Buongiorno
mondo! Proposta "spinosa" quella che ci arriva oggi dal Maestro, ma
che tocca l'essenza della nostra fede: "Se voi infatti perdonerete agli
uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi
non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre
colpe" (Mt 6,7-15).
Come leggere
queste parole? Davvero il Padre può "non perdonare"? Credo che il
significato delle parole di Gesù vada inteso in altro modo. Infatti egli
ricorda ai suoi, cioè a noi, che abbiamo il "potere" di
"bloccare" o "rendere sterile" il perdono che il Padre
continuamente ci concede. Siamo stati educati a pensare che occorre chiedere il
perdono perché il Padre ce lo conceda. Ma Dio perdona sempre, senza bisogno che
glielo chiediamo perché Lui è amore e come tale non può far a meno di perdonare
(vedi la parabola del Padre misericordioso). Il fatto è che Lui chiede che il
perdono offerto sia condiviso e non ridotto a mera questione personale tra noi
e Lui (e non entro nel merito del Sacramento della Riconciliazione... che a
volte assume i tratti di un accertamento fiscale in cui si spera di cavarsela
con il minor danno possibile!!!). Ecco il perché delle parole di Gesù: se non
siamo disponibili a far circolare questo perdono tra noi, a fondamento delle
nostre relazioni, rendiamo sterile l'amore del Padre in noi. La comunità dei
discepoli è essenzialmente una comunità di uomini e donne continuamente aperti
e disposti al perdono perché continuamente perdonati. Solo in questo modo il
Regno diventa una realtà capace di modificare profondamente il nostro vivere
insieme, il nostro stile di vita sociale. Perdoniamo perché perdonati: e se
necessario, perdoniamo in perdita, anche davanti al rifiuto, perché così il
Padre opera. E chiede a noi di associarci a tale stile. Un abbraccio a tutte e
a tutti. Buona vita.
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