Una “Porta” sempre aperta
Gv 10,1-10
“(…) Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore» (…)”.
Non vi è più bisogno della “porta delle pecore” del Tempio, non vi è più bisogno di ingraziarsi Dio con sacrifici e olocausti. La via di accesso al Padre è la “carne” di Gesù, la sua vita stessa comunicata a chi “ascolta la sua voce e lo segue”. Inutile inventarsi altre “porte” di entrata o di uscita: Gesù stesso è la soglia da attraversare per giungere al Padre che comunica “la vita e la vita in abbondanza”. Entrare dalla porta che è Gesù significa aderire a Lui. Dar credito al suo messaggio, cioè diventare con lui una cosa sola nella dedizione al bene dell’uomo. L’antica Legge è ormai cambiata dalla proposta di Gesù (ricordo il gioco di parole sottinteso nel testo: “Legge”, in greco “nomos”, e “pascolo”, in greco “nomê”): l’antica legge è sostituita da questo “pascolo” che viene offerto al discepolo che accetta di attraversare la “Porta” che conduce alla nuova legge, quella dell’amore leale e totale.
Spesso ho l’impressione che la proposta di Gesù sia ritenuta troppo “morbida” da tanti, troppo “misericordiosa”. Allora, mettiamo dei correttivi: Gesù ha detto di essere la porta? Si, ma è una porta a pedaggio! Non si entra gratis, non tutti possono entrare, ci sono delle condizioni ben precise e chi non fa penitenza e non si converte, beh… la porta per lui o lei resta chiusa! E così quella porta che Gesù ha aperto con il dono della sua vita noi la stiamo trasformando in un casello con tanto di pedaggio! A quando i sacrifici animali? Siamo ancora lontani, tanto lontani: il cammino è ancora lungo. Coraggio!
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
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