lunedì 15 novembre 2021

Buongiorno mondo!

Seduti, fuori strada e ciechi


Lc 18,35-43

"(…) Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato» (…)".


Ci vorrebbero pagine per commentare il testo di Luca, ma un post come questo impone uno spazio ristretto.
Siamo dentro un testo ricchissimo, pieno di risonanze pasquali. La tentazione di semplificarlo come un semplice miracolo di guarigione ne farebbe una lettura distorta e poverissima.

Nei versetti precedenti Luca ci ha raccontato che all'annuncio della passione di Gesù i Dodici non comprendono nulla; restano, per l'appunto, ciechi. Come quest'uomo di Gerico (quante risonanze anche qui…), anche i Dodici sono "seduti" (il Vangelo è tutto un cammino), "al di là della strada", cioè fuori strada, stanno seguendo un percorso sbagliato, e "ciechi", incapaci di vedere, segnati da quella cecità tipica del fariseo che non si rende conto di essere cieco perché convinto di vedere bene ed esclusivamente bene (il fariseo ha l'unica "visione" giusta").

Torna il tema della miseria personale come unico titolo della misericordia, il tema della preghiera che si fa grido, non preghierina o giaculatoria, ma grido che nasce dall'aver compreso di essere ciechi, o lebbrosi, o paralizzati…

Mi limito a una sola cosa. La traduzione della risposta del cieco alla domanda di Gesù è quanto meno avvilente e svilisce il testo. Il cieco non dice semplicemente "che io veda di nuovo", bensì il verbo greco (anablepo) dovrebbe essere reso con "che io guardi in alto", "che io alzi bene gli occhi". Perché? Per poter vedere la Théoria del Golgota, la visione della Croce che mette la nudità di Dio e della sua passione per noi in bella vista. Solo chi ha seguito le orme del Nazareno può contemplare in quell'uomo nudo sulla croce la ferita bellezza che manifesta tutta la misericordia di Colui che ascolta il "grido" dei suoi figli. Per vedere questo Dio occorre alzare gli occhi non al cielo ma alla croce (che riassume lo stile di vita di Gesù), unico strumento in grado di cancellare le visioni distorte che ci siamo costruiti su Dio. Occorre uscire da questa cecità che ci rende dei visionari, per accogliere la guarigione che ci permette di contemplare la Théoria della Croce. Solamente così sapremo camminare dietro il Maestro, cioè ritroveremo la strada e non resteremo seduti.

Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.

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