiustate: i peccatori puniti vigorosamente, la Legge di Dio restaurata nella
sua integrità e totalità, i pagani come gli invasori dovranno inchinarsi alla
grandezza del nuovo regno d'Israele. Ma la risposta arriva dritta anche a tutte
e a tutti coloro che si professano cristiani, magari anche cattolici, che vanno
in cerca di visioni sensazionali, messaggi riservati, allusioni misteriose a
segreti che saranno svelati, punizioni imminenti, allarmi per la chiesa e
ciarpame del genere. Al posto di guardare in alto, cercate qui i segni del Regno,
i segni del Padre/Madre che si prende cura di tutte e di tutti, che comunica il
suo Spirito, cioè la sua capacità di amare e perdonare a coloro che
l'accolgono. Non sono segni grandiosi, ma i segni della quotidianità, fatta di
parole che suscitano speranza e accendono i cuori, gesti che spezzano pani per
sfamare, mani che lottano per pace e giustizia, barriere che cadono per creare
spazi di accoglienza. Ecco i segni del Regno: non abbiamo bisogno di altro! Un
abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
mercoledì 13 novembre 2019
Buongiorno Mondo!
Buongiorno
mondo! Oggi la pagina evangelica ci racconta della volta in cui Gesù guarì 10
lebbrosi e uno solo tornò a ringraziarlo: "Era un samaritano" (Lc
17,11-19). Così come nella parabola del "buon samaritano", anche qui
il Maestro ci lascia di stucco. Non sono i pii giudei, gli osservanti, quelli
che fanno parte del popolo eletto a essere messi in luce, ma gli odiati ed
eretici samaritani che assurgono a modello non per aver fatto chissà che, ma
per aver compreso il messaggio del Regno. A noi spesso capita la stessa
cosa: se qualcuno passa per strade diverse, se apre percorsi nuovi, se traccia
vie alternative, subito ad arricciare il naso, a consultare il diritto
canonico, le rubriche del messale, il catechismo per verificare che tutto sia
nella norma, altrimenti "quello è un samaritano, non è dei nostri".
Faccio sempre più fatica a considerare le parrocchie come l'unico luogo
possibile per vivere e testimoniare il Vangelo: per carità, non sto dicendo che
occorre chiudere tutto e ripartire daccapo (magari! aggiungo sottovoce, ma so
che questo non è materialmente possibile). Ma credere e creare spazi di piccole
comunità che non si pongono in alternativa, ma si mettono a servizio per essere
segno? Penso alle comunità di base che ho conosciuto nel mio servizio in Congo,
a quelle dell'America Latina. Quanti "samaritani" potrebbero sentirsi
accolti nella casa del Padre? Quanti "esclusi" potrebbero riavere
quella speranza che oggi nelle nostre comunità spesso latita o, se c'è, è
sempre sottomessa all'osservanza della legge? Questi sono pensieri in
libertà... ma ogni tanto è bello sognare. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona
vita.
martedì 12 novembre 2019
Buongiorno mondo!
Buongiorno
mondo! Avviso ai naviganti, si diceva una volta ( e credo si dica ancora). Oggi
il Maestro emanerebbe un avviso agli arrivisti, ai carrieristi, a quelli che
hanno fatto della Chiesa una mercato di cariche, onori, prebende. Un avviso a
tutte e tutti coloro che pretenderebbero un monumento ogni volta che si danno
da fare per qualcuno. A tutte e tutti coloro che si sentono superiori perché
"sono catechista, sono ministro straordinario dell'Eucaristia,
sono sacrestano" o peggio, "perché io sono il parroco e
basta!". A tutte e tutti, oggi il Maestro ricorda di lavorare per il Regno
in pace, e quando ogni cosa sarà fatta per amore, assomigliando al Padre/Madre,
ognuno potrà dire: "Sono semplicemente servo. Ho fatto quanto dovevo
fare" (Lc 17,7-10). E saremo davvero onorati di averlo fatto alla stregua
del seme che muore perché la vita cresca. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona
vita.
lunedì 11 novembre 2019
Buongiorno mondo!
Buongiorno
mondo! "Gli apostoli dissero al Signore: «Aumenta la nostra fede!»"
(Lc 17,1-6). E il Maestro risponde con un paradosso: una fede grande quanto un
granellino di senape basterebbe per fare cose grandi. Spesso mi sento dire
dalle persone che incrocio che "io non ho il dono della fede",
"beato te che puoi credere...", "a me Dio non m'ha fatto questo
dono", "per me la fede è credere in... tutto, nella natura, nel
cosmo... ecc...", "ah guarda, fosse per me la fede ce l'avrei, ma con
questa chiesa di mezzo, no, non si può credere" o la versione che recita
"ma come fai a credere in un Dio che permette tutti questi mali?". È
curioso: sono tante espressioni accomunate dal verbo credere. Vero, quando si
parla di fede vuol dire che ci si fida di qualcuno e si crede a quel che questi
dice. Ma io credo che la fede, almeno la mia, che sento in sintonia con quella
di Gesù (già anche Lui era un credente), contenga anche la coniugazione di un
altro verbo: accogliere. Se consideriamo la fede alla stregua di un dono,
allora credo siamo in presenza di un dio ingiusto, che si diverte a giocare
alla lotteria per distribuire i suoi doni. Il Padre/Madre chiede, invece, di essere accolto, e questo è possibile a
tutti, nessuno escluso. Non vi sono criteri, leggi, requisiti particolari per
accogliere un Padre/Madre che vuole condividere con me la sua passione per la
vita e mi chiede di assomigliare a Lui in questo perché altri possano
conoscerlo. La "conversione" non è causa della fede, ma una
conseguenza dell'aver accolto il Padre/Madre e il suo amore che si manifesta
nelle persone che incontro e che hanno accettato tale proposta di vita:
assomigliare a Lui per manifestare Lui. Quindi, inutile andare in cerca di Dio
qua e là, trovarsi mille padri spirituali (ma Gesù non aveva detto: Non
chiamate nessuno "padre", perché uno solo è il Padre vostro"?),
e non rendersi conto che Lui si manifesta nella sorella o nel fratello che
hanno scelto la sua via, cioè Lui stesso. "Aumenta la nostra fede" è
chiedere di rafforzare questa capacità di amare assomigliando al Padre/Madre;
non è certo restare in ginocchio con la frusta in mano a chiedere perdono dei
peccati e correre in ogni santuario in cui appaiono santi e madonne a iosa per
proclamare in crociata la propria "fede": questo non è il Dio di Gesù
Cristo, non è il mio Dio, non è il Padre/Madre che ci accoglie come figli
chiedendoci di lavorare con Lui alla creazione della nuova umanità. Un
abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita (e scusate la prolissità).
venerdì 8 novembre 2019
Buongiorno mondo!
Buongiorno
mondo! Oggi il Maestro racconta la parabola dell'amministratore
"disonesto" (Lc 16,1-8) che, usando i beni del suo padrone, cerca di
farsi degli amici per il momento in cui perderà il lavoro. Se oggi il Maestro
dovesse raccontare una parabola simile forse sceglierebbe altri argomenti:
l'amministrazione disonesta fa parte ormai dei corsi di laurea richiesti a chi
vuole seguire la strada della politica, in primo luogo, ma anche quella del
soldo facile, in secondo luogo. Tuttavia il Maestro ci dice che il padrone
ha lodato quell'amministratore disonesto per la sua astuzia. Ora, io penso che
se l'astuzia e la paura di perdere il posto l'ha portato a fare delle scelte di
"condivisione", quanto più chi segue il Maestro nella via delle
Beatitudini. Stare alla larga da mamona e dai suoi canti seducenti e vivere la
povertà delle Beatitudini, cioè il prendersi cura dell'altro, il preoccuparsi
per il suo benessere, permetterà a Dio di manifestarsi. Il processo di
umanizzazione che propone il vangelo non passa sulle strade lastricate
dell'economia e della finanza attuali, fondate per lo più sul profitto a tutti
i costi, ma sui sentieri dell'accoglienza e della condivisione della risorse,
perché "non vi sia nessuno che sia nel bisogno". Come sempre,
chiamati a scegliere tra salvezza dell'economia e economia della salvezza. Un
abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
giovedì 7 novembre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno mondo! Ecco cosa risponde il Maestro a chi lo accusa di mangiare
e bere con i peccatori: "Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non
lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la
ritrova? Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa,
chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la
mia pecora che era perduta" (Lc 15,1-10). Alla domanda: "Chi di voi
se ha cento pecore ecc..." gli scribi, il Magistero ufficiale, avrebbero
risposto: "Nessuno!". Già, nessuno sarebbe così pazzo da abbandonare
il resto del gregge per andare a cercare una sola pecora. Nessuno si sarebbe
fidato degli altri pastori nei paraggi: vista l'occasione si sarebbero subito
spartiti le pecore di quell'idiota che è andato dietro all'unica stupida del
gregge! Eppure, "Chi ha visto me, ha visto il Padre": ecco come Dio
opera: lascia il gregge, che a quanto pare sta bene da solo, e va a cercare
l'unica pecora che si è smarrita, forse ferita, impaurita. E quel che più
sconcerta è il fatto che non la punisce, non la bastona, non la fa camminare
davanti a sé minacciandola dei peggiori castighi "se solo ti azzardi a
rifarmi una cosa del genere!". No, se la carica sulle spalle, la riporta a
casa e fa festa con lei e per lei. Il Maestro propone a tutte e a tutti,
indistintamente, di poter vivere così, assomigliando al Padre nel suo modo di
amare, di perdonare, di prendersi cura. Gesù ci mostra il volto di un Dio che
invita a non restarsene beati dentro al circolo delle pecore che, sottomesse,
obbediscono, eseguono, non si lamentano mai, sono pronte a metter fuori le
"pecore nere" per procacciarsi i posti migliori e compiacere in ogni
modo il pastore. "Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo
braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore
madri" (Isaia 40,11). Ecco il Dio-con-noi. Ecco, noi come e con Dio.Un
abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
mercoledì 6 novembre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno mondo! "Se uno viene a me e non odia suo padre,
sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria
vita, non può essere mio discepolo" (Lc 14,25-33). Qualcuno alza le mani
scandalizzato a causa della crudezza del verbo "odiare", ma sappiamo
essere un semitismo per dire di "amare meno", per cui potremmo anche
tradurre con la CEI così "Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami
suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la
propria vita, non può essere mio discepolo”. il Maestro ci ricorda che la
famiglia, le relazioni familiari, nel Regno, assumono caratteristiche diverse,
diventano spazi che aprono al Regno e alle sue evangeliche "follie",
si trasformano in percorsi che aprono alla comunità evangelica, dove "tra
loro non vi era nessuno che fosse nel bisogno"; le relazioni familiari
hanno bisogno di essere umanizzate dalla presenza di persone che sanno dare la
vita, cioè comunicare vita, facendo saltare quegli schemi spesso soffocanti
fatti di immagini fisse e immutabili nel tempo, immagini che vedono un padre
spesso padrone, una madre non sempre valorizzata nella sua dignità di donna, e
via discorrendo. Essere una famiglia evangelica è saper creare dentro e attorno
a sé stessa dei percorsi dove le Beatitudini diventano possibilità di vita
nuova e il Regno una costante presenza visibile che chiama alla vita e fa
crescere l'umanità. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
P.S. Slogan quali “Dio-Patria-Famiglia” fanno parte di quelle
offerte pseudo-politiche che sono come i pellegrinaggi con vendita di materassi
e padelle: nulla a che vedere con il messaggio e lo stile di vita di Gesù.
martedì 5 novembre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! La finale della versione lucana degli invitati alla festa recita così:
"Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia
cena" (Lc 14,15-24). In altre parole: non ci si può accostare
all'Eucaristia con il cuore attento ai propri affari, facendo dell'Eucaristia
stessa quasi una piccola devozione personale o un semplice appuntamento
settimanale cui non mancare per non offendere il "capo". L'Eucaristia
domenicale è il luogo, lo spazio dove ognuna e ognuno di noi si lascia di nuovo
lavare i piedi, dice di nuovo il suo "sì" allo stile di vita del
Maestro; è lo spazio in cui la comunità tutta diventa "Tenda del
Convegno" per tutte e tutti, senza esclusione alcuna; è il luogo dell'umanizzazione
per eccellenza, perché non vi è niente di più umano che l'apprendere con e come
il Maestro a farsi pane, alimento che comunica vita, che infonde speranza, che
apre al mistero del Dio-con-noi. È il luogo dove ogni comunità è chiamata
quindi a farsi Bet-lehem, casa del pane per ogni donna e ogni uomo in cerca di
dignità, riconoscimento, attenzione, cura, perché il Padre/Madre che si rivela
in Gesù si riveli anche attraverso ognuna e ognuno di noi. Siamo tutti
invitati: solo noi abbiamo tra le mani la possibilità di rifiutare l'invito. Un
abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
lunedì 4 novembre 2019
Lettera al Card. Ruini
Caro
fratello,
ai
signori Cardinali, ai Vescovi, ai Monsignori di cui la Chiesa è piena
bisognerebbe, per consuetudine, rivolgersi in maniera ossequiosa. Io mi
permetto di rivolgermi a te come fratello perché nella fede questo siamo e
nulla più.
La prima emozione che si è mossa in me
alla lettura dell’intervista che hai rilasciato per il Corriere è stata di
sconcerto e stupore, conditi con una dose di arrabbiatura q.b.
Ho
lasciato decantare il tutto e mi sono riletto le tue parole (così, per deformazione
professionale, come faccio con ogni parola delle Scritture) cercando in esse
significati che rimandassero ad altro. Confesso che non sono stato in grado di
trovarne. Cosa vuoi, sono lento.
Le indicazioni politico-religiose che
emergono dal testo, sicuramente contestuali all'intervista e quindi senza pretesa
di esaustività e di profondità, mi hanno ricordato le parole di un mio
indimenticabile maestro, Ortensio da Spinetoli, (maestro per me certa-mente, non posso dire lo stesso per quell'istituzione ecclesiale nella quale per anni hai esercitato funzioni di
peso), il quale senza mezzi termini e perfettamente consapevole (a differenza di altri) delle sue
parole afferma che:
“Non è certo facile togliere di mezzo i vescovi e gli esponenti dei
dicasteri romani, ma se questi potessero provare a tacere, se non altro per il
troppo parlare che hanno fatto fino adesso, ne avrebbe senz'altro un gran
beneficio tutta la comunità credente” (Ortensio da Spinetoli, L’inutile fardello, Chiarelettere, 2017,
p.9).
Spero tu non me ne voglia, ma
sinceramente io non necessitavo, in un tempo così complesso e delicato come
quello che stiamo vivendo, di sentire un’ulteriore emissione di suoni vocali
per non dire nulla. O meglio: più che “non dire nulla” dovrei dire per ripetere
indicazioni ormai vetuste e che in
passato non hanno certamente dato gran lustro alla Chiesa (riconosco che queste mie parole rappresentano comunque il modesto parere di un cristiano ridotto allo “stato
pretale” senza potere alcuno né incarichi di prestigio).
Dialogare con Salvini è doveroso?
Certamente, come è doveroso dialogare con tutti, senza pregiudizi. Il punto è
questo e diventa domanda: come posso dialogare con chi configura il dialogo
come monologo? Più che al dialogo mi pare che qui tu inviti al monologo,
considerato che dall'altra parte non mi pare di intravedere grandi aperture,
eccettuate quelle offerte a chi condivide lo stesso pensiero… (ma in questo
temo tu sia più maestro dello stesso Salvini). E per chiuderla qui con chi fa
della vacuità di pensiero la quintessenza della politica attuale: “baciare il Rosario”
è una “maniera poco felice di affermare il ruolo della fede nello spazio
pubblico". Ecco, da una persona qualificata come te mi sarei aspettato quantomeno
un sottile distinguo: parliamo di “affermazione” della fede o della religione?
Parliamo di espressioni esteriori che non in-formano (ricordi l’Aquinate, la
fides informis e la fides formata…?) le scelte esistenziali o parliamo di
adesione personale allo stile di vita di Uno che sarebbe per un cristiano, in
verità, “l’unico Capitano” che ha pagato di persona, fino in fondo, il suo modo
di vivere e di comunicare Dio? Non voglio dilungarmi in queste tematiche, tuttavia
su di una tua particolare affermazione mi soffermo, là dove dici: “Il
principale motivo per cui non sappiamo più chi siamo è che non crediamo più di
essere fatti a immagine di Dio…”. Il punto, fratello, è proprio questo: di
quale Dio esattamente stiamo parlando? Mi permetto di chiederlo perché dalla
risposta a questa domanda ne vengono poi conseguenze di non poco conto. Se
parliamo del Dio di cui Gesù ha detto: “Chi vede me vede Lui”, allora, forse,
ci rendiamo conto che di fatto qualcosa non quadra. Il Dio che in Gesù si
rivela a noi è Colui che si mette a servizio (in ginocchio, oserei dire, vedi
lavanda dei piedi) dell’umanità, e non un Dio che si serve dell’umanità, come spesso e volentieri la nostra istituzione ha trasmesso. Le
conseguenze di tutto questo inciderebbero non poco sull'immagine che la nostra
istituzione, la Chiesa, ha da sempre presentato e offerto come unica e vera. I
posti di “rilievo”, a partire da questa immagine, semplicemente cesserebbero di
esistere, così come i cosiddetti “mediatori” tra l’umanità e Dio. Insomma, mi pare che ci siamo persi dei pezzi per strada lungo i secoli.
Se, al contrario, l’immagine di Dio che
vogliamo veicolare e trasmettere è quella sottesa allo slogan: “Dio, Patria,
Famiglia”: beh, a questo punto, allora sì, ha un suo senso anche il “dialogare”.
Io mi fermo qui, per ora, sottolineando
però un concetto che, a mio modesto avviso, potrebbe essere la base di partenza
per ridare luce e forza all'annuncio del Vangelo: smettiamola di sbandierare in
ogni dove che Gesù è Dio. Cominciamo a pensare, invece che Dio è Gesù: tante
immagini distorte e persino dissacranti e irrispettose di Dio cadrebbero e
allora la Chiesa potrebbe davvero aspirare a realizzare quella bellissima
definizione data da Papa Paolo VI: maestra di umanità.
Perché di questo oggi
abbiamo bisogno, di maestri di umanità. Il resto è utile come le cappe
cardinalizie.
Con
affetto, buona vita.
Don Luciano
Don Luciano
Buongiorno mondo
Buongiorno mondo! Non c'è proprio verso: ogni volta che il Maestro viene
invitato a pranzo dai farisei, ha sempre qualcosa da ridire, riesce sempre a
mandare di traverso il boccone. Oggi, per esempio, chiede a colui che l'ha
invitato che "quando dai un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi,
ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti" (Lc 14,12-14). Gesù non è
uomo che bada all'etichetta, al bon ton, a quegli scambi di favori che fanno
nascere esclusioni, chiusure. Anzi, chiede al fariseo di rinunciare a ciò che
aveva di più caro: il suo stato di perenne purità cultuale per aprirsi alle
sorelle e ai fratelli che sono al centro del cuore di Dio. La condivisione del
pasto, anche eucaristico, non è fine a se stessa, ma è comunicazione di vita a
chi vita non ha; è apertura e accoglienza verso chi è escluso; è attenzione a
scegliere tra gli "amici" quelli che Dio sceglie, continuando così
l'opera della creazione del Padre/Madre verso un'umanità nuova e sempre più
umanizzata. Allora sorge la domanda: chi frequento? Con chi condivido il pane
quotidiano? Chi partecipa alle nostre mense eucaristiche? Questioni cui non è
sempre agevole dare risposta, soprattutto per il fatto che spesso le nostre
comunità cristiane soffrono di una sindrome da "messificazione" (non
è un errore di stampa!), quasi a voler dare gloria a Dio con delle "belle
celebrazioni" in cui spesso i "poveri, gli storpi, gli zoppi e i
ciechi" di oggi non trovano posto. Siamo sempre tra noi, e stiamo bene tra
noi! Per favore, Maestro, non disturbare: stiamo celebrando! Un abbraccio a
tutte e a tutti. Buona vita.
venerdì 1 novembre 2019
Buongiorno mondo!
Buongiorno
mondo! Per prima cosa auguri a tutte e a tutti, come usa in questa festa di
Ognissanti. La liturgia, nella festa odierna, fa risuonare le sublimi parole
delle Beatitudini, ossia lo stile di vita nuovo proposto da Gesù a tutti coloro
che vogliono camminare con Lui sulle strade del mondo. Poi succede, come spesso
succede, che anche le Beatitudini (che qui non posso commentare per ovvii
motivi) finiscano nel tritacarne della spiritualizzazione, nel miscelatore
della spiritualità del merito, perdendo così la forza e la novità portata e
vissuta da Gesù stesso. Lo stile di vita proposto da Gesù in questa "magna
charta" del cristianesimo ricorda in primo luogo che il Padre condivide
con noi il desiderio della felicità: Beati! Non esiste per Gesù un dio geloso
della nostra felicità, anzi è proprio il contrario. Anni fa un monaco belga che
viveva nel Sahara mi disse queste parole che segnarono profondamente il mio
approccio all'esperienza della fede e che furono l'inizio di un modo nuovo di
avvicinarmi a Gesù e a quanto propone: "Non posso credere in un Dio che
non sia felice anche quando io sono felice senza di Lui". La proposta di
"santità" che viene da Gesù passa per l'umanità. L'unica via per
raggiungere la santità è quella che porta a una profonda umanizzazione della
nostra storia, un'umanizzazione tale da farci essere divini, come il Padre.
Gesù non chiede una "santità" altra, separata; non ci presenta il
volto di un Dio che se ne sta lassù (oppure quaggiù, ma ben richiuso dentro un
tempio e al quale portare offerte e prebende), a guardare i suoi figli lottare
per un po' di felicità. Il volto del Padre che risplende in Gesù è il
Dio-con-noi che ha scelto di piantare la sua tenda in mezzo a noi per camminare
con noi e costruire questa umanità nuova. La santità è allora accettare, come
Gesù, di essere "immersi", "battezzati" nella storia
facendovi brillare il volto del Padre attraverso il nostro modo di vivere,
giorno dopo giorno. Credo sia questa la santità che Gesù chiede ai suoi: non
una nicchia da venerare, ma uno stile che rivela la bontà generosa del Padre
che vuole tutti i suoi figli Beati! Un abbraccio affettuoso a tutte e a tutti.
Buona vita e buona Festa.
giovedì 31 ottobre 2019
Buongiorno mondo!
Buongiorno
mondo! Non saprei se la preoccupazione per l'incolumità di Gesù mostrata dai
farisei sia autentica, però oggi si avvicinano a Lui per dargli questo
consiglio: "Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole
uccidere" (Lc 13,31-35). Immagino che queste parole dette da una persona
che indossa una coppola e parla con un pesante accento siciliano (non me ne
vogliano le mie sorelle e fratelli siciliani, è solo una battuta, dai!)
assumano una luce un po' più sinistra di quella di un consiglio amichevole
(alla stregua di "ho una proposta che non puoi rifiutare"). Di fatto,
la famiglia degli "Erodi" ha più volte incrociato la storia del
Maestro, e sempre con intenzioni poco pulite. Ma è una famiglia dura a morire
quella di Erode! Ancora oggi la sua presenza si fa sentire su tutte e tutti
coloro che vogliono vivere secondo il vangelo, mettendo in crisi e obbligando
ogni forma di autorità a confrontarsi nella ricerca continua della felicità di
tutti e di ciascuno, nella ricerca di quel benessere che garantisca a tutte e a
tutti un livello tale di vita da poter vivere e non essere ridotti a
sopravvivere. Ogni "Erode", in ogni tempo, teme la libertà che nasce
nel profondo della coscienza personale, e per questo fa di tutto per impedire
tale situazione. La comunità cristiana dovrebbe essere in primo luogo quello
spazio che aiuta a formare a libertà la coscienza di ogni persona. Ma quanti
"Erodi" abitano oggi la comunità cristiana, la Chiesa? Quanti spacciano
per "autorità" divina ogni singola parola che pronunciano, ogni
singolo atto che pongono, ogni muro che alzano, ogni divieto che attuano?
Quanti "Erodi" dentro e attorno a noi, che si sentono signori e
padroni di ogni vita? Anche oggi il Maestro chiama a scelta: o con Lui o con
Erode. Da parte stiamo? Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
mercoledì 30 ottobre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! Oggi il Maestro non va tanto leggero: "Quando il padrone di casa si
alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta,
dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove
siete. Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e
tu hai insegnato nelle nostre piazze. Ma egli dichiarerà: Vi dico che non
so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d'iniquità!" (Lc 13,22-30). Sono parole pesanti, molto dure, che ci mettono in guardia
dalla tentazione di fare dell'Eucaristia un fine e non un mezzo, ossia uno
spazio dove condividere e accogliere quelle logiche del Regno che poi
dovrebbero risplendere nel quotidiano. Quante "Eucaristie" domenicali
deformate dall'ingombrante presenza del "precetto"! Quante
"Eucaristie" vissute con l'orologio in mano, in un'attesa trepidante
che il tutto finisca in fretta, soprattutto quella litania barbosa di
"dobbiamo fare", "siamo chiamati a...", "dobbiamo
essere", "si deve, siamo spinti a..." ecc...quasi che
l'Eucaristia fosse una sorta di “bigino” di suggerimenti morali per la
settimana! Quante Eucaristie in cui "pane e vino" sono davvero
"frutto della terra e del nostro lavoro"? Del "lavoro" per
il Regno, s'intende, non della mano di vernice sulle porte della Chiesa! Quante
Eucaristie mortificano l'azione dello Spirito perché la celebrazione secondo le
norme, senza sgarrare, senza nulla cambiare, in un appiattimento che fa delle
differenti comunità sparse in giro un omogeneizzato che rende tutti uguali,
senza differenze, è il "segno visibile" dell'Unità della Chiesa (sì,
di una chiesa-fotocopiatrice che fa delle belle copie, ma tutte identiche!). E
potrei continuare, ma devo mettere la mia coscienza a nudo per vedere dove
anche io ho ceduto a queste o altre tentazioni. Ricordo quanto diceva Mariano
Magrassi, vescovo di Bari, molti anni fa: "Più Messa e meno messe".
Ma erano i tempi del post-Concilio... dov'è finito il fermento di allora? Un
abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita!.
martedì 29 ottobre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno mondo!
"A che cosa è simile
il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di
senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e
gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami" (Lc 13,18-21).
Lo vado da tempo
ripetendo: la nostra epoca, almeno quella ecclesiale, è il "tempo della
senape". Occorre che apprendiamo di nuovo a entrare nella storia e a
percorrerne i solchi profondi con lo stile di Colui che è Padre/Madre, lo stile
del granellino di senape, insignificante per i più, segno del Regno per chi
comprende. È terminato il tempo dei "cedri maestosi", bellissimi ma
che fanno ombra a tutto impedendo la crescita di altri. Occorre apprendere di
nuovo lo stile del Maestro, lo stile di una comunità che è come un granello di
senape, piccola, ma sparsa qua e là dal vento dello Spirito. Una comunità che
cresce facendo crescere, che diventa casa di tutte e tutti, che offre a
ciascuno un riparo e uno spazio dove coltivare e cogliere i semi della nuova
umanità.
Per questo occorre
ricordare che non siamo noi "l'uomo che getta il seme nel suo
giardino": siamo i semi, non i seminatori, siamo la senape, non il
contadino. Il nostro dono/compito è continuare a far "brulicare" di
vita il "giardino" cui il Padre/Madre ha dato avvio. Siamo piccoli
granelli seminati nel cuore del mondo perché la parola della vita risuoni in
ogni dove, silenziando con la mitezza della fraternità evangelica le troppe
parole di morte che ancora circolano tra noi.
Per questo dono
siamo grati; questo compito ci assumiamo giorno dopo giorno.
Un abbraccio a tutte
e a tutti. Buona vita.
lunedì 28 ottobre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! Il vangelo, nella festa dei Santi Simone e Giuda di oggi, ci racconta
che "...tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza
che sanava tutti" (Lc 6,12-19). Mi sono spesso chiesto cosa fosse questa
misteriosa "forza" che promanava dalla persona del Maestro. Io credo
sia la forza della vita, una vita vissuta totalmente dentro l'amore. È la forza
della vita che, come un flusso continuo, passa dal Padre a Gesù alle persone
che egli incontra e che accettano di entrare in questo flusso dove la vita
non viene artigliata e tenuta per se stessi, ma continuamente donata. A chi
accetta di mettere sul piatto tutta la propria esistenza in un dono continuo,
il Maestro mostra come questa non si esaurisca, ma continui invece a rifiorire
e a generare nuova vita attorno, "sanando tutti". Gesù non mette in
atto delle mediazioni di tipo rituale, liturgico, o delega a degli addetti
specifici la capacità di far passare o meno questa "forza" che risana
e fa rivivere. Chiede semplicemente di entrare nel gioco dello scambio
gratuito: accogliere la vita, l'amore che il Padre continuamente riversa in noi
e lasciare che scorra verso i fratelli e le sorelle che incrociamo ogni giorno.
Il resto verrà dopo. Fino a quando la comunità cristiana sarà più preoccupata
di stabilire le "regole" con le quali "sanare" le varie
situazioni, fino a quando il tempio avrà più spazio e importanza del cuore del
Padre, fino a quando la legge avrà la meglio sullo Spirito, la
"forza" risanante del Padre resterà bloccata in attesa di uomini e
donne che accettino in primo luogo di seguire la via del Maestro. Solo allora
la comunità diverrà lo spazio dove la forza della vita si manifesterà e ognuno
potrà "toccare" con mano la sua forza liberante e vivificante. Un
abbraccio a tutte e a tutti. Buona giornata.
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