Portatori sani di gioia
Mt 22,1-14
"Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire (…)”.
Potrei stare qui ore a spiegare che dietro questa parabola si cela uno schema detto "di sostituzione" tra l'Antico e il Nuovo popolo dell'Alleanza o farvi una testa così sulle differenze tra la versione di Matteo e quella di Luca. Ma questo post non è un bigino di preparazione a un esame di Scrittura, quindi mi limito al solo incipit e alla provocazione che lancia a me e che con voi condivido.
Il Regno è un come un banchetto di nozze: è una realtà gioiosa, è una proposta di gioia che il Padre offre a tutti, indistintamente, senza esigere eventuali patentini di appartenenza. Capire questo significa accogliere la logica del Regno, il cui centro non sono le mie credenze ma anzitutto l'accoglienza di un dono gratuito che chiede di essere condiviso. È proprio il dono accolto che mi permetterà di trovare "l'abito" giusto. Ma mi piace porre l'accento sul fatto che Dio invita alla gioia, non alla musoneria. I discepoli del Maestro sono portatori sani di gioia, quella gioia autentica che nasce dalla fraternità solidale, quella gioia che nasce da un perdono sempre accolto e sempre condiviso, quella gioia che nasce da sguardi che comunicano vita. Al contrario, gli zelanti servi del Signore sono sempre in preda alla tristezza, devono sempre correre dietro a chissà quali "affari", impegnati in battaglie durissime per salvare il mondo (dimenticando che il mondo lo salva Dio, e lo fa con noi, almeno con chi vuole lavorare con lui e non con delle immagini distorte di Lui!). Non abbiamo bisogno di zelanti "segnalatori" di eresie, non ci servono "maestri del sospetto", che vedono male ovunque; il Regno non ha bisogno di "buttafuori", ma di "buttadentro" affinché il banchetto possa avere finalmente inizio.
A tutte e a tutti un abbraccio. Buona vita.
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