Buongiorno mondo!
Ecco come il Maestro indica la via della correzione fraterna dentro la comunità
dei suoi: "Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te
e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà,
prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di
due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea;
e se non ascolterà neanche l'assemblea, sia per te come un pagano e un
pubblicano" (Mt 18,15-20).
È lampante il
fatto che il percorso proposto da Gesù si svolga nel solco di una gradualità
crescente, nel solo e unico intento del bene dell'altro. Ma facciamo attenzione
a non fare di queste indicazioni delle regole: Gesù sta esemplificando su come
assomigliare al Padre che "fa sorgere il sole sopra i buoni e i cattivi e
fa piovere sui giusti e sugli ingiusti". La cosa più importante non è come
fare o cosa fare, ma qual è l'atteggiamento migliore per assomigliare al Padre.
In questo modo evitiamo la tentazione di impadronirci delle parole del Vangelo
per giustificare i nostri atteggiamenti di superiorità nei confronti di chi
commette un errore. Così quel "sia per te come un pagano e un
pubblicano" non indica un percorso di esclusione (o di scomunica: tutti
quelli che lanciano scomuniche e anatemi come caramelle a destra e sinistra
ergendosi a patroni e protettori della santa tradizione se ne facciano una
ragione e si mettano il cuore in pace). "Sia per te come un pagano e un pubblicano"
significa che quel fratello o quella sorella saranno oggetto del mio amore in
maniera ancora più forte anche se non vi sarà risposta né riscontro a tale
amore. Perché? Perché così ama il Padre e il nostro essere nel mondo ha senso
nella misura in cui siamo capaci di far risplendere questo volto nel nostro
modo di vivere, di amare, di perdonare, di accogliere. Un abbraccio a tutte e a
tutti. Buona vita.
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