Storie di tutti i giorni
Lc 21,5-11
"In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta» (…)".
Il discorso escatologico che ci apprestiamo a leggere in Luca, come ogni discorso apocalittico, non ha per fine quello di creare un sacro terrore al fine di ottenere sottomissione e conversione. Questo linguaggio, particolarmente in Luca, vuol offrire indicazioni circa un modo nuovo e diverso di leggere la storia.
Qui Gesù parla della distruzione del tempio di Gerusalemme. Ricordiamo che i fatti sono già avvenuti, rispetto allo scritto: l'imperatore Tito (chiamato "delizia delle genti") ha già svolto la sua missione ed è rimasto in piedi solamente quello che oggi è noto come "il Muro del Pianto".
In ogni caso, parlando del tempio, o "del luogo" come era detto ai tempi (rispetto al quale il resto è "non-luogo), Gesù indica non solamente la distruzione fisica del tempio, ma anche di tutte le immagini di Dio presenti in ciascuno. Di questo fatto noi non siamo molto coscienti.
Nella morte di Gesù è distrutto il tempio; si squarcerà il velo del tempio e potremo assistere, si dice nel vangelo, alla teoria (è l’unica volta di questa parola nel Nuovo Testamento), che significa spettacolo, ma anche visione: sulla croce vediamo chi è Dio. È quell’uomo lì e nel suo corpo conosciamo Dio. Entriamo nella grande rivelazione (apocalissi) di Dio che si mostra così come è. Per questo distrugge ogni immagine di Dio che abbiamo.
E il nuovo tempio è la carne del Figlio dell’uomo e di ogni figlio di uomo, cominciando dagli ultimi.
Noi tutti, uniti alla pietra scartata che è Gesù (che è la prima pietra, inizia lui), ognuno così com’è (il nuovo tempio è di "pietre vive" non di mattoni, tutti uguali, ma di pietre diverse e variegate), entrando in comunione con gli altri nella sua identità e nella sua differenza costruisce il vero tempio che è l’umanità fatta di persone che si considerano fratelli dove ognuno accoglie l’altro, ognuno è casa dell’altro e in questo modo nasce davvero il regno di Dio sulla terra, il mondo nuovo. È questo il nuovo tempio. È questo il Regno.
Il discorso escatologico che ci apprestiamo a leggere in Luca, come ogni discorso apocalittico, non ha per fine quello di creare un sacro terrore al fine di ottenere sottomissione e conversione. Questo linguaggio, particolarmente in Luca, vuol offrire indicazioni circa un modo nuovo e diverso di leggere la storia.
Qui Gesù parla della distruzione del tempio di Gerusalemme. Ricordiamo che i fatti sono già avvenuti, rispetto allo scritto: l'imperatore Tito (chiamato "delizia delle genti") ha già svolto la sua missione ed è rimasto in piedi solamente quello che oggi è noto come "il Muro del Pianto".
In ogni caso, parlando del tempio, o "del luogo" come era detto ai tempi (rispetto al quale il resto è "non-luogo), Gesù indica non solamente la distruzione fisica del tempio, ma anche di tutte le immagini di Dio presenti in ciascuno. Di questo fatto noi non siamo molto coscienti.
Nella morte di Gesù è distrutto il tempio; si squarcerà il velo del tempio e potremo assistere, si dice nel vangelo, alla teoria (è l’unica volta di questa parola nel Nuovo Testamento), che significa spettacolo, ma anche visione: sulla croce vediamo chi è Dio. È quell’uomo lì e nel suo corpo conosciamo Dio. Entriamo nella grande rivelazione (apocalissi) di Dio che si mostra così come è. Per questo distrugge ogni immagine di Dio che abbiamo.
E il nuovo tempio è la carne del Figlio dell’uomo e di ogni figlio di uomo, cominciando dagli ultimi.
Noi tutti, uniti alla pietra scartata che è Gesù (che è la prima pietra, inizia lui), ognuno così com’è (il nuovo tempio è di "pietre vive" non di mattoni, tutti uguali, ma di pietre diverse e variegate), entrando in comunione con gli altri nella sua identità e nella sua differenza costruisce il vero tempio che è l’umanità fatta di persone che si considerano fratelli dove ognuno accoglie l’altro, ognuno è casa dell’altro e in questo modo nasce davvero il regno di Dio sulla terra, il mondo nuovo. È questo il nuovo tempio. È questo il Regno.
Un abbraccio a tutte e a tutti. Buona vita.
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