Buongiorno mondo! La parola del Maestro invita oggi a essere persone
intelligenti: "Guardate il fico e tutte le piante; quando già germogliano,
guardandoli capite da voi stessi che ormai l'estate è vicina"(Lc 21,29-33).
Intelligente non è colui che sa molto, ma colui che sa intus - legere, leggere
dentro, in profondità. Il Maestro ci insegna a vivere come persone che non
stanno in superficie, che non si accontentano di quel che appare. Ci ricorda la
Scrittura che "gli uomini guardano le apparenze, Dio guarda il
cuore": ecco noi vogliamo assomigliare al Padre/Madre in questo modo,
guardando e assaporando il cuore della realtà e delle persone che incrociano i
sentieri della nostra esistenza. Non cadiamo nella tentazione dell'apparire,
delle apparizioni, e di tutto ciò che soddisfa puramente la vista: vogliamo
scendere in profondità, per scoprire la Presenza nelle pieghe più profonde
della storia, negli angoli più nascosti dei cuori di coloro che il Padre/Madre
ci insegna ad amare per ciò che sono in verità e non per come appaiono ai
nostri, a volte fin troppo piccoli, occhi. Un abbraccio a tutte e a tutti.
Buona vita.
venerdì 29 novembre 2019
giovedì 28 novembre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! Per illuminare la parola evangelica (Lc 21,20-28) di oggi e per dare la
sveglia a tutti i teorici dell'ira divina, ai predicatori delle fiamme
dell'inferno, ai profeti di sventura che vedono solo macerie in questo nostro
tempo, ai nostalgici del bel tempo che fu, ai terroristi delle anime che
procurano solo scrupoli devastanti che generano paure e sottomissione, ai
visionari e alle visionarie che si macerano di digiuni, di penitenze e di
(autentiche?) preghiere, a coloro che attendono con impazienza il giorno
della vendetta del nostro Dio all'insegna del "ve l'avevo detto io!",
a tutte e tutti coloro che girano con l'accendino in tasca pronti ad appiccare
qualsiasi rogo in difesa della "santa religione", a coloro che sono
convinti che si può odiare, escludere, abbattere "in nome di Dio, del MIO
DIO che è l'unico vero", a tutti costoro e a tanti altri regalo questi
bellissimi versi di Riensiru M.(n.b. nel testo non ci sono errori di battitura;
se qualcuno ne vedesse vuol dire che ha qualche problema!):
Dio
è seduta, tesse con pazienza, con perseveranza
E
con il sorriso che sprigiona come un arcobaleno
Sul
volto bagnato di lacrime
E ci
invita a non offrirle soltanto i cenci
E i
brandelli della nostra sofferenza
E
del nostro lavoro.
Ci
domanda molto di più:
Di
restarle accanto davanti al telaio della gioia
Ed a
tessere con lei l'arazzo della nuova creazione.
Un
abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
mercoledì 27 novembre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! Oggi il Maestro (Lc 21,12-19) ricorda che chi vivrà con fedeltà il
messaggio del Vangelo facilmente andrà incontro a guai, incomprensioni,
persecuzioni, rifiuti. È un criterio di autenticità, oserei dire, per quanto
poi non dobbiamo andarcele a cercare a tutti i costi! Certamente, il messaggio
di Gesù non è un messaggio alienante, non è "oppio" che addormenta
coscienze e fa chiudere beatamente gli occhi sulle molteplici situazioni di
ingiustizia tuttora presenti in mezzo a noi. Vivere con e come Gesù
comporta un certo rischio (la sua famiglia stessa non andò a cercare di
"arrestarlo" per fargli fare un TSO?): è vivere pericolosamente con
gioia, è amare incondizionatamente per far conoscere l'amore del Padre/Madre, è
perdonare per "sciogliere" il suo perdono. La via proposta dal
Maestro non è certamente quella melensa spiritualità fatta di "valli di
lacrime", di "atti di dolore" per aver offeso Dio (quanto
l'abbiamo reso piccolo piccolo!), di "sacrifici e fioretti" offerti
per aprire le porte del purgatorio... la sua via è la via della vita pagata a
caro prezzo, pagata mettendo sul piatto l'intera esistenza per il bene
dell'altro. In questo modo non saremo capiti, saremo derisi, e quando romperemo
le scatole saremo anche perseguitati, ma "con la vostra perseveranza
salverete le vostre anime", ossia la nostra fedeltà permetterà al Regno di
crescere in mezzo a noi e di umanizzare la nostra umanità. Un abbraccio a tutte
e a tutti. Buona vita.
martedì 26 novembre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo!. Oggi il Maestro fa risuonare ancora la sua voce come allora:
"Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome
dicendo: "Sono io" e: "Il tempo è prossimo"; non seguiteli”
(Lc 21,5-11). La sua proposta non è una via che aliena, che distacca dalla
quotidianità, che annuncia "terribili segreti... che se non fai come ti
dico sarai presto preda dell'ira divina!". La proposta di vita del Maestro
passa dalla fatica quotidiana del crescere e del far crescere la vita. È un
invito a lavorare con il Padre/Madre all'opera della creazione, alla nascita di
un'umanità nuova che non va in cerca di "paradisi perduti", ma che
lotta, lavora e si ingegna per umanizzare ogni giorno l'umanità fino a farle
assumere quella condizione divina che il Padre/Madre ha da sempre sognato e
voluto per tutti. Per questo non seguiamo chi propone vie diverse, vie fatte da
digiuni, penitenze, macerazioni spirituali o meno. Per questo non andiamo in
cerca di eventi sensazionali, di miracoli "un tanto al kilo", di
apparizioni che promettono, blandiscono, minacciano. Noi camminiamo ben saldi
sulle vie della nostra umanità lavorando con il Maestro affinché vita e amore
crescano e rendano sempre più umana la nostra umanità. Altri possono trovare
giovamento in altre vie, noi restiamo fedeli al Maestro e alla sua parola che
ci chiede di essere svegli per saper cogliere ogni momento favorevole per
metterci a servizio della vita. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
lunedì 25 novembre 2019
Buongiorno
Buongiorno
mondo! Il Testo di Luca oggi è corto, quindi lo riporto interamente: "In
quel tempo, mentre era nel tempio, Gesù, alzati gli occhi, vide alcuni ricchi
che gettavano le loro offerte nel tesoro. Vide anche una vedova povera che vi
gettava due spiccioli e disse: «In verità vi dico: questa vedova, povera, ha
messo più di tutti. Tutti costoro, infatti, han deposto come offerta del loro
superfluo, questa invece nella sua miseria ha dato tutto quanto aveva per
vivere" (Lc 21,1-4). Nel Deuteronomio era stabilito che una parte delle
consistenti offerte al tempio fossero destinate all'assistenza delle vedove e e
degli orfani. Purtroppo conosciamo bene il vero dio del tempio: mammona. Questo
è il vero dio, non certamente il Padre che si prende cura dei più poveri.
Quindi, anziché venire accudita dal tempio, la vedova ne diventa una vittima e
allo stesso tempo, purtroppo per lei, anche una sostenitrice di tale dio che
ingoia con ingordigia il denaro dei più poveri. Non penso che Gesù abbia voluto
fare un elogio di quella vedova: quante ne abbiamo sentite su questa povera
donna e quante conclusioni abbiamo tirato a partire da lei per giustificare le
nostre "offerte" al tempio. Più che un elogio a me pare un grido di
dolore per questa poveretta che si svuota le tasche per mantenere in piedi la
struttura che la sfrutta. So che per molti una tale visione sarà un po' dura da
masticare, ma ricordo che subito dopo questo episodio il Maestro annuncia la
prossima distruzione del tempio: al posto del "cravattaro" (come
direbbero a Roma) troverà spazio il Padre, "difensore delle vedove",
ossia di tutte le vittime umiliate in nome di Dio. Un abbraccio a tutte e a
tutti. Buona vita.
venerdì 22 novembre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno mondo! Il testo di Luca oggi ci racconta la cacciata dei
mercanti dal tempio. Il Maestro accompagna e giustifica l'azione con queste
parole: "La mia casa sarà casa di preghiera. Ma voi ne avete fatto una
spelonca di ladri!" (Lc 19,45-48). Credo che il messaggio da cogliere vada
ben oltre il pistolotto morale che potremmo fare tutti, e qualcuno sicuramente
meglio di me, a proposito del rapporto religione - denaro. Aprirei la porta a
una serie infinita di tiritere sul fatto che la Chiesa è ricca... perché
non dona le sue ricchezze ai poveri... perché i preti sono ricchi ecc... ecc...
Credo che l'azione e la parola del Maestro vogliano ancora una volta mettere in
crisi un'immagine assodata di Dio, rinchiuso in un tempio, al quale portare
offerte per attirare così la sua benevolenza. Gesù continua a battere proprio
su questo tasto: se non compiamo il passaggio dalla religione alla fede, non
riusciamo a trovare la porta del Regno. E proprio la religione diventa causa
del malaffare che regna dentro il tempio, dentro la Chiesa, dentro le
istituzioni ecclesiastiche che spesso oppongono resistenza a un tale
cambiamento. Il famoso "non possumus", oggi dovrebbe riguardare ben
altre cose, in primo luogo il "non possiamo servire Dio e mammona". A
ciascuno, prima che chiederlo ad altri, di fare la sua personale, faticosa,
quotidiana scelta. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
giovedì 21 novembre 2019
Buongiorno mondo!
Buongiorno
mondo! "Ed
egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei
fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia
madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei
cieli, egli è per me fratello, sorella e madre»" (Mt 12,46-50). Ci hanno abituato a pensare
continuamente al fatto che siamo chiamati a compiere la volontà di Dio (e già
qui il linguaggio l'abbiamo cambiato: Gesù parla del Padre/Madre e noi ci
mettiamo Dio. Sottigliezze? Non tanto, quando è in ballo l'immagine di Dio
stesso...). Quindi siamo stati educati a pensare che ogni cosa che avviene fa
parte della "volontà di Dio". Ti muore improvvisamente un figlio? È
la volontà di Dio, di un Dio che, come si sente dire, "coglie i fiori più
belli per tenerli con sé" ( ma che razza di Dio è uno che gode, con un
pizzico di sadismo, nel farci soffrire ? Non credo sia il Dio di Gesù
Cristo...). Il problema dunque è capire cosa sia questa "volontà" di
cui parla Gesù. Anzitutto "volontà" è associata non a Dio ma al
Padre/Madre. Ora, Gesù ci ha detto che la volontà del Padre suo e nostro è che
viviamo e viviamo in pienezza, già a partire di qua, non solo nell'aldilà. Il
Padre/Madre "lavora", continua l'opera della creazione (che è
iniziata ma non ancora terminata, ce lo ricorda Paolo) affinché ogni uomo possa
giungere alla pienezza della sua umanità, nello splendore della sua dignità. E
la pienezza dell'umanità è rappresentata da Gesù di Nazareth, il Figlio nel
quale siamo invitati a diventare figli. La proposta di Gesù, che compie la
volontà del Padre/Madre, è portare ogni uomo a realizzare in pienezza la
propria umanità, vivendo la dimensione di figlio e fratello. Ecco perché Gesù
rifiuta la triade Dio-Patria-Famiglia, per proporre in alternativa la novità
evangelica: dal Dio da servire al Padre/Madre da amare; dalla Patria come luogo
di identità che esclude al Regno che tutti accoglie; dalla Famiglia in cui le
relazioni sono esclusivamente verticali e di potere alla Comunità dove ognuno
si fa servo della vita dell'altro. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
mercoledì 20 novembre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! Oggi il vangelo ci propone la parabole delle mine (Lc 19,11-28), quasi
l'equivalente di quella dei talenti. Riprendo l'insegnamento del Maestro quando
afferma che "A chiunque ha verrà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non
ha, verrà tolto anche quello che ha". Sappiamo ormai che questa
espressione indica la proposta che Gesù fa ai suoi: se metti in gioco la
totalità della tua capacità di amare, di comunicare vita, questa ti sarà resa
non nella stessa misura, ma in una misura più abbondante. Se la tieni per
te, se non la metti in gioco, resterà sterile, fino a finire in nulla. Gesù non
chiede ai suoi di fare delle cose particolari, ma di essere persone che
accettano di giocarsi la vita perché altri possano vivere, di essere persone
che della vita fanno un dono e non una cassaforte chiusa cui nessuno ha accesso
e dove trova posto solo il proprio benessere. Il Regno non è fatto per chi ha e
vuole avere sempre di più. Il Regno è di chi da senza riserve. Il resto viene da
sé. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
martedì 19 novembre 2019
Buongiorno mondo!
Buongiorno
mondo! Non c'è nulla da fare! Il Maestro non è mai come te l'aspetti. Oggi il
testo evangelico ci offre il bellissimo passo dell'incontro di Gesù con Zaccheo
(Lc 19,1-10). Uno sale in alto per cercare di vederLo, di incontrarLo, mentre
l'Altro lo obbliga a scendere per entrare in casa sua. È una bellissima
immagine che ci dice tutto del Padre/Madre: non è necessario "salire in
alto" per cercarlo, estraniarci dal mondo, allontanarci da esso e dalle
sue "brutture". Il Padre viene a trovarci a "casa nostra",
dentro la nostra vita, nell'esistenza che viviamo quotidianamente e non ci
chiede nulla in cambio, nulla di nulla. È dall'incontro con questo amore che sa
farmi percepire la sua presenza di tenerezza e di rispetto per la mia
condizione che nasce la "conversione", ossia un nuovo modo di
guardare Dio, la storia e la vita. A me hanno spesso detto che per entrare a
far parte della cerchia "degli eletti", degli "amati da
Dio" occorre prima convertirsi. Il Maestro ci insegna invece che la
conversione è una conseguenza dell'incontro con Lui. Gesù non ha detto a
Zaccheo: "Ragazzo mio, vai a purificarti, fai penitenza, vai al tempio a
chiedere perdono perché oggi voglio venire a casa tua!". Dio non ha paura
di sporcarsi le mani con noi, anzi, la nostra miseria è la misura della sua
misericordia. Il mio augurio per la giornata è che ciascuna e ciascuno di voi
possa fare esperienza di quella voce che dice: "Oggi la salvezza è entrata
in questa casa", in altre parole: "Oggi il sorriso di Dio splende
nella tua vita. Sorridi e festeggia con Lui". Un abbraccio a tutte e a
tutti. Buona giornata, soprattutto ai predicatori che terrorizzano il popolo
con lunghe tirate sull'ira di Dio: imparate da Gesù e togliete le ragnatele da
quelle facce incartapecorite! Sorridete, siete su Tv God, non su radio Maria!
Buona vita!
lunedì 18 novembre 2019
Buongiorno mondo!
Buongiorno
mondo! Oggi il testo evangelico ci racconta la guarigione da parte del Maestro
del cieco di Gerico (Lc 18,35-43). Un cieco e mendicante: non solo dunque
escluso dalla vita economica e civile, incapace di badare a se stesso,
dipendente dagli altri, impossibilitato a guadagnarsi da vivere e quindi
costretto a mendicare, a dipendere dalla "vista" degli altri: se si
accorgevano di lui, se lo "vedevano" forse qualcosa poteva rimediare.
Ma c'è anche l'esclusione "religiosa": la sua cecità era il segno
evidente della maledizione con cui Dio l'aveva colpito a causa dei suoi
"peccati". Quali? Non si sa, ma se è cieco qualcosa deve aver pur
fatto e Dio l'ha punito. Il Maestro gli offre una possibilità di vedere le cose
in maniera diversa, in modo nuovo: la vista viene ridata per permettere a
quell'uomo di camminare dietro a Gesù e scoprire così un nuovo modo di
relazionarsi con Dio, non più giudice terribile, ma Padre/Madre che si prende
cura dei suoi figli. Non vi è più una "Gerico" da conquistare con la
violenza, ma una nuova umanità a cui dare occhi nuovi capaci di far trasparire
lo sguardo amoroso di un Padre/Madre che vuole i suoi figli felici e
realizzati, autonomi e non "mendicanti", capaci di comunicare con Lui
pienezza di vita. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
venerdì 15 novembre 2019
Buongiorno mondo!
Buongiorno
mondo! La bellezza della strada che il Maestro propone per costruire
quell'umanità che è sempre stata il sogno del Padre, è di una semplicità
disarmante: "Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi
invece la perde la salverà" (Lc 17,26-37). Tutto qui. Bella roba, mi dirà
qualcuno, ma il nostro tempo vive quasi esattamente il contrario. Ho anche io
gli occhi e mi rendo conto che il nostro mondo è sempre più nelle mani di lupi
rapaci e famelici che farebbero di tutto per il profitto a tutto campo,
per il potere che viene dall'avere. Ormai è sempre più evidente che l'arte del
far crescere la polis è solo vecchiume: parafrasando la frase di un film
verrebbe da dire: "E' la finanza, bellezza, e tu non ci puoi fare
niente". E anche riguardo la Chiesa, si sa, quando fuori piove... dentro
almeno pioviggina! Eppure la via del Maestro pare davvero essere l'unica se
vogliamo davvero umanizzarci. Non nel possesso a tutti i costi, ma nella
condivisione. Non nel potere con ogni mezzo, ma nel servizio al benessere
altrui. Perdere la propria vita è credere davvero che non è tenendola stretta
che essa si preserva o aumenta, ma il contrario. Quanto più fai circolare vita,
tanto più essa ti viene ridata. Quanto più fai circolare amore, la tua capacità
viene aumentata. Mentre se cerchi di preservarti, di badare solo a te stesso,
chiudendo fuori tutto e tutti, anzi, buttando a mare chi ti è di ostacolo, la
tua vita diviene sterile, un'inutile monumento a un egoismo che genera solo
morte. E tutto questo è possibile a tutte e a tutti. È una via possibile a
tutta l'umanità, quell'umanità di figli e fratelli che il Padre ha da sempre
nel cuore, è la sua "idea fissa" e Lui continuerà a lavorare per
questo. Ci saremo anche noi? Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
giovedì 14 novembre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! Alla domanda che lasciava trasparire l'ansia dei più in Israele circa il
tempo della venuta del Regno di Dio, il Maestro risponde con queste parole:
"Il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno
dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!"
(Lc 17,20-25). E così ecco accontentati dapprima i Giudei, nella loro attesa
della manifestazione di un Regno dove finalmente le cose si sarebbero
aggiustate: i peccatori puniti vigorosamente, la Legge di Dio restaurata nella
sua integrità e totalità, i pagani come gli invasori dovranno inchinarsi alla
grandezza del nuovo regno d'Israele. Ma la risposta arriva dritta anche a tutte
e a tutti coloro che si professano cristiani, magari anche cattolici, che vanno
in cerca di visioni sensazionali, messaggi riservati, allusioni misteriose a
segreti che saranno svelati, punizioni imminenti, allarmi per la chiesa e
ciarpame del genere. Al posto di guardare in alto, cercate qui i segni del Regno,
i segni del Padre/Madre che si prende cura di tutte e di tutti, che comunica il
suo Spirito, cioè la sua capacità di amare e perdonare a coloro che
l'accolgono. Non sono segni grandiosi, ma i segni della quotidianità, fatta di
parole che suscitano speranza e accendono i cuori, gesti che spezzano pani per
sfamare, mani che lottano per pace e giustizia, barriere che cadono per creare
spazi di accoglienza. Ecco i segni del Regno: non abbiamo bisogno di altro! Un
abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
mercoledì 13 novembre 2019
Buongiorno Mondo!
Buongiorno
mondo! Oggi la pagina evangelica ci racconta della volta in cui Gesù guarì 10
lebbrosi e uno solo tornò a ringraziarlo: "Era un samaritano" (Lc
17,11-19). Così come nella parabola del "buon samaritano", anche qui
il Maestro ci lascia di stucco. Non sono i pii giudei, gli osservanti, quelli
che fanno parte del popolo eletto a essere messi in luce, ma gli odiati ed
eretici samaritani che assurgono a modello non per aver fatto chissà che, ma
per aver compreso il messaggio del Regno. A noi spesso capita la stessa
cosa: se qualcuno passa per strade diverse, se apre percorsi nuovi, se traccia
vie alternative, subito ad arricciare il naso, a consultare il diritto
canonico, le rubriche del messale, il catechismo per verificare che tutto sia
nella norma, altrimenti "quello è un samaritano, non è dei nostri".
Faccio sempre più fatica a considerare le parrocchie come l'unico luogo
possibile per vivere e testimoniare il Vangelo: per carità, non sto dicendo che
occorre chiudere tutto e ripartire daccapo (magari! aggiungo sottovoce, ma so
che questo non è materialmente possibile). Ma credere e creare spazi di piccole
comunità che non si pongono in alternativa, ma si mettono a servizio per essere
segno? Penso alle comunità di base che ho conosciuto nel mio servizio in Congo,
a quelle dell'America Latina. Quanti "samaritani" potrebbero sentirsi
accolti nella casa del Padre? Quanti "esclusi" potrebbero riavere
quella speranza che oggi nelle nostre comunità spesso latita o, se c'è, è
sempre sottomessa all'osservanza della legge? Questi sono pensieri in
libertà... ma ogni tanto è bello sognare. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona
vita.
martedì 12 novembre 2019
Buongiorno mondo!
Buongiorno
mondo! Avviso ai naviganti, si diceva una volta ( e credo si dica ancora). Oggi
il Maestro emanerebbe un avviso agli arrivisti, ai carrieristi, a quelli che
hanno fatto della Chiesa una mercato di cariche, onori, prebende. Un avviso a
tutte e tutti coloro che pretenderebbero un monumento ogni volta che si danno
da fare per qualcuno. A tutte e tutti coloro che si sentono superiori perché
"sono catechista, sono ministro straordinario dell'Eucaristia,
sono sacrestano" o peggio, "perché io sono il parroco e
basta!". A tutte e tutti, oggi il Maestro ricorda di lavorare per il Regno
in pace, e quando ogni cosa sarà fatta per amore, assomigliando al Padre/Madre,
ognuno potrà dire: "Sono semplicemente servo. Ho fatto quanto dovevo
fare" (Lc 17,7-10). E saremo davvero onorati di averlo fatto alla stregua
del seme che muore perché la vita cresca. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona
vita.
lunedì 11 novembre 2019
Buongiorno mondo!
Buongiorno
mondo! "Gli apostoli dissero al Signore: «Aumenta la nostra fede!»"
(Lc 17,1-6). E il Maestro risponde con un paradosso: una fede grande quanto un
granellino di senape basterebbe per fare cose grandi. Spesso mi sento dire
dalle persone che incrocio che "io non ho il dono della fede",
"beato te che puoi credere...", "a me Dio non m'ha fatto questo
dono", "per me la fede è credere in... tutto, nella natura, nel
cosmo... ecc...", "ah guarda, fosse per me la fede ce l'avrei, ma con
questa chiesa di mezzo, no, non si può credere" o la versione che recita
"ma come fai a credere in un Dio che permette tutti questi mali?". È
curioso: sono tante espressioni accomunate dal verbo credere. Vero, quando si
parla di fede vuol dire che ci si fida di qualcuno e si crede a quel che questi
dice. Ma io credo che la fede, almeno la mia, che sento in sintonia con quella
di Gesù (già anche Lui era un credente), contenga anche la coniugazione di un
altro verbo: accogliere. Se consideriamo la fede alla stregua di un dono,
allora credo siamo in presenza di un dio ingiusto, che si diverte a giocare
alla lotteria per distribuire i suoi doni. Il Padre/Madre chiede, invece, di essere accolto, e questo è possibile a
tutti, nessuno escluso. Non vi sono criteri, leggi, requisiti particolari per
accogliere un Padre/Madre che vuole condividere con me la sua passione per la
vita e mi chiede di assomigliare a Lui in questo perché altri possano
conoscerlo. La "conversione" non è causa della fede, ma una
conseguenza dell'aver accolto il Padre/Madre e il suo amore che si manifesta
nelle persone che incontro e che hanno accettato tale proposta di vita:
assomigliare a Lui per manifestare Lui. Quindi, inutile andare in cerca di Dio
qua e là, trovarsi mille padri spirituali (ma Gesù non aveva detto: Non
chiamate nessuno "padre", perché uno solo è il Padre vostro"?),
e non rendersi conto che Lui si manifesta nella sorella o nel fratello che
hanno scelto la sua via, cioè Lui stesso. "Aumenta la nostra fede" è
chiedere di rafforzare questa capacità di amare assomigliando al Padre/Madre;
non è certo restare in ginocchio con la frusta in mano a chiedere perdono dei
peccati e correre in ogni santuario in cui appaiono santi e madonne a iosa per
proclamare in crociata la propria "fede": questo non è il Dio di Gesù
Cristo, non è il mio Dio, non è il Padre/Madre che ci accoglie come figli
chiedendoci di lavorare con Lui alla creazione della nuova umanità. Un
abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita (e scusate la prolissità).
venerdì 8 novembre 2019
Buongiorno mondo!
Buongiorno
mondo! Oggi il Maestro racconta la parabola dell'amministratore
"disonesto" (Lc 16,1-8) che, usando i beni del suo padrone, cerca di
farsi degli amici per il momento in cui perderà il lavoro. Se oggi il Maestro
dovesse raccontare una parabola simile forse sceglierebbe altri argomenti:
l'amministrazione disonesta fa parte ormai dei corsi di laurea richiesti a chi
vuole seguire la strada della politica, in primo luogo, ma anche quella del
soldo facile, in secondo luogo. Tuttavia il Maestro ci dice che il padrone
ha lodato quell'amministratore disonesto per la sua astuzia. Ora, io penso che
se l'astuzia e la paura di perdere il posto l'ha portato a fare delle scelte di
"condivisione", quanto più chi segue il Maestro nella via delle
Beatitudini. Stare alla larga da mamona e dai suoi canti seducenti e vivere la
povertà delle Beatitudini, cioè il prendersi cura dell'altro, il preoccuparsi
per il suo benessere, permetterà a Dio di manifestarsi. Il processo di
umanizzazione che propone il vangelo non passa sulle strade lastricate
dell'economia e della finanza attuali, fondate per lo più sul profitto a tutti
i costi, ma sui sentieri dell'accoglienza e della condivisione della risorse,
perché "non vi sia nessuno che sia nel bisogno". Come sempre,
chiamati a scegliere tra salvezza dell'economia e economia della salvezza. Un
abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
giovedì 7 novembre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno mondo! Ecco cosa risponde il Maestro a chi lo accusa di mangiare
e bere con i peccatori: "Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non
lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la
ritrova? Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa,
chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la
mia pecora che era perduta" (Lc 15,1-10). Alla domanda: "Chi di voi
se ha cento pecore ecc..." gli scribi, il Magistero ufficiale, avrebbero
risposto: "Nessuno!". Già, nessuno sarebbe così pazzo da abbandonare
il resto del gregge per andare a cercare una sola pecora. Nessuno si sarebbe
fidato degli altri pastori nei paraggi: vista l'occasione si sarebbero subito
spartiti le pecore di quell'idiota che è andato dietro all'unica stupida del
gregge! Eppure, "Chi ha visto me, ha visto il Padre": ecco come Dio
opera: lascia il gregge, che a quanto pare sta bene da solo, e va a cercare
l'unica pecora che si è smarrita, forse ferita, impaurita. E quel che più
sconcerta è il fatto che non la punisce, non la bastona, non la fa camminare
davanti a sé minacciandola dei peggiori castighi "se solo ti azzardi a
rifarmi una cosa del genere!". No, se la carica sulle spalle, la riporta a
casa e fa festa con lei e per lei. Il Maestro propone a tutte e a tutti,
indistintamente, di poter vivere così, assomigliando al Padre nel suo modo di
amare, di perdonare, di prendersi cura. Gesù ci mostra il volto di un Dio che
invita a non restarsene beati dentro al circolo delle pecore che, sottomesse,
obbediscono, eseguono, non si lamentano mai, sono pronte a metter fuori le
"pecore nere" per procacciarsi i posti migliori e compiacere in ogni
modo il pastore. "Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo
braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore
madri" (Isaia 40,11). Ecco il Dio-con-noi. Ecco, noi come e con Dio.Un
abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
mercoledì 6 novembre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno mondo! "Se uno viene a me e non odia suo padre,
sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria
vita, non può essere mio discepolo" (Lc 14,25-33). Qualcuno alza le mani
scandalizzato a causa della crudezza del verbo "odiare", ma sappiamo
essere un semitismo per dire di "amare meno", per cui potremmo anche
tradurre con la CEI così "Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami
suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la
propria vita, non può essere mio discepolo”. il Maestro ci ricorda che la
famiglia, le relazioni familiari, nel Regno, assumono caratteristiche diverse,
diventano spazi che aprono al Regno e alle sue evangeliche "follie",
si trasformano in percorsi che aprono alla comunità evangelica, dove "tra
loro non vi era nessuno che fosse nel bisogno"; le relazioni familiari
hanno bisogno di essere umanizzate dalla presenza di persone che sanno dare la
vita, cioè comunicare vita, facendo saltare quegli schemi spesso soffocanti
fatti di immagini fisse e immutabili nel tempo, immagini che vedono un padre
spesso padrone, una madre non sempre valorizzata nella sua dignità di donna, e
via discorrendo. Essere una famiglia evangelica è saper creare dentro e attorno
a sé stessa dei percorsi dove le Beatitudini diventano possibilità di vita
nuova e il Regno una costante presenza visibile che chiama alla vita e fa
crescere l'umanità. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
P.S. Slogan quali “Dio-Patria-Famiglia” fanno parte di quelle
offerte pseudo-politiche che sono come i pellegrinaggi con vendita di materassi
e padelle: nulla a che vedere con il messaggio e lo stile di vita di Gesù.
martedì 5 novembre 2019
Buongiorno mondo
Buongiorno
mondo! La finale della versione lucana degli invitati alla festa recita così:
"Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia
cena" (Lc 14,15-24). In altre parole: non ci si può accostare
all'Eucaristia con il cuore attento ai propri affari, facendo dell'Eucaristia
stessa quasi una piccola devozione personale o un semplice appuntamento
settimanale cui non mancare per non offendere il "capo". L'Eucaristia
domenicale è il luogo, lo spazio dove ognuna e ognuno di noi si lascia di nuovo
lavare i piedi, dice di nuovo il suo "sì" allo stile di vita del
Maestro; è lo spazio in cui la comunità tutta diventa "Tenda del
Convegno" per tutte e tutti, senza esclusione alcuna; è il luogo dell'umanizzazione
per eccellenza, perché non vi è niente di più umano che l'apprendere con e come
il Maestro a farsi pane, alimento che comunica vita, che infonde speranza, che
apre al mistero del Dio-con-noi. È il luogo dove ogni comunità è chiamata
quindi a farsi Bet-lehem, casa del pane per ogni donna e ogni uomo in cerca di
dignità, riconoscimento, attenzione, cura, perché il Padre/Madre che si rivela
in Gesù si riveli anche attraverso ognuna e ognuno di noi. Siamo tutti
invitati: solo noi abbiamo tra le mani la possibilità di rifiutare l'invito. Un
abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
lunedì 4 novembre 2019
Lettera al Card. Ruini
Caro
fratello,
ai
signori Cardinali, ai Vescovi, ai Monsignori di cui la Chiesa è piena
bisognerebbe, per consuetudine, rivolgersi in maniera ossequiosa. Io mi
permetto di rivolgermi a te come fratello perché nella fede questo siamo e
nulla più.
La prima emozione che si è mossa in me
alla lettura dell’intervista che hai rilasciato per il Corriere è stata di
sconcerto e stupore, conditi con una dose di arrabbiatura q.b.
Ho
lasciato decantare il tutto e mi sono riletto le tue parole (così, per deformazione
professionale, come faccio con ogni parola delle Scritture) cercando in esse
significati che rimandassero ad altro. Confesso che non sono stato in grado di
trovarne. Cosa vuoi, sono lento.
Le indicazioni politico-religiose che
emergono dal testo, sicuramente contestuali all'intervista e quindi senza pretesa
di esaustività e di profondità, mi hanno ricordato le parole di un mio
indimenticabile maestro, Ortensio da Spinetoli, (maestro per me certa-mente, non posso dire lo stesso per quell'istituzione ecclesiale nella quale per anni hai esercitato funzioni di
peso), il quale senza mezzi termini e perfettamente consapevole (a differenza di altri) delle sue
parole afferma che:
“Non è certo facile togliere di mezzo i vescovi e gli esponenti dei
dicasteri romani, ma se questi potessero provare a tacere, se non altro per il
troppo parlare che hanno fatto fino adesso, ne avrebbe senz'altro un gran
beneficio tutta la comunità credente” (Ortensio da Spinetoli, L’inutile fardello, Chiarelettere, 2017,
p.9).
Spero tu non me ne voglia, ma
sinceramente io non necessitavo, in un tempo così complesso e delicato come
quello che stiamo vivendo, di sentire un’ulteriore emissione di suoni vocali
per non dire nulla. O meglio: più che “non dire nulla” dovrei dire per ripetere
indicazioni ormai vetuste e che in
passato non hanno certamente dato gran lustro alla Chiesa (riconosco che queste mie parole rappresentano comunque il modesto parere di un cristiano ridotto allo “stato
pretale” senza potere alcuno né incarichi di prestigio).
Dialogare con Salvini è doveroso?
Certamente, come è doveroso dialogare con tutti, senza pregiudizi. Il punto è
questo e diventa domanda: come posso dialogare con chi configura il dialogo
come monologo? Più che al dialogo mi pare che qui tu inviti al monologo,
considerato che dall'altra parte non mi pare di intravedere grandi aperture,
eccettuate quelle offerte a chi condivide lo stesso pensiero… (ma in questo
temo tu sia più maestro dello stesso Salvini). E per chiuderla qui con chi fa
della vacuità di pensiero la quintessenza della politica attuale: “baciare il Rosario”
è una “maniera poco felice di affermare il ruolo della fede nello spazio
pubblico". Ecco, da una persona qualificata come te mi sarei aspettato quantomeno
un sottile distinguo: parliamo di “affermazione” della fede o della religione?
Parliamo di espressioni esteriori che non in-formano (ricordi l’Aquinate, la
fides informis e la fides formata…?) le scelte esistenziali o parliamo di
adesione personale allo stile di vita di Uno che sarebbe per un cristiano, in
verità, “l’unico Capitano” che ha pagato di persona, fino in fondo, il suo modo
di vivere e di comunicare Dio? Non voglio dilungarmi in queste tematiche, tuttavia
su di una tua particolare affermazione mi soffermo, là dove dici: “Il
principale motivo per cui non sappiamo più chi siamo è che non crediamo più di
essere fatti a immagine di Dio…”. Il punto, fratello, è proprio questo: di
quale Dio esattamente stiamo parlando? Mi permetto di chiederlo perché dalla
risposta a questa domanda ne vengono poi conseguenze di non poco conto. Se
parliamo del Dio di cui Gesù ha detto: “Chi vede me vede Lui”, allora, forse,
ci rendiamo conto che di fatto qualcosa non quadra. Il Dio che in Gesù si
rivela a noi è Colui che si mette a servizio (in ginocchio, oserei dire, vedi
lavanda dei piedi) dell’umanità, e non un Dio che si serve dell’umanità, come spesso e volentieri la nostra istituzione ha trasmesso. Le
conseguenze di tutto questo inciderebbero non poco sull'immagine che la nostra
istituzione, la Chiesa, ha da sempre presentato e offerto come unica e vera. I
posti di “rilievo”, a partire da questa immagine, semplicemente cesserebbero di
esistere, così come i cosiddetti “mediatori” tra l’umanità e Dio. Insomma, mi pare che ci siamo persi dei pezzi per strada lungo i secoli.
Se, al contrario, l’immagine di Dio che
vogliamo veicolare e trasmettere è quella sottesa allo slogan: “Dio, Patria,
Famiglia”: beh, a questo punto, allora sì, ha un suo senso anche il “dialogare”.
Io mi fermo qui, per ora, sottolineando
però un concetto che, a mio modesto avviso, potrebbe essere la base di partenza
per ridare luce e forza all'annuncio del Vangelo: smettiamola di sbandierare in
ogni dove che Gesù è Dio. Cominciamo a pensare, invece che Dio è Gesù: tante
immagini distorte e persino dissacranti e irrispettose di Dio cadrebbero e
allora la Chiesa potrebbe davvero aspirare a realizzare quella bellissima
definizione data da Papa Paolo VI: maestra di umanità.
Perché di questo oggi
abbiamo bisogno, di maestri di umanità. Il resto è utile come le cappe
cardinalizie.
Con
affetto, buona vita.
Don Luciano
Don Luciano
Buongiorno mondo
Buongiorno mondo! Non c'è proprio verso: ogni volta che il Maestro viene
invitato a pranzo dai farisei, ha sempre qualcosa da ridire, riesce sempre a
mandare di traverso il boccone. Oggi, per esempio, chiede a colui che l'ha
invitato che "quando dai un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi,
ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti" (Lc 14,12-14). Gesù non è
uomo che bada all'etichetta, al bon ton, a quegli scambi di favori che fanno
nascere esclusioni, chiusure. Anzi, chiede al fariseo di rinunciare a ciò che
aveva di più caro: il suo stato di perenne purità cultuale per aprirsi alle
sorelle e ai fratelli che sono al centro del cuore di Dio. La condivisione del
pasto, anche eucaristico, non è fine a se stessa, ma è comunicazione di vita a
chi vita non ha; è apertura e accoglienza verso chi è escluso; è attenzione a
scegliere tra gli "amici" quelli che Dio sceglie, continuando così
l'opera della creazione del Padre/Madre verso un'umanità nuova e sempre più
umanizzata. Allora sorge la domanda: chi frequento? Con chi condivido il pane
quotidiano? Chi partecipa alle nostre mense eucaristiche? Questioni cui non è
sempre agevole dare risposta, soprattutto per il fatto che spesso le nostre
comunità cristiane soffrono di una sindrome da "messificazione" (non
è un errore di stampa!), quasi a voler dare gloria a Dio con delle "belle
celebrazioni" in cui spesso i "poveri, gli storpi, gli zoppi e i
ciechi" di oggi non trovano posto. Siamo sempre tra noi, e stiamo bene tra
noi! Per favore, Maestro, non disturbare: stiamo celebrando! Un abbraccio a
tutte e a tutti. Buona vita.
venerdì 1 novembre 2019
Buongiorno mondo!
Buongiorno
mondo! Per prima cosa auguri a tutte e a tutti, come usa in questa festa di
Ognissanti. La liturgia, nella festa odierna, fa risuonare le sublimi parole
delle Beatitudini, ossia lo stile di vita nuovo proposto da Gesù a tutti coloro
che vogliono camminare con Lui sulle strade del mondo. Poi succede, come spesso
succede, che anche le Beatitudini (che qui non posso commentare per ovvii
motivi) finiscano nel tritacarne della spiritualizzazione, nel miscelatore
della spiritualità del merito, perdendo così la forza e la novità portata e
vissuta da Gesù stesso. Lo stile di vita proposto da Gesù in questa "magna
charta" del cristianesimo ricorda in primo luogo che il Padre condivide
con noi il desiderio della felicità: Beati! Non esiste per Gesù un dio geloso
della nostra felicità, anzi è proprio il contrario. Anni fa un monaco belga che
viveva nel Sahara mi disse queste parole che segnarono profondamente il mio
approccio all'esperienza della fede e che furono l'inizio di un modo nuovo di
avvicinarmi a Gesù e a quanto propone: "Non posso credere in un Dio che
non sia felice anche quando io sono felice senza di Lui". La proposta di
"santità" che viene da Gesù passa per l'umanità. L'unica via per
raggiungere la santità è quella che porta a una profonda umanizzazione della
nostra storia, un'umanizzazione tale da farci essere divini, come il Padre.
Gesù non chiede una "santità" altra, separata; non ci presenta il
volto di un Dio che se ne sta lassù (oppure quaggiù, ma ben richiuso dentro un
tempio e al quale portare offerte e prebende), a guardare i suoi figli lottare
per un po' di felicità. Il volto del Padre che risplende in Gesù è il
Dio-con-noi che ha scelto di piantare la sua tenda in mezzo a noi per camminare
con noi e costruire questa umanità nuova. La santità è allora accettare, come
Gesù, di essere "immersi", "battezzati" nella storia
facendovi brillare il volto del Padre attraverso il nostro modo di vivere,
giorno dopo giorno. Credo sia questa la santità che Gesù chiede ai suoi: non
una nicchia da venerare, ma uno stile che rivela la bontà generosa del Padre
che vuole tutti i suoi figli Beati! Un abbraccio affettuoso a tutte e a tutti.
Buona vita e buona Festa.
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