Buongiorno mondo!
"... perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in
te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai
mandato" (Gv 17,20-26). Spesso ci limitiamo al "perché tutti siano
una cosa sola", ma subito dopo il Maestro specifica "siano IN NOI una
cosa sola". L'unità dei credenti, o dei testimoni che dir si voglia, non è
il risultato di sforzi personali per venirsi incontro, ma il frutto
dell'adesione personale al Padre e al suo progetto espresso in Gesù. È quell'
"IN NOI" che dona spessore e sostanza all'unità. In questo modo si
evita di cadere nel tranello di spacciare per unità quella che è solo
omogeneità. La fatica del nostro percorso oggi, come comunità di credenti, sta
proprio qui: pensiamo di essere uniti solamente perché facciamo tutti le stesse
cose, le celebrazioni domenicali hanno tutte la stessa rigorosa forma (e lo
stesso rinsecchito sapore), la catechesi è uno stanco ripetere, magari con qualche
attività ludica, una dottrina che pochi ormai capiscono (e infatti spesso, il
dopo-Cresima ne è la prova). Vi è poi chi considera l'unità come espressione di
potenza: siamo un blocco unito contro il male del mondo, non vi possono essere
posizioni differenti tra noi. E da qui a "bastonare" anche papa
Francesco perché non è "allineato" con il "blocco unitario"
si fa in fretta. A volte ho l'impressione che più che uniti siamo come
intruppati. Ma questa, a mio modesto avviso, non è l'unità per la quale il
Maestro ha pregato. La sua è l'unità che nasce dal cuore del Padre che si china
sul mondo e si prende cura di tutti e di ciascuno. A questa unità occorre
aspirare e questa unità occorre far crescere. È l'unità che nasce dalla
solidarietà e dalla compassione. Il resto verrà in seguito. Un abbraccio a
tutte e a tutti. Buona vita.
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