Maria e le crocifisse della storia
Gv 19,25-34
In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. (…)
Dopo averci fatto camminare in compagnia del Risorto in attesa della Pentecoste, oggi la liturgia Cattolica propone la memoria di Maria Madre della Chiesa. Nel racconto di Luca, infatti, Maria è chiusa con i discepoli, e le discepole suppongo, lì dove hanno celebrato la cena d’addio con il Maestro. Ci viene proposto oggi il racconto, tratto da Giovanni, della morte di Gesù. Mi sono fermato al primo versetto perché mi ha particolarmente provocato.
Quasi come dentro una grande inclusione Giovanni fa l’occhiolino alle antiche narrazioni delle storie dei patriarchi ricordando però in maniera discreta ciò che una lettura riduttiva e patriarcale ha spesso dimenticato: le matriarche. Alla fine della sua narrazione evangelica egli mette in evidenza le “nuove matriarche” che stanno dentro la comunità dei discepoli e delle discepole di Gesù, quasi a significare una ripartenza di una storia che si rimette faticosamente in cammino per quei “cieli nuovi e terra nuova” verso cui ci stiamo dirigendo nel tempo.
Allora oggi guardo a Maria certamente come Madre della Chiesa, ma di quella Chiesa che si colloca accanto ai crocifissi e alle crocifisse della nostra storia. Penso che Maria riservi uno sguardo particolare a quelle donne che sembrano essere diventate il bersaglio preferito di quegli uomini maschi che spesso e volentieri scaricano con violenza sull’altra la propria incapacità di amare o il proprio delirio di onnipotenza che si esprime nella triade mortifera e mortale: avere-potere-apparire. Maria si fa compagna di strada di tutte queste vittime e chiede a noi, proprio perché madre della Chiesa, di eliminare, a partire dalla nostra comunità, tutti quei comportamenti, quelle parole, quei retro-pensieri che ancora ci portano a non sapere coniugare al femminile la parola dignità.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
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Grazie.
RispondiEliminaPaola