Vivere vegliando
Mt 24,42-51
"Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà (…)“.
Ecco l'invito che il Maestro rivolge ai suoi, a noi, quest'oggi.
Vegliare è stare attenti, è "esserci" sempre e dovunque.
Vegliare è non accettare supinamente quelle false verità che cercano in tutti i modi di addormentare la coscienza, di indurre a scelte di comodo, di annacquare il buon vino del Vangelo per renderlo innocuo e accettabile a tutti, svilendolo e impoverendolo, svuotandolo del suo potenziale di liberazione e di progettualità per un'umanità nuova.
Vegliare è non prestare attenzione al tintinnio tentatore del denaro come unico valore che guida le scelte quotidiane, ma essere attenti al flebile grido di aiuto che arriva a noi dalla porta accanto, che spesso non udiamo perché addormentati e intorpiditi dalle mille voci che ci spingono a consumare nell'illusione di farci stare meglio.
Vegliare è saper rischiare, rivendicare le scelte della propria coscienza anche quando esse non sono necessariamente e totalmente in linea con la Chiesa ma che sentiamo profondamente evangeliche perché aprono alla vita, all'amore, alla giustizia. Vegliare è essere attenti a cogliere il più piccolo segno della presenza del Maestro in mezzo a noi, colui che insieme a noi si fa sentinella perché niente e nessuno possa rubarci la dignità di uomini e donne che cercano insieme una via alla felicità e alla pienezza di vita.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
La guerra è la malattia non la soluzione
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esortazione da rendere feconda con pazienza e umiltà in mezzo a tante distrazioni! Grazie dLuciano, buon di'
RispondiEliminaGrazie.
RispondiEliminaPaola
Com’è difficile Signore “fare le piccole cose” con la certezza che, la’ sei tu. Per cercare il grande evento, perdo l’occasione di riconoscerti e di Amarti… nei miei figli, marito, vicina di casa…Marilisa
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