Buongiorno mondo!
Gesù sta parlando delle pecore del suo gregge e a un certo momento dice:
"Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può
rapirle dalla mano del Padre mio" (Gv 10,22-30). Essere coscienti del
fatto che il Padre conosce ognuno di noi, si occupa e si preoccupa per ognuno,
ci tiene nelle sue mani è consolante e dona forza per proseguire il cammino.
Questa presenza paterna/materna di Dio ci aiuta a cambiare la nostra relazione
con Lui e, di conseguenza, con gli altri. Non siamo più in presenza di un Dio
che ci scruta, ma di Padre/madre che ci guarda con tenerezza; non siamo più
davanti a un Dio che pretende la nostra attenzione e il nostro servizio, bensì
siamo nelle mani di un Padre/Madre che ci circonda di attenzioni e si mette a
nostro servizio. Tanti si diranno: belle parole. Ma come faccio a credere in
questa cosa? Beh, per sperimentare questo Dio presente in tal modo c'è un'unica
via: smettere di pensare a se stessi e imparare a occuparci e preoccuparci del
bene altrui. In questo modo sperimenteremo che quanto più ci prendiamo cura
dell'altro, del suo benessere e della sua felicità, tanto più permettiamo a Dio
di prendersi cura di noi e sperimenteremo tutto questo nella semplicità del
quotidiano. Comprenderemo che davvero "nessuno può rapirci dalla mano del
Padre", neanche la morte. Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
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