Silenzio e cammino
Lc 4,31-37
(…) Nella sinagoga c’era un uomo con un demonio immondo e cominciò a gridare forte: «Basta! Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? So bene chi sei: il Santo di Dio!» (…).
Con questa descrizione l'evangelista indica come i discepoli restano attaccati alla visione della "sinagoga"; pur percependo la reale portata della novità contenuta nella proposta di Gesù oppongono resistenza ("gridando forte", ovvero dell'impossibilità di stabilire una comunicazione corretta). Conoscono bene quanto Gesù propone, capiscono quanto sia impegnativo e faticoso affrontare un nuovo esodo per assaporare la libertà del Regno di Dio (e abbandonare di conseguenza la sognata e attesa restaurazione del Regno d'Israele), ma nonostante tutto restano tenacemente attaccati alla loro tradizione e cercano addirittura di tirare Gesù dalla loro parte ("sappiamo che sei il "Santo di Dio", cioè l'atteso, il Messia che deve riportarci all'antico splendore, inaugurando "la vendetta del nostro Dio").
Mi pare stia capitando anche oggi, con troppa facilità. Troppe persone "nella sinagoga" gridano come forsennate per imporre la propria ragione; troppi "cristiani" girano per le strade tenendosi un Gesù in tasca fabbricato secondo le loro esigenze e, alla bisogna, pronti a picchiarlo sulla testa di chi non condivide il loro pensiero o il loro modo di intendere la fede. "Troppe sinagoghe urlanti", troppo strepito... l'unica risposta del Maestro è un ordine: "Taci, esci da costui". È il tema dell'esodo: ascolta e mettiti in cammino, esci dalle tue convinzioni (ad Abramo fu detto: "Esci da casa tua, dalla tua terra..." insomma da tutto ciò in cui ti sei riconosciuto fino ad oggi), lascia quella "sinagoga" incapace di aprirsi al Regno, esci... vai oltre... Il Maestro, mentre noi urliamo, è già avanti, è già passato oltre.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
Grazie.
RispondiEliminaPaola