Un Dio “fuori dalle righe”
Gv 15,12-17
“(…). "Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici (…)"
Ogni volta che la proposta del Maestro provoca la nostra libertà, apre spazi nuovi, invita ad andare oltre, tocchiamo con mano la nostra paura di libertà e preferiamo rifugiarci nelle rassicuranti braccia della religione che ci indica con esattezza cosa, come e quanto dobbiamo fare. Sembra quasi che le beatitudini siano talmente da visionari che occorre rivederle alla luce dei comandamenti. È la stessa paura di coloro che hanno condannato Gesù: la paura di lasciarci abbracciare dal Padre, di costruire relazioni fondate sull'amore e sul perdono gratuiti. È la paura di quella libertà che nasce dall'amore e prende forma nel servizio. La paura di dover cambiare quel volto di Dio che ci hanno inculcato e col quale, in fondo, stiamo bene: il Dio che esige da noi, che chiede, che obbliga, che impone, che comanda. È il Dio che amiamo definire Onnipotente (salvo poi scaricare su di Lui tutto quanto non va sulla terra, dai lutti improvvisi alle malattie ai terremoti alla pandemia, alla guerra e così via...). È il Dio del “non troppo”: basta il minimo sindacale e sono a posto. È il Dio-mercante che offre protezione e benedizione a patto di avere in cambio rispetto e obbedienza servile; il Dio che gioca con la nostra paura di finire nel nulla assoluto e quindi ci fa balenare davanti agli occhi un paradiso che assume le forme dei bisogni di ciascuno e per questo è bramato come un premio per la presunta buona condotta.
Ecco invece il Dio che ho imparato ad amare seguendo il Maestro: un Dio che non si prende le nostre vite ma ci offre la sua perché siamo "suoi amici". Un Dio che non si serve di noi, ma che si mette al nostro servizio e ci invita ad assomigliare a Lui in questa scelta di dono gratuito e totale. Un Dio che non si vergogna di chiamarci amici anche quando noi scegliamo altrove le nostre amicizie: Lui è sempre lì, fuori casa, che guarda lontano per vederci tornare e fare festa con noi. Un Dio “fuori dalle righe”, “fuori di sé”, che esce da se stesso per correre ad abbracciare noi. Questo è il Dio in cui credo e per il quale mi gioco la vita giorno dopo giorno.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
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Grazie.
RispondiEliminaPaola