Buongiorno mondo!
Il Maestro ci ricorda quest'oggi che "...Chi accoglie i miei comandamenti
e li osserva, questi mi ama..." (Gv 14,21-26). Ridurre la proposta del
Maestro a una semplice continuazione di quanto iniziato da Mosé, cioè un'
aggiunta alla Legge mosaica per dare una verniciata di nuovo, significherebbe
snaturare e svilire tutto l'annuncio evangelico. I "comandamenti" di
cui parla Gesù esulano dal contesto della religione e aprono la via
all'esperienza della fede, in cui il "comandamento" non è più una
legge esterna cui obbedire, ma l'accoglienza profonda di un amore capace di
plasmare e trasformare la mia e l'esistenza altrui. L'esperienza della fede non
esige più una pedissequa e impersonale obbedienza -sottomissione (come nel caso
della religione), ma propone la categoria della somiglianza come tratto
distintivo della persona. In parole: non si tratta più di obbedire a una serie
di comandi dati da Dio per metterci a suo servizio, ma si tratta di accogliere
l'amore di un Dio che si mette a servizio e ci chiede di assomigliare a Lui nel
nostro modo di amare concretamente le persone. Dunque amare Gesù non è imitarlo
o vivere in un certo modo "perché l'ha detto Lui" (così facendo non
avremmo interiorizzato nulla e saremmo ancora persone immature che attendono da
altri le indicazioni per vivere), ma accogliere l'amore del Padre che mi
invita, nella creatività della fede, a sviluppare, inventare, mettere in atto
modi e stili di vita che lascino trasparire la freschezza e la bellezza di tale
amore. Ecco "i comandamenti" di Gesù... Per capirli occorre
inginocchiarsi con Lui sui piedi dei fratelli e delle sorelle che incontriamo:
solo così potremo guardarlo negli occhi e sussurrargli senza vergogna né timore
di essere smentiti: "Ti amo, mio Signore e mio Dio". Un abbraccio a
tutte e a tutti. Buona vita.
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